La nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della nuova Commissione Ue "è il riconoscimento del ruolo e del peso dell'Italia, Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d'Europa, terza economia del Continente. Un risultato che credo debba inorgoglire tutta la Nazione, non solo i partiti della maggioranza. Ed è la ragione per cui mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre".
Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nell'Aula del Senato in occasione delle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 17 e 18 ottobre. "Non mancheranno le occasioni per dividerci nel corso di questa legislatura europea su tanti temi su cui le diverse forze politiche hanno opinioni spesso radicalmente diverse, ma di fronte all'affermazione dell'interesse nazionale credo che abbiamo il dovere di essere uniti. È quello che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura all'atto della nomina di Paolo Gentiloni, quando proprio Raffaele Fitto - in rappresentanza di Fratelli d'Italia - si espresse a favore del candidato italiano e conseguentemente il gruppo di ECR votò in suo favore, e addirittura il Presidente Silvio Berlusconi chiese di partecipare ai lavori di una commissione che non era la sua, per poter prendere la parola e intervenire a sostegno di Paolo Gentiloni",ha spiegato la premier sottolineando che "ci sono momenti in cui l'interesse nazionale deve prevalere su quello di parte e mi auguro sinceramente che questo momento sia uno di quelli, senza distinguo e senza tentennamenti".
"Anche perché, e lo voglio dire anche in questo caso senza polemica - sgomberando però il campo da alcune valutazioni a mio avviso poco corrette e sicuramente ingenerose - quelle attribuite a Raffaele Fitto sono deleghe di primissimo ordine", ha concluso.
"L'Unione europea si trova ad affrontare queste sfide dopo una tornata elettorale che ha restituito alcuni messaggi molto chiari da parte dei cittadini europei, e con una nuova squadra che dovrà affiancare la Presidente rieletta Ursula von der Leyen. Se il percorso parlamentare in atto confermerà - come naturalmente crediamo e auspichiamo - la composizione annunciata, di questa squadra farà parte il ministro Raffaele Fitto, che la Presidente von der Leyen ha voluto designare nel ruolo di vicepresidente Esecutivo della Commissione europea".
"Un notevole miglioramento per la nostra nazione rispetto alla composizione della commissione uscente, atteso che vedeva 4 Vicepresidenti esecutivi e 7 Vicepresidenti complessivi ma nessuno di questi era italiano", osserva Meloni, sottolineando che "differentemente da quanto preconizzato da molti, e da quanto forse sperato da alcuni, questa indicazione è la conferma di una ritrovata centralità dell'Italia in ambito europeo, rafforzata - permettetemelo - da un governo credibile che garantisce la stabilità politica in una fase storica in cui tutto intorno a noi è instabile. Una realtà, insomma, molto distante dal continuo mantra di un presunto isolamento internazionale italiano".
La premier poi sottolinea che "questa nuova legislatura Ue si è aperta all'insegna della preoccupazione e dell'incertezza per i mutamenti geopolitici, per l'escalation in Medio Oriente e per le molte difficoltà che attraversa l'economia europea, in parte conseguenza di questi scenari, in parte figlia degli errori del passato".
Motore endotermico, si deve avere il coraggio di riaprire la partita
"Non ci siamo affatto stupiti della richiesta portata avanti dalla principale associazione che riunisce i produttori del settore automobilistico di anticipare al 2025 la revisione degli obiettivi legati allo stop al motore endotermico. Si deve avere il coraggio di riaprire la partita, e di perseguire, al contempo, la strada della neutralità tecnologica, sostenendo anche quelle tecnologie e quelle filiere - come i biocarburanti - nelle quali l'Italia e l'Europa possono giocare un ruolo da protagonisti", ha detto Meloni toccando un altro degli argomenti di discussione tra l'Italia e l'Unione europea. "Allo stesso modo, però, è necessario porsi il tema di come finanziare gli investimenti verso un automotive più pulito, di come sostenere l'innovazione, di come garantire una sempre maggiore autonomia strategica, costruendo catene del valore europee per non consegnarci a nuove, pericolose, dipendenze", ha aggiunto Meloni ricordando che "proprio in questa direzione va il non-paper presentato dal ministro Urso ai colleghi degli altri ventisei Stati membri che servirà come base di discussione per ampliare il consenso intorno alla nostra posizione, ispirata al buon senso e al pragmatismo, senza alcuno spazio per gli approcci ideologici".
Inseguire decarbonizzazione al prezzo deindustrializzazione è suicidio
"Come ho detto mille volte, inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è, semplicemente, un suicidio. Non c'è nulla di verde in un deserto, e nessuna transizione verde, alla quale guardiamo con favore, è possibile in una economia in ginocchio", ha poi dichiarato la premier. "L'addio al motore endotermico entro il 2035, cioè in poco più di un decennio, è uno degli esempi più evidenti di questo approccio sbagliato. Si è scelta la conversione forzata ad una sola tecnologia, l'elettrico, di cui però noi non deteniamo le materie prime, non controlliamo le catene del valore, che ha una domanda relativamente bassa e prezzi proibitivi per gran parte dei nostri concittadini. Insomma, una follia per la quale le nostre economie stanno pagando pesanti conseguenze, in termini di ricchezza, occupazione, forza produttiva e, appunto, competitività. Lo stiamo vedendo in Italia, ma anche in quelle economie considerate per antonomasia talmente solide da resistere ad ogni evoluzione", ha aggiunto.
Non accettabili gli attacchi dell'esercito israeliano all'Unifil
"In questi giorni, per la prima volta in un anno di azioni militari israeliane, le postazioni del contingente militare italiano inquadrato nella missione Unifil delle Nazioni Unite sono state colpite dall'esercito israeliano. Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, io penso che non si possa considerare accettabile. Ed è esattamente la posizione che l'Italia ha assunto, con determinazione, a tutti i livelli. È la posizione che io stessa ho ribadito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu". "Pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati, sia di quelli impegnati nella missione Unifil dell'Onu sia di quelli impegnati nella missione bilaterale Mibil, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni alla stabilità lungo il confine Israelo-libanese. Riteniamo perciò che l'atteggiamento delle forze israeliane sia del tutto ingiustificato, oltre a rappresentare una palese violazione di quanto stabilito dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", ha aggiunto.
In Libano la prossima settimana
"È già previsto che io vada in Libano, come anche il ministro Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la prossima settimana. Stiamo facendo, anche con la nostra presenza, tutto quello che è possibile fare".
Il Consiglio ribadirà il proprio sostegno all'Ucraina
"Il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l'obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l'Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere", ha detto la premier. "Giovedì scorso ho ricevuto a Roma il Presidente Zelensky e in quell'occasione ho ribadito ancora una volta che difendere l'Ucraina è nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, perché significa tutelare quel sistema internazionale di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni Nazione", ha aggiunto Meloni.
"L'Italia ha firmato l'accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili. Questo al netto del sostegno che l'Italia continua a dare a 360° gradi. Non ultimo, il contributo per ripristinare la capacità di produzione di energia dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka", ha proseguito ancora la premier garantendo che "continueremo, inoltre, a lavorare, per attuare l'accordo per il prestito garantito dagli interessi generati dagli asset russi immobilizzati in Europa, importante risultato raggiunto dalla Presidenza italiana del G7. E come ho detto molte volte in passato guardare al futuro dell'Ucraina significa anche immaginare la sua ricostruzione, che va sostenuta insieme alle Istituzioni finanziarie internazionali e al settore privato".