Al Mef il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in vista del Cdm, sta lavorando con gli uffici competenti per la definizione della manovra. Il confronto con le banche è in corso e andrà avanti a oltranza.
Lo ha affermato il Ministero di via XX settembre in una nota diramata ieri sera sottolineando che si confermano gli interventi in favore dei redditi medio bassi e delle famiglie con figli. Le entrate arriveranno soprattutto da tagli e dall razionalizzazione delle spese e si conferma che non ci sarà aumento di tasse per le persone e le aziende.
La legge di bilancio arriva all’esame del Consiglio dei ministri a sorpresa. Assieme al documento di programmazione e al Dl anticipi con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali. La scorsa settimana Giorgetti aveva parlato dell'intenzione di approvare a Palazzo Chigi il Dpb, nell'ultimo giorno utile per l'invio a Bruxelles, e della possibilità che anche la legge di bilancio arrivasse domenica 20 alla Camera. Ma l'indicazione era passata sottotraccia. I punti cardine della manovra, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi di euro, sono stati definiti: conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e della riduzione a tre aliquote Irpef. Da soli questi due provvedimenti, che il governo è intenzionato a rendere strutturali, valgono circa 15 miliardi. Poi c’è l'ipotesi di ampliare il taglio del cuneo al ceto medio, per i redditi fino a 60mila euro, per la quale però servirebbero tra 2,5 e 4 miliardi. Alla fine, l'estensione potrebbe essere ridotta ai redditi fino a 40mila. Altro asse portante è il tentativo di contrastare l'inverno demografico tramite un intervento sull'assegno unico o degli sgravi ad hoc. Ma le risorse sono limitate. Qualche risorsa potrebbe arrivare dal buon andamento delle entrate tributarie nel 2024, appare più complesso invece tramite il concordato preventivo biennale.
Poi c’è la questione del possibile prelievo sulle grandi aziende, a partire dalle banche, che da settimane agita la maggioranza: Forza Italia è contraria, Lega ed FdI si sono dette maggiormente possibiliste. Il mantra del governo è che "non ci saranno nuove tasse".
Nel testo della manovra, spiegano fonti qualificate, sarebbe atteso un contributo a carico delle banche. Potrebbero figurare anche dei tagli lineari a carico dei ministeri, che i singoli dicasteri sarebbero chiamati a gestire in maniera flessibile. Da giorni il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ripete che se non saranno i singoli ministeri a presentare una spending review in proprio sarà lui a dover "fare la parte del cattivo", con tagli a tutti i dicasteri ad eccezione del comparto sanità. E che l'approccio del governo ai conti pubblici resta "prudente" e "responsabile”.
Da settimane il Mef lavora alle simulazioni per reperire tutte le risorse necessarie per allestire la manovra, in un contesto di risorse limitate. Gli impegni presi con la Ue nel Piano Strutturale di Bilancio approvato nelle scorse settimane chiedono una riduzione del debito pubblico, che e' arrivato a sfiorare i 3mila miliardi, con l'obiettivo di ridurre il rapporto deficit/Pil sotto il 3% nel 2026. Se la Ue darà disco verde a spalmare il piano a 7 anni, l'Italia è attesa da una politica di contrazione delle spese da circa 13 miliardi all'anno. La discussione in Parlamento del Piano strutturale di bilancio nei giorni scorsi ha palesato che presumibilmente la crescita 2024, alla luce dell'ultimo aggiornamento Istat sui conti pubblici, potrebbe non raggiungere l'1% nel 2024 stimato dal governo nel Def, che Bankitalia vede allo 0,8%.