Che per Raffaele Fitto non fosse un giorno semplice lo si sapeva. Non è bastata l'audizione davanti agli europarlamentari a convincerli sulla bontà della scelta di Ursula von der Leyen di nominarlo vicepresidente esecutivo designato per la Coesione e le riforme della Commissione europea. Alla fine le decisioni sui vicepresidenti esecutivi designati, in audizione oggi, sono posticipate tutte a domani o alla prossima settimana. Secondo quanto apprende l'Agi da fonti parlamentari. I leader dei gruppi di maggioranza prendono tempo per affrontare la questione. E sarebbe tutta colpa del braccio di ferro sul via libera a Raffaele Fitto e a Teresa Ribera.
Eppure, Fitto ci ha provato a portare i parlamentari europei dalla sua parte. Lo ha fatto così : "Non sono qui per rappresentare un partito politico, non sono qui per rappresentare un Stato membro, sono qui per affermare il mio impegno per l'Europa", ha detto nel corso della sua audizione all'Europarlamento. Per poi aggiungere: "Sono pronto a mettere tutta la mia esperienza al servizio della Commissione europea". Ha potuto Fitto dimenticare chi lo ha spinto fin sui piani alti dell'Europa? "E' un onore che il governo italiano guidato da Giorgia Meloni mi abbia proposto come membro del futuro collegio della Commissione. Ringrazio Ursula von der Leyen per avermi affidato il ruolo di vice presidente esecutivo per la Coesione e le riforme".
La promessa: riforme e investimenti entro il 2026
Quindi la promessa. "Sono consapevole dei requisiti imposti ai membri della Commissione, se confermato li rispetterò rigorosamente e agirò sempre nell'interesse della nostra Unione e dei nostri cittadini". "In qualità di vicepresidente esecutivo, lavorerò a stretto contatto con il commissario per l'economia e la produttività per consentire agli Stati membri di realizzare riforme e investimenti entro il 2026. Questa è la nostra responsabilità collettiva".
"Lavorerò a stretto contatto con il commissariodell'Economia per consentire agli Stati membri di realizzare tutte le riforme e gli investimenti previsti entro il 2026", ha assicurato Fitto, sottolineando che "lo strumento di ripresa e resilienza ha stimolato l'economia, gli investimenti pubblici sono aumentati. La valutazione di metà periodo mostra che è stato molto efficace nel sostenere le priorità comuni dell'Unione europea e nell'attuazione di riforme strutturali essenziali attese da molto tempo, ma ha anche mostrato che il coinvolgimento dei livelli regionali e locali può essere ancora migliorato".
Pnrr, il piano italiano procede in modo positivo
E' stato impossibile per Fitto, poi, non trattenere uno sguardo alle vicende di casa nostra. Difficile non accennare allo stato di salute dell'impegno italiano sul Pnrr. "Penso che il Piano stia procedendo in modo positivo, deve raggiungere gli obiettivi perchè le risorse non sono assegnate sulla base della spesa, che pure sta crescendo gradualmente, ma in base al raggiungimento di obiettivi, e gli obiettivi conseguiti sono assolutamente più che in linea, siamo al 48% e nelle prossime settimane probabilmente potremo aumentare questa percentuale", gongola Fitto. Per poi spiegare di aver "ascoltato tutte le audizioni, e l'attuale vice presidente Valdis Dombrovskis ha risposto in modo diretto sull'attuazione del Pnrr italiano, dicendo che è uno dei piani che stanno procedendo in modo assolutamente positivo. Il tema del Pnrr, per quanto mi riguarda, va affrontato in modo assolutamente istituzionale, con una valutazione tecnica. Sono fiducioso, penso che questo strumento in Europa abbia dato un segnale molto positivo".
"Sono consapevole che il ruolo di vice presidente esecutivo comporta una grande responsabilità: per la prima volta un vice presidente esecutivo riceve l'incarico di coesione e riforme, questo mostra quanto sarà importante questa politica per i prossimi cinque anni. Per la prima volta coesione e riforme saranno sono la stessa guida di altre politiche cruciali come agricoltura, trasporti, turismo e pesca; in ciascuno di questi settori coordinerò il lavoro con lo stesso spirito europeo, a beneficio dell'Unione", ha detto Fitto, aggiungendo che "la politica di coesione è al cuore dell'integrazione europea, deve svolgere un ruolo essenziale per garantire il progresso sociale ed economico dell'Unione europea e ridurre la disparità tra diversi territori e regioni. Le nostre regioni, città e comunità locali sono al centro di questa politica".
Fitto ha quindi battuto sul tema della coesione. "Noi partiamo da un dato che è emerso anche nel nono rapporto sulla Coesione: il tema relativo alle regioni che sono nella cosiddetta trappola dello sviluppo. Parliamo di 46 regioni bloccate in questa trappola e altre 36 regioni a rischio. Quindi è un tema vero che riguarda milioni di cittadini e è importante cercare di partire dalle esperienze positive alle quali si e' fatto riferimento per poter mettere in campo tutto il meccanismo dell'incentivazione dei talenti", dice. "Porsi la grande questione di questi territori in cui lo scenario futuro che si sta affacciando è uno scenario nel quale la popolazione invecchia i giovani vanno via. Quindi abbiamo veramente un problema di prospettiva di futuro", avverte Fitto.
