Un decennio di tagli per gli investimenti degli enti locali pari a 8,87 miliardi. La sforbiciata inizierà l’anno prossimo con 370,4 milioni di riduzioni ai fondi per piccoli comuni, progettazioni, enti sciolti per mafia, sviluppo infrastrutturale. Si ammorbidirà un po’ nel 2026 (anno conclusivo del Pnrr) scendendo a 304 milioni e poi via via salirà progressivamente fino ad arrivare a un miliardo e 470 milioni nel 2030 per poi imboccare una parabola nuovamente discendente dal 2031 al 2034.
Il disegno di legge di bilancio 2025 disegna per i prossimi dieci anni una dinamica di tagli complessivi per 8,87 miliardi (messi insieme nel dossier curato dal servizio studi di Camera e Senato) che faranno mancare ossigeno ai progetti e agli investimenti delle amministrazioni locali. E a farne le spese saranno soprattutto i comuni. Quelli più piccoli (sotto i mille abitanti) subiranno già dal 2025 un definanziamento di 115,5 milioni.
Sempre già dall’anno prossimo scatterà il taglio di 200 milioni dei contributi per spese di progettazione a favore degli enti locali . Un taglio che dal 2026 scenderà a 100 milioni l’anno e che resterà una costante sino all’annualità 2031, per un totale di 800 milioni.
Nel 2025 i comuni dovranno mettere in conto anche una riduzione di 5 milioni dei contributi per le opere pubbliche negli enti sciolti per infiltrazioni mafiose e un definanziamento di 30 milioni del Fondo per la progettazione in capo al Ministero delle infrastrutture (in totale i tagli ammonteranno a 89,9 milioni fino al 2027) destinato al finanziamento dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e dei progetti definitivi ed esecutivi degli enti locali per opere destinate alla messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche.
Senza dimenticare il taglio di 20 milioni nel 2025 del Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale, istituito dalla legge di bilancio per il 2017 con una dotazione di oltre 47 miliardi di euro in un orizzonte temporale venticinquennale dal 2017 al 2032 e rifinanziato dalla legge di bilancio per il 2018 per ulteriori complessivi 36,115 miliardi di euro per gli anni dal 2018 al 2033.
Tale Fondo finanzia interventi in specifici settori di spesa, tra cui i trasporti, le infrastrutture, la ricerca, la difesa del suolo, l'edilizia pubblica e la riqualificazione urbana. I tagli saliranno a 30 milioni nel 2026 e in totale fino al 2032 saranno pari a 372,2 milioni.
Il Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) che in questi anni grazie ai fondi Pnrr ha consentito di riqualificare aree degradate nei grandi centri urbani (grazie interventi di edilizia residenziale pubblica volti a ridurre il disagio abitativo) verrà falcidiato a partire dal 2029 con tagli di poco più di 50 milioni all’anno. Mentre gli investimenti in rigenerazione urbana perderanno fondi per 200 milioni l’anno dal 2027 al 2030 per un totale di 800 milioni.
E per finire il fondo per la realizzazione di piccole opere. Istituito dalla legge di bilancio 2020 con una dotazione di 400 milioni l’anno, scomparirà dal 2030. Si tratta di un fondo, istituito nello stato di previsione del ministero dell’interno per finanziare investimenti per messa in sicurezza, efficientamento energetico, manutenzione della rete viaria, prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio sismico nonché per la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
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