Israele, ultimatum a Unifil:  Lasci subito il Libano. No di Guterres
Israele, ultimatum a Unifil: Lasci subito il Libano. No di Guterres
Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha denunciato come potenziale crimine di guerra gli attacchi che hanno ferito diversi peacekeeper delle Nazioni Unite nel Libano meridionale . Israele attacca una scuola, un ospedale e un campo profughi a Gaza

di Redazione Roma 14/10/2024 15:24

Israele bombarda l’ ospedale Al Aqsa a Gaza perché, sostiene Idf, lì si annida un comando di Hamas. E non basta, perché ai 4 morti, ai 40 feriti, alle tende in fiamme si aggiungono le 10 vittime e i 30 feriti di un altro attacco, questa volta al campo profughi di Jabalya. In più, 18 morti in una scuola a Gaza. La guerra diventa di ora in ora più una inutile caccia all’uomo e all’organizzazione, ovunque essi si nascondano e senza preoccuparsi dei civili coinvolti in questa spirale di violenza. C

L'ultimatum di Tel Aviv: "Unifil lasci il Libano". Guterres: No

Come dimostra anche l’ultimatum lanciato dal ministro dell’Economia e dell’Industria di Tel Aviv, Eli Cohen, che ha intimato all’«inutile» missione Unifil di stanza in Libano di lasciare il paese dei Cedri in quanto avrebbe fallito nel compito di «proteggere gli israeliani». «Queste forze non hanno in alcun modo contribuito al mantenimento della stabilità e della sicurezza nella regione, non hanno garantito l’applicazione delle risoluzioni Onu e fungono da scudo a Hezbollah», ha detto Cohen rivolto al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. «È giunto il momento che lei risponda alla richiesta che le è stata rivolta, che ritiri l’Unifil dalle zone di confltto e smetta di fare il gioco di hHamas». Parole alle quali Guterres ha replicato che «i peace keeper di Unifil mantengono tutte le posizioni e la bandiera dell’Onu continua a sventolare»- 

 

Due carri armati israeliani hanno "fatto irruzione" domenica in una postazione dell'Unifil nel Libano meridionale. È quanto denunciato dalla stessa forza di pace dell'Onu. 15 caschi blu colpiti da fumo dopo colpi sparati da militari israeliani. "Continuano gli attacchi ai Caschi blu. Non so come chiamarli se non sono attacchi deliberati... È un attacco deliberato, una violazione della risoluzione 1701 e anche una violazione dei diritti internazionali umanitari, quindi sicuramente la cosa è grave, seria ed è importante che la comunità internazionale rifletta su questo e ci si lavori anche per trovare una soluzione”. Lo ha detto, a RaiNews24, il portavoce di Unifil Andrea Tenenti. "La situazione resta molto grave e peggiora di ora in ora. Le due ultime settimane hanno fatto registrare attacchi quotidiani contro la missione, attacchi che sono stati deliberati da parte dell'esercito israeliano. Subito dopo gli israeliani ci hanno detto di lasciare le aree e le posizioni vicino alla Linea Blu, ma la Missione ha deciso di restare, perché' siamo qui su mandato dell'Onu che è un mandato del Consiglio di sicurezza. Si rimane perché' è importante mantenere una presenza internazionale del sud del Paese", ha aggiunto.n ogni caso "il contingente italiano sta bene, è motivato, la volontà è di rimanere, abbiamo la Brigata Sassari con più di 1.100 Caschi blu, rimangono nelle loro posizioni. La situazione non è facile, ma continuano a lavorare, come tutti gli altri contingenti della Missione. Il monitoraggio resta molto difficile, ma bisogna restare perché non possiamo avere un Paese che detta le regole per la Comunità internazionale, si rimane, ma occorre trovare una soluzione politica e diplomatica", ha sottolineato Tenenti.

E’ possibile rispondere al fuoco

"Tra le regole di ingaggio c’è la possibilità di rispondere al fuoco se uno è minacciato per la propria sicurezza. Ma bisogna essere pragmatici e razionali. Rispondere al fuoco in queste situazioni potrebbe solo aumentare le tensioni. Siamo una missione di pace che deve far sì che ritorni la stabilità in questa Regione. Quindi bisogna vedere la situazione nel terreno e abbassare le tensioni, non dobbiamo diventare parte di questo conflitto", ha poi specificato il portavoce di Unifil. "Il nostro lavoro è cercare di riuscire a trovare una stabilità in una Regione che negli ultimi dodici mesi ha trovato solo distruzione e morte", ha aggiunto Tenenti, secondo cui "non c’è una soluzione militare, perché' non è a lungo termine. Serve una soluzione politica e diplomatica perché' si potrebbe scatenare un conflitto regionale".

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Netanyahu a Meloni: mai più terroristi ai nostri confini 

"Nella mia conversazione di oggi con il primo ministro italiano Georgia Meloni, ho sottolineato che alla luce delle atrocità del 7 ottobre 2023, Israele non permetterà mai più a un'organizzazione terroristica genocida di avvicinarsi ai nostri confini. Né a Gaza né in Libano". È quanto si legge in una nota dell'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Israele farà ogni sforzo per prevenire vittime Unifil e farà il necessario per vincere la guerra". Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo quanto si legge in una nota del suo ufficio, accusando "diversi leader europei" di esercitare "pressioni nella direzione sbagliata". "Invece di criticare Israele che sta combattendo in prima linea per la civiltà, dovrebbero indirizzare le loro critiche a Hezbollah e ai suoi protettori iraniani, che stanno usando Unifil come scudi umani".

L’esercito israeliano: attacco a Unifil un errore, Italia amico importante

Roma, 13 ott. – “L'attacco dell'Idf alla base Unifil è stato un errore" e non deve mettere in discussione il rapporto tra Israele e l'Italia, "un amico molto importante", di "una amicizia sincera e un'alleanza importante". Con queste parole il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, ha assicurato che l'esercito israeliano "non sta puntando contro l'Unifil. "Ogni incidente nel quale l'esercito ha forse sparato contro basi di Unifil è stato un errore", ha detto al Tg1, "Stiamo indagando sugli eventi accaduti nei giorni scorsi, incluso quello dove erano coinvolti gli italiani. Stiamo indagando in modo molto serio per evitare che una cosa del genere si ripeta. Stiamo attaccando solo Hezbollah che in certi casi si nasconde vicino o dietro le basi dell'Onu". "Quando operiamo in Libano il nostro obiettivo è esclusivamente Hezbollah, non il Libano come Paese e neanche i cittadini libanesi. Siamo esclusivamente concentrati sul gruppo terroristico di Hezbollah", ha concluso il portavoce dell'Idf.