Allarme della Corte dei conti europea sull'utilizzo dei fondi del Recovery Fund da parte degli Stati Ue, a cominciare dall'Italia: a fine 2023, secondo i dati della Procura europea (Eppo), erano aperte 206 indagini attive relative ai fondi per i Pnrr con potenziali danni stimati in oltre 1,8 miliardi di euro. Le 206 indagini aperte riguardavano 10 Stati membri, con circa il 75% di questi casi provenienti dall'Italia. E' quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti Ue sul bilancio Ue e sulla spesa del Recovery Fund. Le cifre presentate dall'Eppo, spiegano i giudici della Corte dei conti europea, "confermano che il rischio di frode è presente" nell'operazione Pnrr e "mettono in discussione l'affidabilità delle dichiarazioni di gestione degli Stati membri in termini di segnalazione delle frodi rilevate e delle misure correttive adottate".
La Corte dei Conti Ue, nella relazione, segnala l'aumento della spesa irregolare nel bilancio dell'Unione europea. La Corte stima che il tasso di errore nella spesa finanziata dal bilancio sia stato del 5,6% per il 2023, che il dispositivo di ripresa post-Covid-19 sia inficiato da debolezze sistemiche e da pagamenti irregolari e che il crescente indebitamento pesa sempre più sulle finanze della Ue. Per quanto riguarda l'operazione Pnrr (NextGenerationEU), la Corte ha rilevato che circa un terzo dei pagamenti a fondo perduto a fine 2023 non rispettava le norme e le condizioni applicabili, al punto che sei pagamenti erano inficiati da un livello di errore rilevante. La Corte ha individuato anche casi di debolezze nella concezione dei traguardi e degli obiettivi, nonchè problemi persistenti connessi all'attendibilita' delle informazioni incluse dagli Stati membri nelle rispettive dichiarazioni di gestione.
La Corte lancia l'allarme sui "crescenti rischi finanziari per il bilancio causati da un debito record, dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e dall'elevato tasso di inflazione" La Corte, pur concludendo che i conti per l'esercizio finanziario 2023 'forniscono un'immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria e che le entrate possono essere ritenute prive di errore', esprime la propria preoccupazione, perchè per i 191,2 miliardi di euro di spese finanziate dal bilancio il livello di errore è aumentato fino al 5,6 % (2022: 4,2%; 2021: 3%). Per di più è inficiata da irregolarità anche una parte dei 48 miliardi di euro spesi nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza per la ripresa dalla pandemia. La Corte ha riscontrato pagamenti effettuati senza che fossero state soddisfatte tutte le condizioni applicabili, nonchè debolezze nei sistemi di controllo degli Stati membri.
L'importo totale di impegni di spesa non ancora liquidati, che si tradurranno in futuri obblighi di pagamento se non disimpegnati, ha raggiunto il livello record di 543 miliardi di euro alla fine del 2023 (2022: 452,8 miliardi di euro). Al contempo, il debito ha subìto un'impennata, raggiungendo i 458,5 miliardi di euro nel 2023 (2022: 348 miliardi di euro), aumentando cioè del 32%, per effetto principalmente dei nuovi prestiti assunti per NGEU, pari a 268,4 miliardi di euro. Il debito Ue adesso è quasi raddoppiato rispetto al 2021, quando si collocava a 236,7 miliardi di euro. Così la Ue "è ora uno dei maggiori emittenti di debito in Europa, benchè' non sia chiaro se la proposta sulle risorse proprie presentata dalla Commissione generera' entrate sufficienti a rimborsare il debito connesso al Recovery Fund'. Si stima che i costi aggiuntivi dell'indebitamento per il Recovery siano compresi tra i 17 e i 27 miliardi di euro.
L'assistenza finanziaria all'Ucraina è più che raddoppiata nel 2023, passando da 16 a 33,7 miliardi di euro. La Corte avverte che trasferire nel futuro i rischi di eventuali inadempienze nei rimborsi dei prestiti potrebbe mettere il bilancio Ue sotto pressione. Inoltre, mette in evidenza i notevoli rischi associati allo strumento per l'Ucraina istituito nel 2024 per fornire sostegno finanziario di un importo aggiuntivo massimo di 33 miliardi di euro sotto forma di prestiti per il periodo 2024-2027, a fronte del quale non e' previsto l'obbligo di costituire accantonamenti.
Bruxelles a Corte Conti: irregolarità amministrative su 2023 non sono frode o sprechi
La Commissione Ue ha 'preso atto' del parere negativo della Corte dei conti europea sulla regolarità della spesa nell'ambito del quadro finanziario pluriennale e del suo parere con riserva sul Recovery Fund. Bruxelles ricorda che il livello stimato di errore segnalato dalla Corte 'non è una misura di frode, inefficienza o spreco, ma di irregolarità amministrative che non incidono sul risultato finale di un progetto e vengono solitamente recuperate o corrette'. Allo stesso tempo, la Commissione concorda sul fatto che sono necessari miglioramenti e 'sta agendo di conseguenza'. Bruxelles, comunque 'accoglie con favore la decisione della Corte dei conti europea di dare ai conti annuali un certificato di buona salute, per il 17 anno consecutivo'.