Gb, quattro ministri abbandonano Johnson. A rischio il futuro del premier
Gb, quattro ministri abbandonano Johnson. A rischio il futuro del premier
Il capo del Tesoro, Rishi Sunak, il segretario alla Salute, Sajid Javid, il ministro britannico per l'Infanzia e la Famiglia, Will Quince, e quello per le Scuole, Robin Walker, hanno lasciato il governo, dicendo di non avere più fiducia nella leadership

06/07/2022 10:35

La politica britannica vive un momento di forte agitazione. Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha subito un duro colpo politico, che potrebbe essere potenzialmente fatale per lui, dopo che il capo del Tesoro, Rishi Sunak, il segretario alla Salute, Sajid Javid, il ministro britannico per l'Infanzia e la Famiglia, Will Quince, ministri di piú alto livello di Johnson, e Robin Walker, il ministro per le Scuole del Regno Unito, hanno lasciato il governo, dicendo di non avere piú fiducia nella sua leadership. Si è dimessa anche l'assistente del Segretario di Stato ai Trasporti, Laura Trott.

Sunak ha affermato nella sua lettera di dimissioni che la popolazione si aspettava che l'attivitá di governo fosse "condotta in modo corretto,competente e serio" e Javid ha affermato che non poteva più "non essere in buona coscienza e continuare a servire nel governo di Johnson". "Purtroppo, i recenti eventi mi hanno mostrato che il nostro grande partito, per il quale ho fatto campagna elettorale per tutta la mia vita adulta, è stato distratto dalle sue missioni principali da un'attenzione incessante alle questioni relative alla leadership", ha scritto Walker nella sua lettera di dimissioni. Quince ha annunciato la sua partenza, ritenendo di "non avere scelta" dopo aver ripetuto "in buona fede" nei media elementi forniti dai servizi del primo ministro "che si sono rivelati imprecisi". Laura Trott ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico di assistente del Segretario di Stato ai Trasporti, ritenendo che la fiducia fosse "persa".

Diversi altri legislatori conservatori hanno chiesto anche a Johnson di dimettersi. Il primo ministro si è invece mosso rapidamente per riorganizzare il suo gabinetto, nominando il segretario all'Istruzione Nadhim Zahawi a capo del Tesoro. Zahawi probabilmente subirà immediatamente pressioni da parte dei conservatori per fermare il previsto aumento delle tasse sulle societá in programma per il prossimo anno. Con il potere politico di Johnson minato, gli analisti dicono che potrebbe accettare di tagliare le tasse per placare i membri del suo partito. Le dimissioni sono il culmine di una serie di scandali - in particolare le feste tenute a Downing Street durante il lockdown per il Covid-19 - e il crescente disagio nel partito conservatore al potere sia sulla condotta di Johnson che su come il premier intende gestire la crisi economica. L'inflazione è salita al 9,1% il mese scorso, il livello piú alto degli ultimi 40 anni, e gli economisti affermano che è sulla buona strada per essere a doppia cifra entro la fine dell'anno. Questa combinazione di fattori ora fa sì che il futuro di Johnson come primo ministro sia estremamente incerto. Johnson è sottoposto a crescenti pressioni da parte di alcuni legislatori conservatori affinché annunci tagli alle tasse per aiutare le persone ad affrontare la crisi che sta aumentando il costo della vita, ma gli economisti avvertono che i tagli potrebbero alimentare un'ulteriore inflazione.

Il mese scorso il premier è sopravvissuto a un voto di sfiducia deciso dai membri del suo partito, in cui il 41% dei legislatori Tory ha votato per estrometterlo, un numero sorprendentemente elevato. Tale sfida alla leadership è stata provocata in parte dopo che Johnson è stato multato dalla polizia per aver partecipato alla sua festa di compleanno durante il lockdown e dopo che aveva assicurato ai legislatori che non si erano svolte feste a Downing Street. Dopo il voto di sfiducia, Johnson ha promesso ai legislatori che avrebbe fatto in modo che durante la sua permanenza a Downing Street non ci sarebbero piú stati scandali.

Ieri sera diversi membri del gabinetto, tra cui Nadine Dorries, la segretaria alla Cultura, hanno espresso sostegno a Johnson e Steve Barclay, ex ministro della Brexit, è stato nominato segretario alla Salute.