Concordato fermo al 31/10
Concordato fermo al 31/10
Da oggi la campagna di comunicazione sulla misura. Nuovo appello del consiglio dei commercialisti. Ma il ministero non ci sente

di di Cristina Bartelli 11/10/2024 02:00

Concordato preventivo biennale, conto alla rovescia da incubo. Un nuovo appello alla proroga arriva dal Consiglio nazionale dei commercialisti e dall’Unione giovani dottori commercialisti ma i vertici dell’amministrazione finanziaria questa volta sono sordi e tirano dritto. Da oggi, a ridosso del termine ultimo per aderire del 31 ottobre, parte una campagna del ministero dell’economia, e con la collaborazione del dipartimento dell’editoria, per far conoscere agli interessati la possibilità di aderire al concordato.

Il pressing per il rinvio

Ieri dunque il consiglio nazionale è ritornato, dopo la richiesta di proroga del 3 ottobre scorso, a bussare nuovamente. E stavolta a tutte le porte: quelle del ministero dell’economia, nella persona di Giancarlo Giorgetti, del viceministro Maurizio Leo e del direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto M. Ruffini. Un’ipotesi di data era stata individuata nel 15 novembre senza però aver trovato sponda, soprattutto nella Ragioneria generale dello stato, che attende i dati del concordato preventivo biennale. Stavolta le ragioni alla base della proroga andrebbero anche oltre l’abitudine al rinvio fiscale del calendario.

L’ultima modifica del ravvedimento speciale 

L’ultima rilevante modifica all’appeal del concordato preventivo biennale è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’8 ottobre a poco più di tre settimane dalla scadenza. Per Elbano de Nuccio, presidente dei commercialisti, è necessario «un intervento urgente finalizzato a riconoscere a tutti i soggetti interessati dal concordato preventivo biennale un congruo differimento sia del termine del 31 ottobre per l’accettazione della proposta sia di quello di presentazione delle dichiarazioni». Proprio i commercialisti ricordano nella nota che: «la richiesta deriva anche dalle rilevanti modifiche introdotte con il decreto Omnibus che ha previsto, per i soggetti ISA che aderiranno al concordato, il ravvedimento speciale per le annualità dal 2018 al 2022 con il versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell’IRAP».

Le richieste di chiarimento

Inoltre il consiglio richiede un intervento di semplificazione per la raccolta e il recupero dei dati e delle informazioni dei contribuenti relativi alle annualità 2018-2023 necessari per facilitare la definizione e l’adesione al concordato preventivo biennale in relazione al ravvedimento speciale.

Appello anche dall’Unione giovani dottori commercialisti

Si aggiunge anche la richiesta di rinvio del presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti, Francesco Cataldi: «nel ribadire la necessità di un congruo intervallo di tempo per gli operatori dopo ogni modifica normativa, nel rispetto delle previsioni dello Statuto del contribuente, chiediamo come Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti una proroga dei termini per finalizzare l'adesione al Concordato, a beneficio del nostro lavoro e di una maggiore platea di contribuenti che possano decidere di applicarlo». La richiesta però come detto sembra cadere nel vuoto. I saldi del concordato preventivo sono necessari anche se non quantificati per avere idea delle risorse da indicare in legge di bilancio 2025 per il capitolo delle disposizioni fiscali da confermare. È anche vero che la complessità della macchina normativa costruita intorno all’idea del concordato rischia di vedere adesioni non in linea con le attese.

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