Rispondendo a una domanda sull'impegno per il Green deal Fitto ha risposto così: "Io partirei dalle linee guida della presidente della Commissione, von der Leyen, che affrontano questo tema in modo specifico per dire che io le condivido, condividendo le linee guida della presidente. Evidentemente condivido le scelte fondamentali". Intuendo possibili timori sul suo ruolo, Fitto, poi, ha invitato a non avere rigidità sul provvedimento RepowerEu,messo in campo dalla Commissione Ue per far fronte alla crisi energetica. Per Fitto “gli obiettivi finali sono sicuramente degli obiettivi da garantire” e per i quali “non ho alcuna difficoltà a confermare la mia posizione". "Ma è evidente che nel corso della realizzazione ci possono essere situazioni per le quali magari bisogna adeguarsi a scenari nuovi, perché la rigidità non ci porta da nessuna parte”. Quindi “io condivido le linee guida della presidente e prendo l'impegno a realizzarle senza alcun tipo di difficoltà e dico però che anche in quelle linee guida che nel suo discorso sono delle aperture a delle esigenze di cui noi abbiamo bisogno. Su quelle ci confronteremo in modo assolutamente positivo e propositivo".
Nex Generation Ue, se dovessi votare domani, voterei a favore
Fitto rispondendo a una domanda dell'eurodeputata del Movimento 5 stelle, Valentina Palmisano, sull'astensione di Fdi al voto su Next Generation Eu. ha detto: "In merito alla mia astensione e all'astensione dei Fratelli d'Italia" sul Next Generation Eu in quel momento, avevamo dubbi sull'attuazione e su alcuni aspetti legati a questioni che non erano ancora chiare, e infatti, non abbiamo votato contro. Se avessimo votato contro, se avessi votato contro, avreste avuto una legittima aspettativa con questa domanda. Un'astensione è un modo di aspettare. Basandomi sull'esperienza che ho avuto come ministro per il Recovery in Italia, mi porta a esprimere che la nostra esperienza è stata positiva. Se dovessi votare domani, voterei a favore".
Fondo case, 14 mld da subito
Nel corso dell'audizione Fitto è entrato nello specifico dei temi di sua competenza. "Il tema alloggi è un tema caratterizzante, ci sono due questioni, quella delle città e delle aree rurali e interne, ci sono due diverse dinamiche sul recupero del patrimonio, sui nuovi interventi, sull’accessibilità delle case. Ecco perché l'intervento, l'investimento è quanto mai fondamentale. Ripeto quello che ha detto la presidente von der Leyen, che ha confermato il commissario Dan Jorgensen, e che io condivido: l'obiettivo è raddoppiare la cifra, da 7 a 14 miliardi di euro nel corso dei prossimi mesi e anni", dice Fitto. "Anche io mi impegno a confermare questo obiettivo e a creare le condizioni da subito, nella revisione di medio termine che avremo nell'ambito dell'attuale programma, ma anche e soprattutto in previsione del nuovo programma".
Braccio di ferro tra socialisti e popolari
La domanda comunque da porsi è anche un'altra: riuscirà Fitto a uscire indenne dalla battaglia politica che si combatte sul fonte politico europeo? E' noto che Fitto rischia di restare schiacciato dal braccio di ferro tra i socialisti, che non volevano e continuano a non volerlo, un vice presidente conservatore, e i popolari che lo hanno sempre blindato. Il gruppo S&d si è affrettato a far sapere che la questione è politica e non riguarderebbe Fitto o l'Italia bensì "la scelta di von der Leyen di fare entrare in maggioranza l'Ecr che aveva votato contro di lei a luglio perché non condivide la sua linea europeista".
Verdi, audizione molto preoccupante. Afd: sarà eletto con i voti della destra
L'accoglienza per Fitto, si sapeva, non è stata dunque delle più serene. "L'audizione con Fitto è molto preoccupante. Non vuole parlare del suo comportamento di voto, schiva le domande sullo Stato di diritto dove la pensava che l'Europa non dovrebbe dire nulla ed è tiepido sul Green deal. Problematico". Ha scritto su X il co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Bas Eikhout. " Sembra che Fitto sarà eletto dai gruppi di destra al Parlamento europeo sostenuti dal Ppe. Il prossimo muro cadrà", ha dichiarato su X l'eurodeputato tedesco di Afd (Gruppo Sovranisti), Alexander Jungbluth.
Quando Meloni disse: un riconoscimento per il peso dell'Italia
Sulla nomina di Fitto la premier italiana ha dovuto compiere non pochi sforzi per portare comunque a casa una casella importante nel nuovo scacchiere europeo. "La nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della nuova Commissione Ue "è il riconoscimento del ruolo e del peso dell'Italia, Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d'Europa, terza economia del Continente. Un risultato che credo debba inorgoglire tutta la Nazione, non solo i partiti della maggioranza. Ed è la ragione per cui mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre". Furono le parole che Giorgia Meloni pronunciò nell'Aula del Senato in occasione delle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 17 e 18 ottobre scorsi.