Pnrr, l'Unione nazionale avvocati amministrativisti: i Tar non sono un ostacolo
Pnrr, l'Unione nazionale avvocati amministrativisti: i Tar non sono un ostacolo
Il presidente: la soluzione non è impedire che un giudice verifichi il rispetto delle regole negli appalti, ma riscrivere le regole per eliminare gli appesantimenti procedurali non imposti dalla normativa europea

06/12/2022 10:03

Il clamore su recenti sentenze dei Tar che annullano atti riguardanti lavori finanziati con fondi Pnrr rischia di dare un’idea sbagliata. L'idea che siano i giudici amministrativi a bloccare l'esecuzione delle opere; e che siano dunque un ostacolo per conseguire i finanziamenti Pnrr. Il rischio di perdere quei finanziamenti è gravissimo. Ma il potere del giudice amministrativo di intervenire sugli appalti – in base alle norme ora vigenti - ha un’incidenza limitata: - sui numeri, perché solo una minima frazione degli appalti è interessata da giudizi amministrativi; - sui tempi delle opere, perché negli appalti i giudizi sono rapidi come in nessun altro settore; sull’avvio e sull’esecuzione delle opere, perché ormai di regola le pronunce non possono bloccare la stipula del contratto d’appalto e l’esecuzione delle opere. Tutto ciò è problematico: per legge deve avere esecuzione un contratto d’appalto con un’impresa che non doveva essere scelta come contraente. All’impresa che avrebbe dovuto essere scelta spetta invece un risarcimento, non la possibilità di conseguire quell’appalto: e ciò comporta l’incremento dei costi, che devono comprendere anche le somme da risarcire. Questa comunque è la situazione attuale. E rispetto ad essa il ruolo della giustizia amministrativa non può essere ulteriormente ridotto. Va invece ribadito che, anche se i suoi poteri sono ora così limitati, è fondamentale che un giudice degli atti amministrativi vi sia. Non si può eliminare la possibilità di rivolgersi a un giudice in tema di appalti: non lo consente la Costituzione né la normativa europea. Ma, se anche si potesse, il mondo degli appalti non diventerebbe più efficiente abbandonando la legalità. Non si può fare a meno di un giudice che valuti se gli atti sono o no legittimi, cioè conformi alle regole. È invece sulle regole che bisogna intervenire. Sono le regole a dover essere cambiate se non consentono la rapidità procedurale necessaria a conseguire i finanziamenti del Pnrr. E a questo scopo la redazione del nuovo codice dei contratti pubblici – ora in corso – dovrà concludersi quanto prima ed essere precisa nelle scelte.