Per il taglio dell'Irpef al 33% servono 2,5 miliardi
Per il taglio dell'Irpef al 33% servono 2,5 miliardi
Secondo le stime della Fondazione nazionale dei commercialisti: "Con gli incassi derivanti dal concordato, attualmente stimati in 1,3 miliardi, sarebbe possibile ridurre l’aliquota Irpef di un solo punto percentuale, dal 35% al 34%"

di di Maria Mantero 08/11/2024 15:17

Per ridurre l’aliquota Irpef al 33% servono 2,5 miliardi, l'obiettivo risulta ad oggi essere ancora lontano. Con le entrate arrivate dal concordato preventivo biennale, stimate a 1,3 miliardi, si riuscirebbe a passare solamente dal 35% al 34%.

A fare i calcoli è la Fondazione nazionale dei commercialisti che spiegano “con gli incassi derivanti dal concordato, attualmente stimati in 1,3 miliardi, sarebbe possibile ridurre l’aliquota Irpef di un solo punto percentuale, dal 35% al 34% e questa operazione costerebbe circa 1,2 miliardi di euro. Per un taglio di due punti, dal 35% al 33%, ne servirebbero invece circa 2,5. In entrambi i casi, la platea dei beneficiari è ampia e pari a circa 11 milioni di contribuenti.

I benefici per i lavoratori dipendenti

I commercialisti hanno stimato il risparmio per i dipendenti prendendo in considerazione due casistiche.
La prima: il passaggio dal 35% al 34%. Considerando il nuovo cuneo fiscale, si legge nella nota “i risparmi arriverebbero per chi ha una retribuzione lorda superiore a 35mila euro”. Quindi ad esempio, in corrispondenza di una retribuzione lorda pari a 40mila euro il risparmio è pari a 543 euro su base annua. Situazione diversa per i redditi tra 30 e 35mila euro che invece avrebbero una leggera perdita (rispettivamente -101 euro e -145 euro su base annua).

La seconda: il passaggio da 35% a 33%. Anche in questo caso le stime risultano essere simili. Un risparmio di 627euro per le retribuzioni lorde pari a 40mila euro e una leggera perdita per quelle pari a 30 e 35mila euro.

I benefici per autonomi e pensionati

In questo caso, calcola la Fondazione, ci sono risparmi per tutte le fasce di reddito. Per i redditi compresi tra 30 e a 35 mila euro, però, si tratta di cifre molto contenute: 20 euro all’anno nel caso l’aliquota fosse del 34% e 40 euro l’anno se fosse del 33%.

Alzare il limite del secondo scaglione. Gli effetti

I commercialisti hanno anche stimato gli effetti derivanti dalla loro proposta di utilizzare gli incassi derivanti dal cpb per alzare il limite del secondo scaglione. Se le risorse disponibili fossero quelle attualmente stimate (1,3 miliardi) ci sarebbero guadagni massimi fino a 480 euro. Se, invece, si rendessero disponibili risorse fino a 2,5 miliardi di euro si potrebbe innalzare il limite del secondo scaglione Irpef fino a 65 mila euro con guadagni massimi fino a 1.200 euro.

Le modifiche al cuneo fiscale

La Fondazione nazionale ha infine fatto un confronto tra gli effetti del cuneo fiscale 2024 e il cuneo 2025.
Il cuneo fiscale 2024 consente un vantaggio fiscale che arriva fino a 1.183 euro per i lavoratori dipendenti con retribuzione lorda fino a 35 mila euro.
Il cuneo fiscale 2025 assegna un vantaggio di 1.000 euro, pari esattamente all’ulteriore detrazione spettante ai redditi da lavoro dipendente tra 20.001 e 32 mila euro.
Quindi “il nuovo cuneo fiscale determina quindi una leggera perdita pari, su base annua, a 183 euro (circa 15 euro su base mensile). Per contro, però, aumenta la platea dei beneficiari dal momento che, con la Legge di bilancio 2025, sono inclusi anche i lavoratori dipendenti con una retribuzione lorda superiore a 35 mila euro e fino a 44.048 euro”.

De nuccio: gli incassi del concordato vadano al ceto medio

Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio si mostra propositivo ad una riapertura dei termini del concordato che definisce “utile”. Infine, aggiunge: “E’ arrivato il momento di avviare un graduale processo di alleggerimento del carico fiscale anche per il ceto medio. La nostra proposta di alzare a 56mila euro il limite della seconda aliquota sarebbe pienamente sostenibile con gli incassi finora ottenuti dalle adesioni al concordato”.   

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