In Italia la qualità della vita sale anche per le persone più anziane e il rischio di povertà scende sotto il 10% nelle regioni del nord.
Il report di Eurostat “Key figures on European living conditions” analizza le condizioni di vita nei diversi paesi europei, prendendo in considerazione diversi parametri, tra cui la distribuzione della ricchezza, il rischio di povertà o la condizione dei giovani.
Mentre un’analisi tutta italiana, condotta dall’Istat a metà maggio, evidenza come sia aumentata la longevità conducendo una vita di buona qualità.
Reddito medio
Il dato di Eurostat evidenzia come il reddito medio in termini reali sia cambiato nel tempo, al netto dell'inflazione. Eurostat evidenzia come "rispetto al 2010, nel 2023 il reddito medio nell'Ue è aumentato del 18,5%. Tuttavia, nel 2023 è risultato più basso in 5 paesi: Grecia (-28,4%), Cipro e Francia (entrambi -1,8%), Italia (-1,0%) e Spagna (-0,3%). Al contrario, il reddito è aumentato in modo significativo in Romania (+140,4%), e i paesi baltici, Polonia, Bulgaria e Ungheria che hanno registrato aumenti superiori al 50%.
Le persone a rischio di povertà
Secondo Eurostat, rientra in questa categoria chi si trova in almeno una delle seguenti tre situazioni: reddito disponibile netto inferiore alla soglia di rischio di povertà, fissata al 60% del reddito medio nazionale; impossibilità di permettersi almeno 7 dei 13 beni o servizi che la maggior parte delle persone considera desiderabili o necessari per una vita dignitosa (sei di questi beni sono individuali e sette riguardanti la famiglia) oppure in una situazione di bassa intensità lavorativa.
Nel 2023, 94,6 milioni di persone nell'Unione europea (21,4% della popolazione) erano a rischio di povertà o esclusione sociale, un dato leggermente inferiore, si legge nel report, rispetto al 2022 (95,3 milioni, 21,6%).
In 11 paesi dell'UE, la percentuale più alta di persone a rischio riguardava gli anziani. In questo quadro l’Italia, ed in particolar modo la Calabria (48,6%), si trova tra le 19 regioni dell'UE, in cui le persone a rischio povertà raggiungono il 35%. Al contrario, due regioni nel nord Italia hanno un indice inferiore al 10%.
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