Infine Olaf Scholz si è piegato alle pressioni di avversari, alleati, e compagni di partito. Per presentare il voto di fiducia non attenderà l'anno nuovo, come voleva, ma le presenterà il 16 dicembre. Così si potrà votare il 23 febbraio, e non alla fine di marzo. Il Cancelliere evocava l’ínstabile Repubblica di Weimar, che portò Hitler al successo, per giustificare la sua ostinazione, e il tentativo di conservare la poltrona. Ma in realtà la Germania sarebbe rimasta paralizzata per cinque mesi.
Uno sguardo al passato
Per capire quanto avviene in questi giorni a Berlino, si guarda al passato. Il Cancelliere Helmut Kohl licenziò il ministro liberale delle Finanze Christian Lindner che era anche allora contrario a andare in rosso con spese ritenute necessarie. Ma sostiene che non può spendere miliardi che non ci sono.
La Frankfurter Allgemeine, per trovare un caso analogo, cita quanto avvenne quasi un secolo fa, nel 1930. Il Cancelliere socialdemocratico Herman Müller, da due anni al potere, è costretto a dimettersi, perché il ministro alle Finanze, Paul Moldenauer, del DVP, il Deutsche Volkspartei, il partito nazionaliberale, non approva il bilancio, che prevede troppe spese sociali. Le elezioni anticipate vedranno una forte avanzata dei nazisti, che prima della crisi avevano appena 12 deputati. Per capire il presente bisogna imparare dalla storia, ma i paragoni sono a volte fuorvianti.
Müller fu l'ultimo Cancelliere socialdemocratico, finché nel 1969 non fu eletto Willy Brandt, solo grazie ai liberali che lasciarono i cristianodemocratici, che pure avevano vinto le elezioni. Un ribaltone, ma democratico. L'Fdp tuttavia cominciò a perdere deputati contrari a quello che giudicavano un tradimento, nel 1972 la Cdu/Csu chiese il voto di fiducia costruttivo (per fare cadere il governo è necessario proporre un'altra possibile maggioranza), che fini alla pari. Brandt chiese elezioni anticipate, che si conclusero con il suo personale trionfo. Le crisi di governo sono avvenute sempre quando erano al potere i socialdemocratici.
Per lo scandalo della spia dell'est alla Cancelleria, nel '74, Brandt fu costretto a dimettersi, e al suo posto giunse Helmut Schmidt. Era un socialdemocratico pragmatico, per lui le regole economiche non possono essere piegate all'ideologia.
Nel 1982, la Germania era in crisi, l'inflazione aveva superato il 5 per cento, il liberale Hans-Dietrich Genscher chiese misure deflazionistiche che avrebbero provocato disoccupazione. Troppo per Schmidt che rispose di no, pur sapendo che avrebbe perduto la poltrona.
Genscher ritornò con la Cdu/Csu, divenne Cancelliere Helmut Kohl che però volle una verifica democratica, vinse le elezioni anticipate, restò al potere per 16 anni, finché nel '98 fu battuto dal socialdemocratico Gerhard Schröder.
La Germania era ancora in crisi, fanalino d'Europa a causa delle spese enormi per ricostruire dopo la riunificazione la Ddr. Schröder iniziò il taglio allo Stato sociale, Oskar Lafontaine, il ministro delle Finanze, dichiarò: «il mio cuore batte sempre a sinistra», uscì dal partito e fondò la Linke.
Nel 2005, Schröder chiese il voto di fiducia e ottenne lo scioglimento del Parlamento con un anno di anticipo. Fu battuto per poche migliaia di voti da Angela Merkel. Avrebbe potuto restare al potere se avesse stretto la mano all'ex amico Oskar, ma entrambi avevano dato la loro parola di non tornare più insieme. Così sono, anzi erano, i politici tedeschi: non si resta al potere a tutti i costi, tradendo i propri principi. E Angela restò al potere per 16 anni, battendo per qualche mese il record di Kohl.
Olaf Scholz è stato un allievo di Schröder, ma non ha carisma, è un debole disposto a cambiare idea. Nel '21 ha vinto contro i pronostici, non ha voluto formare il governo con i cristianodemocratici, giunti quasi alla pari. Ha preferito due alleati più deboli, i verdi e i liberali, che insieme tuttavia erano più forti della sua Spd. Non ha saputo imporsi, ha gettato la spugna, sostenendo che la colpa è dei liberali, e degli elettori che non capiscono. Una parte dei suoi socialdemocratici vorrebbero un altro leader per affrontar il prossimo voto. Nella scala delle preferenze dei tedeschi, su venti politici, è precipitato al 19simo posto.
La storia in apparenza si ripete, ma le differenze sono importanti. L'Afd è di estrema destra, ma sarebbe meglio evitare il paragone con Hitler. Sfiora il venti per cento, e all'est in alcune regioni è al primo posto, ma ha raggiunto il limite, non entrerà nel prossimo governo nazionale. Sarebbe meglio non azzardare previsioni, ma i tedeschi sono migliori dei loro politici, la democrazia non è in pericolo.
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