Cinquantasette anni dopo Israele prende una decisione storica. Ha notificato, infatti, alle Nazioni Unite l'annullamento del suo accordo con l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha detto una fonte ufficiale.
Correva l’anno 1967 quando Israele sottoscrisse quell’accordo con le Nazioni Unite. L'Unrwa è stata istituita nel 1950 dall'Onu e fornisce servizi sociali a più di cinque milioni di rifugiati palestinesi - molti dei quali discendenti delle centinaia di migliaia di sfollati a seguito della creazione dello Stato di Israele - che oggi vivono nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria e in Giordania.
La decisione di Israele di annullare l’accordo arriva all’indomani del veto posto dal parlamento su due leggi che vietano le sue attività in Israele e nei territori palestinesi occupati. "A seguito dell'approvazione della legge sull'Unrwa, lo Stato di Israele ha ufficialmente notificato al Presidente dell'Assemblea Generale la cessazione della cooperazione con l'agenzia", scrive l'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, sul social network X.
Secondo la lettera del ministero degli Esteri israeliano e pubblicata da Danon, la legislazione approvata dalla Knesset il 28 ottobre entrerà in vigore tra tre mesi. "Nonostante le prove schiaccianti che abbiamo presentato all'ONU e che confermano l'infiltrazione di Hamas nell'Unrwa, l'ONU non ha fatto nulla per correggere la situazione", ha dichiarato Danon, sottolineando che Israele collaborerà con 'altre' agenzie umanitarie. "Ma non con organizzazioni che promuovono il terrorismo contro di noi".
Eliminato il comandante di Hezbollah a Baraachit
L'Aeronautica di Israele ha colpito ed eliminato Abu Ali il comandante di Hezbollah dell'area di Baraachit, nel sud del Libano. Lo scrive Idf sul canale Telegram. Abu Ali Rida era responsabile della pianificazione e dell'esecuzione di attacchi con razzi e missili anticarro contro le truppe dell'Idf e supervisionava le attività terroristiche degli operatori di Hezbollah nell'area.
Le truppe dell'IDF continuano a condurre raid limitati, localizzati e mirati nel sud del Libano, smantellando le infrastrutture terroristiche, localizzando le armi ed eliminando i terroristi.
Wsj: l'Iran minaccia un attacco contro Israele con armi più potenti
L’Iran potrebbe sferrare un attacco a Israele con armi più potenti, ma lo farebbe soltanto dopo il voto per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America prima, però, dell'insediamento del nuovo presidente nel gennaio 2025. È quanto riporta il Wall Street Journal secondo le informazioni di un funzionario egiziano.
"Un funzionario egiziano ha detto che l'Iran ha avvertito privatamente di una risposta forte e complessa. I nostri militari hanno perso delle persone, quindi devono rispondere", ha dichiarato un funzionario iraniano, come riporta il WSJ senza identificarlo. Ha aggiunto che l'Iran potrebbe utilizzare il territorio iracheno come parte dell'operazione e che probabilmente attaccherebbe le installazioni militari israeliane "in modo molto più aggressivo dell'ultima volta". L'Iran non intende limitare la sua risposta a missili e droni, come ha fatto nei due precedenti attacchi, e qualsiasi missile utilizzato potrebbe avere testate più potenti, hanno detto funzionari iraniani e arabi.
A detta del funzionario iraniano, l’Iran potrebbe attaccare soltanto dopo l’esito del voto statunitense perché non vuole influenzare i risultati delle elezioni.
Fuga di notizie riservate, portavoce di Netanyahu in carcere
I giudici di Rishion LeZion hanno esteso la detenzione di un portavoce dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sospettato di aver fatto trapelare documenti riservati. Lo ha riferito Haaretz, precisando che un altro sospettato è stato invece rilasciato, ha fatto sapere il suo legale. La polizia israeliana insieme a Shin Bet e forze armate stanno conducendo un'indagine congiunta su una sospettata "violazione della sicurezza nazionale causata dalla fornitura illegale di informazioni riservate". Quattro le questioni sotto inchiesta: la fuga di documenti top secret, accesso a un consigliere senza autorizzazione di sicurezza a riunioni e uffici che avrebbero dovuto essere off-limits per lui, negligenza nella gestione di documenti riservati e l'utilizzo di documenti per influenzare l'opinione pubblica riguardo ai negoziati per una tregua a Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi.