Migranti, sì di Palazzo Chigi alla lista dei paesi sicuri
Migranti, sì di Palazzo Chigi alla lista dei paesi sicuri
Approvato il decreto che stabilisce quali siano i paesi sicuri di provenienza dei migranti che potranno essere inviati nei centri di accoglienza albanesi. Scontro con le opposizioni sulla Giustizia

di Redazione Roma 21/10/2024 19:34

Il consiglio dei ministri ha approvato nella serata di oggi, 21 ottobre, il decreto che stabilisce quali siano i paesi sicuri di provenienze dei migranti che potranno essere inviati nei centri di accoglienza albanesi creati in seguito all'accordo tra i due premier, Giorgia Meloni ed Edi Rama. A Palazzo Chigi una riunione giuridica ha preceduto quella di oggi pomeriggio, ed è stato quindi trasformato un decreto interministeriale fra Viminale e Farnesina in  unanorma primaria di legge.

Scontro sulla giustizia 

È scontro tra maggioranza e opposizione sul tema della giustizia alla luce di quanto avvenuto sulla questione migranti, costretti a lasciare l’Albania e a rientrare in Italia, sia alle polemiche innescate dalla pubblicazione via social di uno scambio di mail tra magistrati da parte della premier Giorgia Meloni, proprio all’indomani della decisione sul trasferimento dei migranti. Alla luce, inoltre, delle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Nordio, che ha definito la sentenza del magistrato sui migranti una cosa "abnorme". 

"Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione...". Questa la mail scritta da Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione, di Magistratura democratica, che la premier ha rilanciato ieri sui social, con il titolo: 'Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio'.

La polemica politica-magistratura è partita dalla questione dei migranti in Albania

La sezione per i diritti della persona e immigrazione del Tribunale di Roma, venerdì scorso non ha convalidato il trattenimento nei confronti di 12 migranti all'interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania. Le parole di Patarnello gli sono valse l'accusa di "eversione" e l'annuncio di interrogazioni parlamentari. Patarnello preferisce non commentare gli attacchi subiti, turbato dagli esiti probabilmente controproducenti di un intervento a difesa dell'autonomia della magistratura.

Gli avvocati di Fratelli d'Italia, insieme a quelli di Forza Italia, si sono già messi all'opera. Le parole scritte nella mail della toga di Magistratura democratica, per la maggioranza, devono essere ricondotte in una sede istituzionale, al Csm. Sono parole, a giudizio di tutti, Meloni e alleati, "talmente gravi" da non poter passare inosservate, o derubricate nel calderone della quotidiana polemica politica.

 

Meloni, determinati realizzare nostro programma, senza paura

"E' una priorità assoluta combattere chi sfrutta il legittimo desiderio delle persone di trovare condizioni di vita più favorevoli per ingrassare i propri profitti. Il Governo è determinato a smantellare queste reti criminali e a debellare il traffico illegale di esseri umani, che alimenta gli interessi degli schiavisti del Terzo Millennio". Lo dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commentando una operazione in Calabria contro l'immigrazione clandestina. "Il nostro impegno va avanti. Continueremo a lavorare senza sosta per difendere i nostri confini e per ristabilire un principio fondamentale: in Italia si entra solo legalmente, seguendo le norme e le procedure previste", aggiunge la premier ringraziando la Guardia di Finanza di Crotone, lo Scico e la Dda di Catanzaro "per la brillante operazione che ha portato allo smantellamento di un'organizzazione criminale internazionale dedita al traffico di esseri umani e al riciclaggio di denaro".

Finché avremo il sostegno dei cittadini, continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l'Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata. Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito. Al lavoro, senza sosta, senza paura". E' quanto aveva scritto su X la presidente del Consiglio.

Ue: le misure dell'Italia siano conformi al diritto europeo

"Siamo a conoscenza della sentenza e siamo in contatto con le autorità italiane. Al momento ci sono liste su base nazionali di Paesi terzi sicuri, non abbiamo per ora una lista comune europea, è qualcosa che prevediamo, su cui sarà necessario lavorare". Lo ha affermato la portavoce della Commissione europea, Anitta Hipper, aggiungendo che "la Commissione ha affermato che il protocollo Italia-Albania applica leggi nazionali, ma si applicano anche standard sulla protezione e procedure previste dalla normativa europea. Abbiamo detto che le misure che le autorità italiane stanno prendendo devono essere in piena conformità e in nessun modo devono indebolire l'applicazione delle norme e dei trattati europei". Quanto alla tempistica per la possibile adozione di una lista comune a livello europeo, il portavoce Eric Mamer ha precisato che "è presto per iniziare a pensare ai tempi, prima occorre avere un collegio in carica".

