Giovanni Toti ha formalizzato stamani con una lettera "dimissioni irrevocabili" dalla presidenza della Regione Liguria consegnata dall'assessore Giampedrone. Le dimissioni sono state protocollate. Toti si trova agli arresti domiciliari nella sua villa ad Ameglia. "Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all'ufficio protocollo dell'Ente è stato questa mattina alle 10.40 l'assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti". Lo comunica lo staff della Regione in una nota.
Ora il governatore può far partire la richiesta di revoca della misura cautelare. Richiesta che era stata già avanzata dal legale, Stefano Savi, e poi negata lo scorso 11 luglio dal Tribunale del Riesame di Genova. I giudici, presieduti da Massimo Cusatti, si erano allineati con la posizione della procura che aveva ipotizzato per il governatore la presenza del rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato.
Con le dimissioni parte ufficialmente la campagna elettorale per la prossima presidenza della Regione. A quanto risulta, ci sarebbero già due candidati: l'ex ministro della Giustizia ed esponente del Pd, Andrea Orlando, e il leghista Edoardo Rixi, vice di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Resta, però, il nodo su quando si andrà a votare. Bisognerà, infatti, capire se a prevalere sarà la legge costituzionale del 1999, che prevede le elezioni entro 90 giorni, o la legge nazionale del 2004 che chiama i cittadini alle urne entro 60 giorni.
Toti mi assumo la responsabilità del ritorno al voto
"Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro". Lo scrive Giovanni Toti nella lettera nella quale ha annunciato le dimissioni.
"Oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica", scrive Toti. "Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci annidi governo - prosegue Toti -. Sono certo che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid". E prosegue: "Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio regionale di approvare l'assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell'Ente. Ed è di soddisfazione che questo difficilissimo momento coincida con la fine del cantiere e l'apertura della Via dell'Amore, un'opera complessa, a cui abbiamo lavorato anni, che restituisce al mondo uno dei simboli della Liguria. Lascio orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose, che sapranno portare avanti questa esperienza". "Sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione". "Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza. Non è stato possibile farlo, sono confidente che lo sarà nel prossimo futuro, valutate dai magistrati le istanze che l'avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore".