Debito pubblico, Panetta; pesano i tassi di interesse, l'Italia ne risente
Debito pubblico, Panetta; pesano i tassi di interesse, l'Italia ne risente
L'intervento del governatore di Bankitalia alla giornata del risparmio: essenziale creare un titolo europeo privo di rischio Condizione più importante per un mercato unico dei capitali

31/10/2024 11:09

"L'economia globale attraversa ora una fase di incertezza e debolezza. Secondo il Fondo monetario internazionale il PIL mondiale nel 2025 crescerà poco più del 3 per cento, meno della media dei decenni scorsi. L'economia dell'area dell'euro rimane fiacca; pesano i tassi di interesse reali ancora elevati e il venir meno degli stimoli fiscali degli anni scorsi. L'economia italiana ne sta risentendo". Lo ha detto il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, durante il suo intervento in occasione della 100° Giornata del Risparmio organizzata dall'Acri. Per Panetta è "essenziale creare un titolo europeo privo di rischio. E' la condizione più importante per un mercato unico dei capitali".

"L'alto debito pubblico amplifica le debolezze, esponendo l'economia alle intemperie dei mercati e limitando la nostra capacità di reagire con efficacia a circostanze avverse", ha poi dichiarato Fabio Panetta, aggiungendo che "la spesa per interessi assorbe risorse ingenti, che potremmo utilizzare per finanziare istruzione, infrastrutture, sanità". 

Il risparmio è un elemento di stabilità per la vita delle famiglie, ma è allo stesso tempo una risorsa al servizio degli investimenti per le imprese. Ma non risparmiano solo le famiglie: in questo secolo il risparmio delle imprese è divenuto via via più rilevante, fino a rappresentare due terzi del risparmio privato nell'ultimo decennio", ha quindi evidenziato infine il governatore della Banca d'Italia.  "Il flusso annuo di risparmio privato supera oggi i 400 miliardi, un quinto del reddito nazionale. Solo parte di esso, tuttavia, finanzia gli investimenti in Italia". "Nel quinquennio precedente la pandemia - ha aggiunto - le risorse interne impiegate all'estero sono ammontate in media al 2,5 per cento del prodotto; se utilizzate per finanziare capitale produttivo in Italia, avrebbero accresciuto gli investimenti di quasi un quinto".