Schlein: se queste le premesse nessuna collaborazione

"Se le premesse sono queste assolutamente nessuna collaborazione" con il governo sul fronte giustizia. "Sono gravissime le affermazioni del ministro Nordio, che da magistrato" dovrebbe sapere che esiste in Costituzione "il principio di separazione dei poteri messo a garanzia dei cittadini e chi va oltre le proprie prerogative è il governo, che vorrebbe, apprendiamo oggi, rimettere mano alla Costituzione per cancellare il principio di separazione dei poteri" ed è "grave" che a dirlo sia "addirittura il presidente del Senato". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, ad Agorà su Rai 3, in merito allo scontro tra governo e magistrati e all'intervista di Ignazio La Russa in cui il presidente del Senato ipotizza una riforma della Costituzione "che faccia maggiore chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura. Perché così non funziona".

“I giudici italiani sui migranti deportati in Albania hanno applicato una sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre, che io stessa avevo letto a Meloni in Aula, ma lei è chiusa nel suo palazzo e non ascolta e pensa di fare tutto giusto. Come fa Meloni a non sapere che l'Egitto non è un Paese sicuro dopo quanto accaduto con l'uccisione di Giulio Regeni?”, ha aggiunto la segretaria del Pd, "Come fai ad aggirare le leggi dell'Unione europea? Dovrebbero uscire dall'Ue, non credo vogliano farlo...".

L'intervista di La Russa

"Penso che alcuni magistrati vogliano affermare la propria visione della società e della politica attraverso la giurisdizione. La destra, che vuole governare, vorrebbe rispetto per le prerogative della politica. Ed è per questo che dobbiamo chiarire questa zona grigia. Perché altrimenti non si capisce quale sia il confine tra le funzioni della giustizia e quelle della politica. Insieme, in modo concorde - maggioranza, opposizione, magistrati - dobbiamo perimetrare questi ambiti. La lite non funziona".

Ecco quanto ha detto, in un'ìntervista con Repubblica, il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "A chi spetta definire esattamente i ruoli della politica e della giustizia? Alla Carta costituzionale. In passato tutto sembrava funzionare. Dopo Tangentopoli non è più stato così. Ci sono magistrati che vanno oltre, dando la sensazione di agire con motivazioni politiche. E ci sono d'altro canto politici che hanno il dente avvelenato con i giudici. Se la Costituzione non appare sufficientemente chiara, si può chiarire meglio", ha aggiunto La Russa sottolineando che "potrebbe essere utile una riforma che faccia maggiore chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura. Così non funziona".

Tajani, magistrati non devono essere politicizzati

Nessun conflitto tra governo e toghe, ma "le dichiarazioni su Giorgia Meloni" contenute "nella mail dei magistrati, sono inaccettabili". Lo dice al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "C'e' un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all'allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni", sostiene il leader di Forza Italia. "Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa. Dicono che un generale non deve fare politica. Sono figlio di un generale dell'esercito. Non diceva nemmeno a noi per chi votava. Ma neanche un magistrato deve essere politicizzato. Come non esistono carabinieri di destra e carabinieri di sinistra. Mica sono professori di università". Per Tajani "non sono i magistrati a dover decidere quali sono i Paesi sicuri. Il potere giudiziario non può invadere gli altri due. Io rispetto le sentenze, però i magistrati non possono fare come vogliono. La Corte europea parlava di parti di territorio non sicure ma deve essere venuto meno il controllo, come accade con gli Houthi. Altrimenti nemmeno l'Italia è sicura. In alcune zone dove ci sono mafia o camorra, l'Italia è sicura? Con questo principio nulla lo è più, neppure gli Usa, che in alcuni Stati hanno la pena di morte". Infine, quanto al decreto che dovrebbe essere varato oggi dal Cdm, ci sarà "la lista dei Paesi sicuri" mentre la Corte Ue "non dava una lista. Questo è un decreto, una fonte primaria, non possono esserci contestazioni. La democrazia si basa su un potere tripartito. Noi abbiamo un problema di immigrazione irregolare che genera allarme sociale".