«Entro il 10 novembre gli agricoltori avranno in tasca anticipi Pac per 900 dei 1.300 mln di euro complessivamente attesi». Il restante sarà saldato entro il 30 novembre. Dal 2005, invece: «La data di presentazione della domanda non sarà più un problema: i controlli saranno chiusi già a giugno». Non solo. «L’integrazione tra il Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), gestito da Agea, e il sistema europeo antifrode Arachne consentirà di scovare più elusioni e frodi alla Pac. Intanto, la nuova Carta dei suoli ha tracciato 5 mln di ettari di terra inutilizzati nel paese; tutti ammissibili ad aiuti Pac e per cui la domanda non è mai stata presentata. Morale: «L’Italia ha perso tra 600 e 700 mln di euro» in budget Pac rispetto al suo potenziale. Non solo. Il mancato sfruttamento dei terreni genera perdita produttiva, il che amplifica il peso dell’import sulla bilancia commerciale. Per non parlare dei boschi: «Il sistema ha scovato 4,5 mln di ettari non tracciati per gli aiuti Pac e pari a crediti di carbonio non utilizzati per 283 mln di euro». Risorse che potrebbero aiutare il sistema paese a produrre, senza incappare nei paletti del Green Deal. Di questo e di molto altro, Fabio Vitale, direttore generale di Agea, ne ha parlato con ItaliaOggi, nel corso di una intervista a tutto campo su presente e futuro dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura.
Domanda. Il 17 ottobre sono scattati gli anticipi Pac. Come procedono i bonifici?
Risposta. Il 16 ottobre è stato emesso il primo decreto di pagamenti per circa 80mila agricoltori; il 17 un secondo, il 21 un terzo sullo sviluppo rurale e un quarto per gli aiuti diretti. Proseguiremo così, con decreti da decine di mln di euro per volta. L’obiettivo è arrivare al 10 novembre ad aver erogato 900 mln degli 1,3 mld di euro complessivi e il restante entro il 30 novembre, data prevista dalla normativa Ue. I decreti di pagamento riguardano varie misure e ciascuno può avere importi diversi. Perché interessano anche le grandi imprese e riguardano differenti colture. Per cui sono previsti premi differenti.
D. Quali criteri seguite?
R. Quelli concordati coi Centri di assistenza agricola (Caa): paghiamo prima chi ha presentato domanda entro il 31 luglio; poi, a seguire, tutti gli altri, fino a quelli che hanno beneficiato della proroga del 30 agosto.
D. Quali cause hanno spinto Agea a ricorrere a tre proroghe nella presentazione delle domande? La cosa ha causato malumori nei Caa.
R. Tutte le decisioni assunte sono state condivise con i Caa e Agea Coordinamento; ci siamo visti ogni settimana per tracciare il percorso. Le proroghe non si sono verificate solo quest’anno. È una costante nella vita di Agea e degli altri organismi pagatori regionali.
D. E sono anche frutto di una rivoluzione gestionale.
R. Quest’anno abbiamo introdotto la Carta dei suoli; implementato definitivamente il monitoraggio satellitare Ams e lanciato la domanda unificata. Da una parte abbiamo rafforzato tecnologicamente Agea per velocizzarne l’attività, il controllo, le eventuali rettifiche finanziarie e per renderla performante al contrasto delle frodi. Con la domanda unificata abbiamo semplificato il sistema, riducendo le due istanze a una. La regia è affidata al sistema informatico di Agea e al fascicolo aziendale, cuore del rapporto con i Caa e gli agricoltori.
D. I problemi riscontrati?
R. Qualche problema tecnico in seno ad Agea, già sistemato. E alcune resistenze culturali che hanno riguardato gli stakeholders. Poi, i Caa hanno messo in campo la loro professionalità. E Agea, per accompagnarli nella trasformazione, ha investito 900mila euro in formazione.
D. Come cambia il lavoro?
R. Con la Carta dei suoli gli operatori devono lavorare in computer grafica, sovrapporre i poligoni ai territori. Con le particelle catastali non si faceva, ma quel sistema è stato messo in discussione dalla commissione Ue, con una proposta di rettifica finanziaria da 1,2 mld. Vede, un conto è lavorare digitando informazioni nel pc, un altro è individuare con una rappresentazione grafica le informazioni fornite dalla Carta dei suoli, verificarne la coerenza e poi dare il via alla presentazione della domanda. Questa va sul Sian, nel fascicolo aziendale. A quel punto, sappiamo che è conclusa e si può procedere al pagamento.
