Sequestro a chi aiuta l’evasore
Sequestro a chi aiuta l’evasore
Dichiarazione fraudolenta, sentenza della Corte di cassazione sulla misura probatoria. Vincoli su carte e file del consulente se non si limita ai pareri

di di Dario Ferrara  19/10/2024 02:00

Sequestro al consulente consigliere fraudolento. Scatta la misura probatoria a carico del commercialista che si ritrova indagato insieme ai clienti perché non si limita a dare un parere ma, almeno secondo i pm, fornisce gli strumenti concreti per evadere il fisco. Il vincolo cautelare è apposto «su ogni faldone, scatola, archivio, anche informatico» presso tutti i soggetti e gli enti interessati: si tratta di documenti essenziali per verificare le accuse degli inquirenti, secondo cui il professionista si rappresenta comunque la frode che scaturisce dall’evasione fiscale, di cui anzi è ritenuto l’ideatore. Così la Cassazione penale, sez. III, nella sentenza n. 36776 del 3/10/2024.

Standard attenuato

Diventa definitivo la misura cautelare disposta su documenti elettronici e cartacei nel procedimento per i reati di dichiarazione fraudolenta e truffa di cui, rispettivamente, agli articoli 3 del decreto legislativo 74/2000 e 640 Cp. Gli inquirenti ritengono che sia il commercialista a fornire il bagaglio tecnico alla base dell’operazione fraudolenta: finché l’anziana cliente è viva, le consiglia di mantenere la residenza fiscale all’estero, ritenuta fittizia, in modo da consentirle di presentare le ultime dichiarazioni e ridimensionare le conseguenze delle verifiche tributarie avviate sulla successione del marito. Il tutto fornendo consigli per attuare l’illecito: tanto basta a far scattare il sequestro probatorio, che possiede uno standard indiziario attenuato; spetterà poi ai giudici del merito compiere eventualmente l’ulteriore approfondimento e la compiuta verifica.

Tempi tecnici

Quando si sequestrano computer, tablet e altri device per estrarre i dati e analizzarli, bisogna rispettare i principi di proporzionalità e adeguatezza: il vincolo cautelare sui dispositivi deve protrarsi soltanto per il tempo necessario a compiere le operazioni tecniche; ma la durata ragionevole si allunga, ad esempio, se l’indagato manca di collaborare non fornendo le credenziali di accesso alle banche dati contenute nei supporti sequestrati. Nella specie i pm circoscrivono il loro interesse investigativo a chat e mail, con relativi allegati e documenti, che riguardano le vicende patrimoniali oggetto dell’indagine. E delimitano l’arco temporale delle attività tecniche finalizzate a copiare, selezionare e restituire ogni dato non rilevante per l’indagine nel «più breve tempo possibile».

Nuova contestazione

Nessun dubbio: è escluso che il pm possa chiedere una misura cautelare reale sollecitando un nuovo vaglio degli elementi già ritenuti insussistenti o insufficienti dal giudice del riesame. Ma l’accusa può assumere una nuova iniziativa probatoria disponendo il vincolo cautelare sugli stessi beni già oggetto di un sequestro annullato per vizio di motivazione sulla base di una contestazione nuova: come avviene nel caso specifico per l’evasione Irpef e la truffa ai danni dello Stato ipotizzate quando emergono fondi off-shore che allargano la base imponibile e rendono i due sequestri diversi nell’oggetto.

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