I miracoli di una poltrona. Sarà l’aria natalizia che sta arrivando, sarà il classico film “Una poltrona per due” che ogni anno viene riproposto, ma in Commissione Ue è arrivato il tempo del poltronificio Ursula. Dopo la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo, per tenersi buona l’Italia e più in particolare Giorgia Meloni con il suo Ecr (Gruppo dei conservatori e riformisti europei), è arrivata la poltrona di consigliere per il clima per l’ex capogruppo dei Verdi al Parlamento Ue, Philippe Lamberts, che ha riportato pace e armonia in Commissione. Il classico finale dei film di Natale.
Una nomina per cercare di sedurre i Verdi, dopo che la settimana scorsa è passato il nome di Fitto come vicepresidente. Una decisione che per i Verdi era talmente folle e contro l’unità delle grandi case europee che il co-presidente del gruppo, Bas Eickhout, non aveva firmato l’accordo per confermare i sei vicepresidenti. «Noi abbiamo sempre detto che l'unico modo per arrivare a una maggioranza stabile è lavorare insieme come pro-europei», ha sottolineato Eickhout. «È molto chiaro, da questo testo, che non lo stanno facendo. Stanno infrangendo il fatto di lavorare insieme come pro-europei. E non ho la sensazione che da ora in poi il Ppe non lavorerà più con l'Ecr».
Una posizione così granitica che si è sciolta come neve al sole all’arrivo di una poltrona: «E' molto chiaro che von der Leyen sta prendendo le distanze dalla strategia di Manfred Weber. So che stamattina Manfred ha detto che è super contento di una larga maggioranza ma la realtà è che ha cercato di cacciare i verdi e non ci è riuscito. La realtà è che Ursula von der Leyen ha chiarito che la coalizione con cui vuole lavorare è quella pro-europea, e questa è costituita dai tre e dai Verdi. Questa è l'unica maggioranza stabile che possiamo prevedere", ha ribadito Bas Eickhout, in conferenza stampa a Strasburgo, aggiungendo che hanno scelto di «rimanere all’interno della nuova maggioranza» e di votare «a favore della Commissione von der Leyen».
PPE contro Verdi?
Sicuramente al leader del PPE, Manfred Weber, avrebbe fatto comodo non avere tra i piedi i Verdi per tutte le questioni legate alla transizione verde. Soprattutto dopo i danni fatti dall’ultima Commissione, visto che si è puntato sull’ideologia e non sull’idea della neutralità tecnologica per poter realizzare la transizione verde. La nomina di Lamberts come consigliere per il clima, da parte del presidente della Commissione, è un chiaro segnale di volere una maggioranza più ampia possibile, anche se c’è da dire che l’appoggio dei Verdi non era essenziale per avere una Commissione operativa. La paura di Ursula era piuttosto quella di venire additata di aver dato vita ad una maggioranza troppo sbilanciata a destra. Da qui dunque le sue lusinghe al gruppo dei Verdi, che bisogna ricordare che così disinteressato non è.
Il motivo? Conviene anche a loro non lasciarsi sfuggire la possibilità di far parte, in modo concreto, di questa Commissione, soprattutto per poter continuare a mettere le mani sulla questione della transizione verde. Particolarmente divertente poi la presa di posizione su Ecr, il gruppo della Meloni: «Non ci sarà nessuna cooperazione strutturata con l'intero gruppo di Ecr. Sappiamo che ci sono delegazioni di quel gruppo che hanno votato a favore della conferma di Ursula von der Leyen a capo della Commissione, ma per noi la chiave del futuro è la collaborazione tra i quattro gruppi democratici pro-europei - Ppe, S&d, Renew e Verdi -, che hanno una maggioranza forte e confortevole per non dipendere dai voti di Ecr». Unione non così scontata visto che una parte consistente del PPE e lo stesso Weber vogliono tenere la porta aperta a Ecr, soprattutto su questioni come la transizione verde o l’auto elettrica.
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