ChatGpt ora fa ricerche sul web
ChatGpt ora fa ricerche sul web
Il ceo di Le Monde: sarà la modalità preferenziale per le news

di di Andrea Secchi 01/11/2024 00:14

ChatGpt si è arricchita della funzione search, ovvero della possibilità di rispondere alle domande facendo ricorso anche a notizie e altri contenuti che si trovano in tempo reale sulla rete: già da ieri, secondo quanto annunciato da OpenAi, è disponibile per gli utenti a pagamento Plus e Team, mentre per gli altri abbonati premium arriverà gradualmente nelle prossime settimane e per gli utenti della versione gratuita nei prossimi mesi. In realtà anche la versione free in molti casi dà l'accesso al search.

Non si tratta di SearchGpt, il motore di ricerca potenziato dall'intelligenza artificiale che OpenAI sta progettando e che dovrebbe dare del filo da torcere a Google, ma dell'integrazione delle ricerche in ChatGpt, per la quale la società si avvale di «fornitori terzi», essenzialmente Bing di Microsoft.

È un passaggio rilevante anche perché con questo lancio si concretizzano maggiormente gli accordi che OpenAI ha fatto con gli editori. Nella nota si spiega che «per sviluppare search, OpenAI ha collaborato con fornitori di notizie e dati per aggiungere informazioni sempre aggiornate e nuovi design visual per alcune categorie, come meteo, azioni, sport e notizie», e a supporto del lancio fanno il loro endorsement anche alcuni top manager delle case editrici:«Siamo convinti che la ricerca condotta con l'intelligenza artificiale sarà, in nel prossimo futuro e per le prossime generazioni, una modalità preferenziale per accedere alle informazioni», ha detto Louis Dreyfus, ceo di Le Monde. «Inoltre, la collaborazione con OpenAI posiziona Le Monde in prima linea in questo cambiamento: ci permette di testare le innovazioni in fase iniziale, salvaguardando i valori fondamentali e l'integrità del giornalismo».

A Dreyfus si è aggiunto Pam Wasserstein, il presidente di Vox Media, e così Mathias Sanchez, svp global strategic partner di Axel Springer, secondo cui la società tedesca e OpenAI stanno «promuovendo modelli di business che possano garantire che il giornalismo rimanga affidabile e redditizio». Insieme a questi, OpenAi cita altri «partner editoriali» con cui ha condiviso i feedback, tra gli altri Associated Press, Condé Nast, Financial Times, Hearst, News Corp, Prisa (El País), Reuters e per quanto ci riguarda Gedi, unica italiana citata.

La società guidata da Sam Altman specifica, però, che «qualsiasi sito web o editore può scegliere di apparire in ChatGPT search», ovviamente senza fare cenno ad alcuna partnership economica. Di fatto già ieri alcune domande relative a fatti di attualità riportavano ad articoli del Fatto Quotidiano, del Giornale, di Eurosport e, paradossalmente, niente da repubblica.it, anche facendo domande specifiche.

Il funzionamento è molto semplice: entrati in chatgpt.com o nella sua app si può porre una domanda come al solito e sarà il sistema a decidere se fornire una risposta arricchendola di ciò che si può trovare in rete. L'alternativa è di cliccare direttamente sulla nuova icona «cerca sul web» e la funzione sarà attivata sicuramente. Il risultato è simile a quanto si ha già con Perplexity, servizio concorrente che nasce già per le ricerche potenziate dall'AI. Per ogni risposta sono evidenziate le fonti, che eventualmente l'utente può consultare direttamente cliccando sul link.

«Ora la chat potrà fornire risposte ottimizzate: se si pone una domanda in modo naturale e colloquiale, ChatGpt sceglierà con quali informazioni tratte dal web rispondere. Se si cambia il modo di porre le domande, approfondendo la richiesta, ChatGpt prenderà in considerazione l'intero contesto della chat per dare una risposta ancora migliore».