Trump sceglie Homan, dovrà deportare i clandestini fuori dagli Usa
Trump sceglie Homan, dovrà deportare i clandestini fuori dagli Usa
Il presidente eletto riporterà l'intransigente funzionario dell'immigrazione a guardia delle frontiere statunitensi: sarà responsabile di tutte le deportazioni degli immigrati clandestini nel loro Paese di origine

di Redazione 11/11/2024 07:25

Toccherà a Tom Homan supervisionare i confini del paese nella nuova amministrazione guidata da Donald Trump. Il presoidente eletto, che in questi giorni sta mettendo nero su bianco la sua squadra, lo conosce bene e per questo riporterà l'intransigente funzionario dell'immigrazione a guardia delle frontiere statunitensi. "Sono lieto di annunciare che l'ex direttore dell'Ice e fedele sostenitore del controllo delle frontiere, Tom Homan, si unirà all'amministrazione Trump, responsabile dei confini della nostra nazione ("The Border Czar")", ha scritto Trump sul suo social network Truth Social.

"Conosco Tom da molto tempo e non c’è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini", ha detto ancora il presidente eletto Donald Trump, parlando della nomina del funzionario. Homan sarà responsabile di "tutte le deportazioni degli immigrati clandestini nel loro Paese di origine", ha aggiunto Trump. Anche Elon Musk si congratula con l'ex direttore dell'Ice per l'incarico di responsabile per il controllo delle frontiere. "Congratulazioni a Tom Homan per l'incarico di far rispettare i nostri confini!", scrive l'imprenditore, grande sostenitore di Trump, su X.

Quando Trump prese le distanze dal Project 2025

L'ex direttore ad interim dell'Ice ha contribuito al 'Project 2025', la radicale agenda conservatrice del prossimo presidente repubblicano, da cui Trump ha cercato di prendere le distanze durante la sua campagna elettorale. L'immigrazione è stata una pietra angolare della campagna di Trump di quest'anno e lui ha ripetutamente giurato di deportare milioni di immigrati clandestini.

In una recente intervista su Cbs, Homan ha sostenuto che "le famiglie potranno essere deportate insieme" quando gli è stato chiesto dell'impegno di Trump di effettuare deportazioni di massa immediatamente dopo l'entrata in carica. E ha anche sostenuto che tale sforzo sarà mirato, anche se i piani esatti su come verrà applicato e quanto costerà, devono ancora essere esaminati. "Non sarà una retata di massa nei vari quartieri. Non saranno costruiti campi di concentramento. Ho letto di tutto ed è ridicolo", ha detto Homan.

Coimincia a prendere così forma la futura amministrazione trumpiana. Il presidente eletto ha offerto alla deputata repubblicana Elise Stefanik il lavoro di ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, hanno riferito due fonti alla Cnn. La deputata repubblicana di New York è stata una forte alleata di Trump e una delle principali finanziatrici del Gop.

Nomine, Trump non vuole il voto di conferma al Senato

Intanto, Trump sembra volere avere mani libere. Il presidente eletto, infatti, ha chiesto domenica ai legislatori repubblicani di consentirgli di nominare funzionari chiave senza un voto di conferma del Senato. I senatori repubblicani sono in procinto di scegliere il loro prossimo leader, che eserciterà un potere significativo a gennaio dopo che il partito ha strappato il controllo della Camera alta ai democratici, sebbene con una maggioranza risicata. In base alla Costituzione degli Stati Uniti, il Senato deve votare per approvare le nomine fatte dal presidente per posizioni dirigenziali senior, come incarichi di gabinetto e nomine giudiziarie. Tuttavia, una clausola costituzionale consente ai presidenti di evitare un voto del Senato se la camera è in una pausa prolungata.

Trump ha detto domenica sui social media che "qualsiasi senatore repubblicano che cerchi l'ambita posizione di leadership nel Senato degli Stati Uniti deve accettare le nomine durante la pausa. A volte le votazioni possono durare due anni o più. È quello che hanno fatto quattro anni fa e non possiamo permettere che accada di nuovo", ha detto, riferendosi al suo primo mandato. Trump ha anche chiesto al Senato di sospendere qualsiasi nomina giudiziaria in sospeso. "Nessun giudice dovrebbe essere approvato durante questo periodo di tempo perché i Democratici stanno cercando di far passare i loro giudici mentre i Repubblicani combattono per la leadership. Questo non è accettabile", ha affermato.

Musk lancia Rick Scott alla leadership al Senato

Elon Musk continua a far sentire il proprio peso nel futuro degli Stati Uniti alla luce dell'elezione dk Trump. E lo fa senza filtri. "Rick Scott leader della maggioranza al Senato!". Con questo post su X Elon Musk ha dato il suo endorsement al senatore della Florida, Rick Scott, per la leadership della maggioranza al Senato. Rick Scott sta guadagnando consensi tra i sostenitori di Donald Trump, in quanto possibile favorito per la leadership della maggioranza al Senato. Lo riportano i media Usa. La corsa alla leadership della maggioranza sembra essere ridotta a tre senatori repubblicani: John Cornyn, senatore del Texas, il capogruppo della minoranza al Senato John Thune, del South Dakota, e lo stesso Scott.

Telefonata con il cancelliere tedesco Scholz

Donald Trump domenica ha parlato al telefono con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, alle prese con una crisi politica e possibili elezioni anticipate all'inizio del 2025. I due leader "hanno concordato di lavorare insieme per un ritorno alla pace in Europa". "Entrambi hanno scambiato opinioni sulle relazioni tedesco-americane e sulle attuali sfide geopolitiche", ha detto la portavoce del cancelliere Steffen Hebestreitin. "Il cancelliere ha sottolineato la volontà del governo di continuare la decennale cooperazione di successo tra i governi di entrambi i paesi. Hanno anche concordato di lavorare insieme per un ritorno alla pace in Europa", ha aggiunto il portavoce di Scholz.

Scholz replica a Musk: mi nobiliti

Le note ufficiali diffuse al termine del cpolloqio telefonico non hanno fatto cenno a un eventuale disappunto da parte del cancelliere tedesco sull'offesa lanciata via social da Elon Musk, che la sera della crisi della maggioranza in Germania ha pubblicato un post in cui ha scritto 'Olaf ist ein Narr', "Olaf è un giullare". Ma a replicare ci ha pensato lo stesso cancelliere in un'intervista rilasciata al canale pubblico 'ARD'. "La definizione di Musk mi nobilita". Scholz ha fatto presente che Musk "non è un capo di Stato, anche se a volte si ha l'impressione che le aziende tecnologiche siano più grandi degli Stati e quindi alle sue parole non è necessario reagire.