In arrivo un taglio drastico alle detrazioni fiscali: saranno ridotte di oltre 7,3 miliardi entro il 2028, quasi 2 miliardi all'anno per i prossimi 4 anni.
Nell'occhio del ciclone restano in primis i bonus edilizi ritenuti tra i principali colpevoli dell'aumento della spesa pubblica del 4,4% nel 2023, ma nel mirino del Governo ci sono non solo i bonus concessi alle persone fisiche, ma anche le aliquote Iva ridotte e i sussidi dannosi per l'ambiente; questi ultimi dovranno essere diminuiti di 3,5 miliardi di euro entro il 2030 nel quadro del Pnrr.
Questo è quanto si legge nell'appendice VI, con le tavole di riferimento per le riforme e gli investimenti nello specifico all'interno della tabella riguardante gli interventi in materia di tassazione, allegata al documento programmatico di bilancio 2025.
Il taglio ai bonus fiscali.Tra gli obiettivi previsti in materia di tassazione viene fissato un intervento sul sistema di detrazioni per allinearlo “con gli obiettivi di sostegno ai carichi familiari, crescita economica e transizione ecologica in un'ottica pluriennale”.
Entro il quarto trimestre del 2028, si legge sempre in tabella, il target è una riduzione del 15% della perdita di gettito legata alle detrazioni fiscali rispetto al livello base del 2019 (49 miliardi di euro), ivi incluse quelle nell'area dei sussidi dannosi per l'ambiente, aliquote Iva ridotte, esenzioni e modifiche delle spese fiscali legate all'imposta sul reddito delle persone fisiche.
E' da evidenziare che questo intervento in realtà persegue anche una ulteriore finalità, non di secondaria importanza, ovvero la semplificazione del sistema fiscale attraverso il riordino delle detrazioni fiscali.
Come si legge infatti nel rapporto annuale sulle spese fiscali, nel 2023 il sistema ha contato ben 625 tipologie di agevolazioni fiscali erariali con un minor gettito generato di circa 82 miliardi di euro.
Se a queste si sommano gli altri 114 bonus concessi a livello locale con la correlata cubatura in termini gettito di 43,6 miliardi di euro si è arrivati nel 2023 ad un totale di 739 tipologie di agevolazioni dal costo di 125,6 miliardi di euro.
Va specificato che i 739 “bonus” non riguardano solo le detrazioni comuni ma anche esclusioni, deduzioni dall'imponibile, esenzioni, riduzioni di aliquote, regimi speciali di favore, crediti d'imposta e bonus vari (come il superbonus ristrutturazioni edilizie, ecobonus, sisma-bonus, art-bonus, sport-bonus, bonus-verde).
Il numero dei bonus e la correlata spesa in termini di gettito per l'erario e per gli enti locali è cresciuta a dismisura dal 2017 quando si contavano “solo” 636 tipologie di agevolazioni con un costo di 87,3 mld di euro.
Il picco “numerico” dei bonus si è toccato nel 2020 con 786 tipologie di agevolazioni, probabilmente per tamponare gli effetti economici disastrosi prodotti dall'emergenza sanitaria causa covid, ma la spesa massima è stata riscontrata nel 2022 con 128,6 mld di euro (ridotta poi in maniera trascurabile nel 2023 a 125,6 mld di euro).Nell'appendice VI viene inoltre evidenziato che il taglio, focalizzato in primis sulle detrazioni, sarà applicato guardando anche alla transizione ecologica seguendo quanto stabilito nel Pnrr in cui è sancita una riduzione di 3,5 miliardi di euro dei sussidi dannosi per l'ambiente da realizzarsi però entro il 2030.Va detto che il riordino delle tax expenditures è uno dei principi e criteri direttivi specifici previsti dalla legge delega per la riforma fiscale (legge n. 111/2023) per il conseguimento di obiettivi fondamentali, tra cui quelli dell'equità verticale e orizzontale.