Manovra, Unimpresa: sulle banche stangatina da 700 milioni
Manovra, Unimpresa: sulle banche stangatina da 700 milioni
Analisi del Centro studi di Unimpresa: la stangatina sugli istituti di credito è l'effetto dei calcoli tra anticipi di liquidità per 4 miliardi previsti dal governo e successive compensazioni per "soli" 3,3 miliardi, così come stabilito dall'articolo 3 (comma 5) della legge di bilancio all'esame della Camera

di redazione Roma 25/10/2024 10:58

"Nella manovra sui conti pubblici c'è - e vale poco meno di 700 milioni di euro - la tassa sulle banche. La stangatina sugli istituti di credito è l'effetto dei calcoli tra anticipi di liquidità per 4 miliardi previsti dal governo e successive compensazioni per "soli" 3,3 miliardi, così come stabilito dall'articolo 3 (comma 5) della legge di bilancio all'esame della Camera. Questo impatto negativo è il frutto dell'allargamento della base imponibile che si forma a motivo delle minori deduzioni su svalutazioni crediti, principi contabili internazionali e avviamento: tali poste possono essere compensate da perdite pregresse ed eccedenze Ace nel limite massimo del 65%, ragion per cui si determina, per il settore bancario, un maggior versamento di Ires di 695 milioni solo per il 2025".

È quanto emerge da un'analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui, complessivamente, nel 2025 le banche subiranno un colpo di 3,2 miliardi: ai 2,5 miliardi di minori sgravi sulle imposte differite vanno sommati i 695 milioni di Ires aggiuntiva.

"Il governo è riuscito a togliere qualcosa alle banche per rimettere denaro in circolazione attraverso le finanze pubbliche. Si tratta di cifre che non sembrano capaci di cagionare difficoltà ai conti del settore e, comunque, sono assai lontane dal salasso di almeno 3-4 miliardi che era stato ipotizzato nelle scorse settimane. Quei 700 milioni, insomma, non metteranno in alcun modo in ginocchio le banche, tenendo conto che gli utili dell'industria creditizia, anche grazie alla politica monetaria della Bce e ai buoni margini di guadagno sui prestiti, sono stati superiori a 40 miliardi nel 2024 e per quest'anno potrebbero arrivare a quota 50 miliardi. La misura ha una forte valenza sociale ed è un segnale politico estremamente importante che il governo manda alla comunità finanziaria del Paese, da cui si attende una sempre maggiore attenzione per l'economia reale", commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.