Impianti rinnovabili e data center nelle aree delle centrali nucleari, una convivenza possibile per valorizzare i siti e applicare il principio dell'economia circolare. È lo studio che Sogin presenterà al governo, in particolare ai ministeri dell'Economia e dell'Ambiente e Sicurezza Energetica, per le aree industriali oggetto di decommissioning. Il progetto coinvolge le ex centrali di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta).
"In molti non si sono accorti che Sogin ha due mission, ovvero lo smantellamento delle ex centrali nucleari e la valorizzazione dei siti. Finora ci si è concentrati solo sulla prima. Non saprei perché e lo trovo strano anche io", spiega Gian Luca Artizzu, amministratore delegato di Sogin, a MF-Milano Finanza, "Noi ci stiamo attrezzando con tutte le prospezioni necessarie per valorizzare i siti in cui insistono le centrali atomiche italiane in via di smantellamento. Rappresentano una rete consolidata nel network nazionale della produzione energetica e di altri servizi per l'industria, a sua volta inserito nel network delle telecomunicazioni. Si può pensare perciò di utilizzarli per servizi ausiliari, come la produzione di energia rinnovabile".
Tra le varie soluzioni, Sogin sta studiando anche quella delle Bess (Battery Energy Storage System), le batterie che immagazzinano l'energia rinnovabile non utilizzata. "Ovviamente queste attività non devono interferire con la parte più interna oggetto del decommissioning. Quindi pensiamo alle aree attorno all'isola nucleare, trovando una nuova vita produttiva", precisa Artizzu. La destinazione naturale dei siti resta, infatti, quella di ospitare centrali nucleari di nuova generazione.