Brevetti, Italia quarta in Europa per domande dalle università
Brevetti, Italia quarta in Europa per domande dalle università
nuovo studio pubblicato oggi dall’Ufficio europeo dei brevetti . Spiccano tra gli atenei italiani il Politecnico di Milano con 809 domande di brevetto l'Università degli studi di Milano, con 682 domande e La Sapienza di Roma con 502. Seguono nella Top 5 l'Università degli studi di Bologna (472) e il Politecnico di Torino (419). Le università italiane hanno generato il 6,6% di tutte le domande di brevetti accademici in Europa, per un totale di 7 088 brevetti europei nel periodo 2000-2020

di redazione Roma 22/10/2024 10:44

Scoperte come i vaccini, la ricerca sull'mRNA, la scienza dei materiali o i progressi nella tecnologia laser devono tutti la loro esistenza alla ricerca universitaria. Il nuovo studio pubblicato dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO), rileva un aumento negli ultimi due decenni delle domande di brevetto provenienti dalle università europee. Queste, rappresentano il 10,2% di tutti i brevetti depositati presso l’EPO dai richiedenti europei.

In Italia, i brevetti accademici rappresentano l`8,6% del totale delle domande presentate da richiedenti italiani, nel periodo 2000-2020. L’Italia, con 79 università, si colloca al quarto posto in Europa per numero di atenei che hanno generato, nel periodo, almeno una richiesta di brevetto all’EPO. La piattaforma di ricerca gratuita Deep Tech Finder dell’EPO è stata ampliata per includere circa 900 università e oltre 1.500 spin-out, facilitando così il collegamento tra migliaia di startup e/o università che hanno presentato domande di brevetto europee, e che sono pronte per attrarre investimenti.
Lo studio, che rappresenta la prima analisi completa del suo genere, si basa su dati relativi a 1 200 università europee, che hanno generato domande di brevetto all'EPO tra il 2000 e il 2020. Oltre alle domande di brevetto depositate direttamente dalle università stesse, lo studio esamina anche le domande indirette presentate da altri soggetti che menzionano ricercatori affiliati all'università come inventori del brevetto.

"L'Europa ha una lunga tradizione di eccellenza accademica, ma a volte lottiamo per trasformare la ricerca in successo commerciale", ha affermato il presidente dell'EPO, António Campinos. “Questo studio fa luce sull’inventiva accademica in tutta Europa per indirizzare ulteriormente le politiche e le strategie. Sfruttando i brevetti attraverso licenze, collaborazioni o spin-out, le università possono amplificare il proprio impatto generando valore sia sul mercato che a livello sociale. Come sottolinea il recente rapporto Draghi, c’è ancora un lavoro significativo da fare per realizzare un mercato unico della ricerca e della tecnologia in Europa, dal momento che il nostro studio rivela che il 10% delle startup con brevetti europei accademici ha la propria sede legale negli Stati Uniti”.

Le università italiane hanno generato il 6,6% di tutte le domande

Secondo lo studio, Germania, Francia, Regno Unito e l’Italia, al quarto posto, guidano la classifica per numero di domande di brevetti accademici. Le università italiane hanno generato il 6,6% di tutte le domande di brevetti accademici in Europa, per un totale di 7 088 brevetti europei nel periodo 2000-2020. Tra queste è il Politecnico di Milano a cui è riferito il maggior numero di domande di brevetto, con 809 tra il 2000 e il 2020. Seguito dall'Università degli studi di Milano, con 682, e dall'Università La Sapienza di Roma, con 502. La lista delle top 5 università italiane è completata dall'Università degli studi di Bologna (472) e dal Politecnico di Torino (419).


Due terzi di tutte le domande di brevetto originate dalle università europee negli ultimi due decenni non sono state richieste direttamente dalle università medesime, ma da altre entità, per lo più imprese, con le PMI che rappresentano il 30 per cento di queste domande. Tuttavia, le università europee hanno notevolmente aumentato la brevettabilità delle loro invenzioni, passando da rappresentare il 24% di tutte le domande di brevetto accademico nel 2000 al 45% nel 2019, il che indica un cambiamento significativo nella pratica e nella politica della proprietà intellettuale. La ricerca esamina anche la collaborazione sulle invenzioni accademiche che spesso sono ancora limitate ai partners locali e nazionali, suggerendo che vi è un potenziale per collaborazioni transfrontaliere in Europa.


Lo studio rileva inoltre che dal 2015 al 2019, 152 startup con sede in Italia hanno fatto domande di brevetto europeo su invenzioni accademiche - il quinto numero più alto in Europa che dimostra la solidità del processo di trasferimento della tecnologia dal laboratorio universitario al mercato.

Un piccolo numero di università in Europa (il 5% delle 1 200 università incluse, tra le altre, l'Università di Grenoble Alpes, l'Università tecnica di Monaco, l'Università di Oxford, l'Istituto federale di tecnologia di Zurigo così come il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano, la Sapienza di Roma, l'Università degli studi di Bologna e il Politecnico di Torino) rappresenta la metà di tutte le domande di brevetto accademico. Si concentrano maggiormente su campi scientifici e sono supportati da uffici dedicati per il trasferimento delle conoscenze. Al contrario, il 62% delle università contribuisce solo all'8% dei brevetti. Tuttavia, anche quest'ultimo gruppo di piccole università che presentano in proporzione meno domande di brevetto svolge un ruolo importante nei loro ecosistemi nazionali di innovazione.


L'EPO ha ora aggiornato il suo tool gratuito Deep Tech Finder (DTF) sulle domande di brevetto per consentire agli utenti di identificare facilmente le università e i relativi spin-out, così come le startup pronte ad attrarre investimenti. Questo strumento online gratuito include
i dati di dettaglio di quasi 900 università europee, nonché i profili aziendali e i portafogli di brevetti di oltre 1 550 spin - out. La nuova versione migliorata del DTF semplifica come mai prima, i collegamenti tra il mondo della ricerca accademica e gli investitori. Questo aggiornamento conferma l'impegno concreto dell'EPO a sostenere l'innovazione tecnologica in tutta Europa.