D. E?
R. Dal 2025, la data di presentazione della domanda sarà indifferente; i controlli li avremo chiusi già a giugno.
D. Ci sono incoerenze tra georeferenziazione e stato reale delle colture?
R. Può succedere che tra Carta dei suoli e Ams si verifichino difformità, ma abbiamo ottenuto il 98,8% di bandierine verdi: queste ci dicono che la presentazione della domanda è coerente alla rilevazione di Agea. Poi, gli organismi possono pagare.
D. Ha chiuso la fase di ricostituzione in house del sistema informatico in Agea?
R. C’è attenzione nella politica a far sì che l’Agenzia consolidi il ruolo di coordinamento a livello nazionale, sia per la gestione diretta, in ambiti di sua competenza, sia in rapporto agli organismi regionali, per formare un sistema uniforme. Il processo è concluso: con l’incorporazione del Sin che gestiva il Sian fino ad ieri, ora la competenza è direttamente di Agea. Nel 2023 abbiamo istituito la direzione generale informatica; oggi ci sono sia le competenze sia la struttura. Integrando le risorse umane del Sin, il processo sarà completo. Abbiamo, inoltre, resuscitato Agecontrol, società partecipata che era stata messa in liquidazione, per i controlli sull’ortofrutta e di secondo livello. La stiamo allineando al nuovo processo organizzativo.
D. I partner tecnologici?
R. La tecnologia informatica è stata messa in piedi assieme a Leonardo; il che ci permette di creare forme di cooperazione nei servizi industriali. Agriconsulting fa i controlli in loco e amministrativi. Agea è il pivot e ha fornitori di servizi in appalto.
D. Primi riscontri?
R. Nel telerilevamento siamo all’avanguardia in Europa e punto di riferimento per l’Olaf, l’autorità antifrode europea: siamo uno dei pochi paesi Ue che ha creato un proprio meccanismo antifrode che dialoga con Arachne, il sistema antifrode dell’Ue. Questa interconnessione ci permette di rilevare comportamenti anomali. Fino ad oggi Agea era un sistema passivo; ora siamo noi che facciamo intelligence amministrativa. Collaboriamo con i carabinieri del Masaf, su input del ministro Francesco Lollobrigida che ha istituto la cabina di regia contro le frodi in agricoltura.
D. Come fate a intercettare le anomalie?
R. Abbiamo costruito un sistema di indicatori, con algoritmi che creano situazioni di alert; queste ci consentono di fare verifiche amministrative. In caso di esito positivo, scatta l’indagine con la verifica. L’integrazione con Arachne ci permette di stringere le maglie: abbiamo messo a campione circa 9.600 aziende agricole e incrociato i suoi dati con quelli del Sian. È emerso un numero interessante di aziende a rischio di elusione e frodi, ad alta significatività; numeri che presenteremo in un convegno, il 28 ottobre.
D. Cosa intende per elusione? E cosa comporta?
R. L’interruzione del pagamento e la sanzione amministrativa. Per clausola di elusione si intende la disposizione all’art. 62 del regolamento Ue n. 2021/2116.
D. Può fare un esempio di comportamento elusivo?
R. Un giovane entra nel regime degli interventi Pac solo per accumulare un valore più alto di assegnazione dei titoli dagli aiuti diretti, tramite accesso alla riserva nazionale, nonché per richiedere un contributo aggiuntivo di primo insediamento dallo sviluppo rurale senza svolgere l’attività agricola; mentre, in realtà, quest’attività agricola continua ad essere svolta da terzi (genitori, parenti ecc.).
D. Che vantaggi ottiene Agea dal nuovo sistema?
R. Ci permette la manipolazione dei dati contenuti nel Sian. Agea ha una quantità incredibile di dati, che può essere interpretata per le politiche agricole. Abbiamo iniziato a studiare il trend dei pagamenti della Pac: importi e colture. E abbiamo scoperto che circa 5 mln di ettari di terra, cioè 50mila kq di territorio nazionale, sono ammissibili ad aiuti, ma non coltivati. Per essi non è stata fatta domanda di aiuto.
