Professioni, contributi per la cig
Professioni, contributi per la cig
Serracchiani:i professionisti mettano nel «salvadanaio» previdenziale (pure) i soldi per pagarsi la cassa integrazione, per finire nel perimetro delle tutele proprie del lavoro dipendente

di di Simona D'Alessio 29/10/2020 07:13

I professionisti mettano nel «salvadanaio» previdenziale (pure) i soldi per pagarsi la cassa integrazione, per finire nel perimetro delle tutele proprie del lavoro dipendente. Un piano ambizioso (e costoso) da realizzare, che implica la modifica del regime fiscale delle Casse previdenziali cui versano i contributi. Parola della presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani (Pd), prima firmataria della risoluzione sui sistemi di protezione sociale per i lavoratori (7/00495), affrontata (congiuntamente a quella del deputato di Fi Paolo Zangrillo 7/00512) ieri, quando è stato ascoltato il numero uno dell'Adepp (Associazione degli Enti privati) Alberto Oliveti.

Il testo della parlamentare di centrosinistra parte dalla premessa che «la grave crisi economica ed occupazionale» abbattutasi sul paese, «in conseguenza della pandemia da Covid-19», e la successiva «interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema di welfare» e, malgrado il governo abbia messo in campo «misure emergenziali, impegnando risorse pari a oltre 17 miliardi» col cosiddetto decreto «Rilancio» (34/2020), che «si sommano ai quasi 8» allocati col Cura Italia» (18/2020) l'impatto «è pesante»; per «una vasta platea» di soggetti, specie nel comparto «autonomo e professionale, «un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle Casse», anche distribuendo «prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori, rispetto a quelle già praticate». E s'impegna, infine, l'esecutivo ad «adottare iniziative normative», affinché anch'esse, «Enti di diritto privato di previdenza obbligatoria», possano determinare forme di assistenza, «da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle del sistema pubblico».

Perentorio Oliveti: «Va chiarito a chi va l'onere», perché le Casse quest'anno assisteranno «a un forte calo delle entrate con la sospensione della riscossione», a causa del «ciclo economico negativo» e per l'aumento (già avvenuto) degli aiuti forniti. «Qualora il legislatore dovesse imporre» lo stanziamento di «risorse per erogare eventuali ammortizzazioni, senza provvedere a finanziarli», intaccherebbe l'autonomia (prevista dai decreti 509/1994 e 103/1996). E ciò sarebbe interpretato, ha scandito, «come l'ennesimo tentativo di ripubblicizzazione degli Enti privati», che hanno anticipato un miliardo e 105 milioni per 502.291 professionisti per tre mensilità, vedendosene rimborsata dallo stato una (si veda ItaliaOggi del 27 ottobre 2020). Netta la replica di Serracchiani: «Le imprese, in buona parte, si pagano la cassa integrazione, quindi, volendo arrivare ad una protezione sociale universale», fatta «insieme alle categorie» e «non imposta», dovrà «esser discussa proprio la questione della copertura» finanziaria delle tutele. La presidente dell'XI commissione ha, infine, aperto la porta al restyling dei «limiti regolamentari» (come la sostenibilità a 50 anni). E al «ritocco» (caldeggiato da Oliveti) della tassazione sugli investimenti.

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