D. Quindi?
R. Ne ricaviamo tre aspetti. Uno: abbiamo fatto richieste di aiuti a livello Ue per 600-700 mln di euro in meno rispetto al potenziale del paese. Due: se si vuole sviluppare una politica per l’inserimento dei giovani in agricoltura sappiamo che sul territorio insistono terreni che possono essere messi a loro disposizione con forme contrattuali ad hoc. Anche mediante accordi con i sindaci. Tre: questa Pac ha una tendenza perversa a valorizzare il greening e non la produzione; oggi sappiamo anche che l’Italia perde capacità produttiva utilizzabile per le colture strategiche del nostro paese.
D. Lo spieghi in cifre.
R. Per gli aiuti diretti abbiamo a disposizione 3,650 mld di euro annuali; avremmo potuto averne 4,4 mld. L’importo è stato calcolato sulla base dei terreni comunicati a Bruxelles come ammissibili e coltivabili nel 2022, durante la fase di negoziazione della Pac 2023/27. Non comunicando l’esatto importo dei terreni coltivabili abbiamo preso meno soldi. La Carta dei suoli permette questa ricognizione. E tocca anche il greening.
D. Cioè?
R. Analizzando i dati, abbiamo scoperto che, per applicare la Pac pedissequamente nella rotazione delle colture, lo scorso anno erano stati richiesti aiuti per 960mila ettari destinati a grano duro, nel 2024 ne sono stati richiesti 580mila. Siamo il paese che produce ed esporta la pasta; avere meno grano duro significa che dobbiamo importarne di più. Questo pesa sulla bilancia commerciale. E sulla qualità.
D. Altre iniziative contro le frodi?
R. Da inizio 2025 istituiremo il fascicolo aziendale virtuale: raccoglierà tutti i terreni ammissibili ma non dichiarati, per mantenere attivo il censimento ed evitare che ci sia un’azione fraudolenta nella contrattualizzazione dei titoli sui terreni. Ogni ettaro vale un titolo Pac e i titoli sono come le obbligazioni; possono essere spostati da soggetto a soggetto.
D. Come intende aiutare i comuni nell’incentivare l’uso dei terreni incolti?
R. Con la Carta dei suoli rileveremo il dettaglio del poligono e la proprietà, pubblica o privata. Possiamo dialogare col comune di riferimento e proporre politiche per i giovani.
D. E coi privati?
R. Presto vareremo un progetto: un distretto agricolo dove tutto quello che sto raccontando sarà messo a sistema. Il primo lo lanceremo a fine novembre ad Avezzano, nella Marsica. Riguarda 37 comuni. Il privato potrà affittare il terreno e creare una piattaforma di domanda-offerta. Tutto ciò ha un fine: aumentare la produzione interna per avere dall’Ue i soldi che vanno a coprire l’effettiva superficie coltivabile del paese.
D. Vale anche per i migranti?
R. Si parla di immigrazione, caporalato, sfruttamento del lavoro; se ci sono appezzamenti di terra che si possono dare in cooperativa ai migranti, perché no? Eppoi, ci sono i boschi, che possono dare redditività al sistema paese.
D. Come?
R. La mappatura della Carta dei suoli ha fatto emergere un patrimonio boschivo di 4,5 mln di ettari non dichiarati per gli aiuti Pac. La superficie boschiva può essere usata per il rilascio di crediti di carbonio da utilizzare nel sistema produttivo industriale e agricolo del paese. Oggi un credito di carbonio per ettaro è quotato circa 63 euro; moltiplicato per 4,5 mln di ettari di superficie boschiva, avremmo un valore commerciale di oltre 283 mln di euro, da spendere per raggiungere gli obiettivi previsti dal Green Deal, senza deprimere l’effettiva produzione agricola nazionale. Cosa che è avvenuta con l’obbligo della superficie da destinare a riposo, previsto dalla nuova Pac.
D. Le alluvioni si susseguono. Il fondo Agricat per le polizze agricole non va.
R. Ne siamo soci assieme ad Ismea; la macchina organizzativa, costruita dal precedente governo, era una scatola vuota. Ora inizia a muoversi. La polizza sarà predisposta sulla base delle colture indicate e controllate nel fascicolo aziendale; lì, range ottimali diranno all’agricoltore quanto dovrebbe pagare. Vede, ci sono broker sul territorio, che vendono prodotti assicurativi. Il sistema va riformato ed è compito della politica; noi rendiamo il dato disponibile e la mappatura del rischio trasparente e oggettiva.
Riproduzione riservata