Fisco, i commercialisti verso l'astensione il prossimo 16 settembre contro il tax day
Fisco, i commercialisti verso l'astensione il prossimo 16 settembre contro il tax day
Le nove sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdec, Unico), nel corso di una conferenza stampa organizzata al Senato, hanno annunciato che si asterranno dal lavoro non trasmettendo all'amministrazione finanziaria i dati dei contribuenti relativi alle liquidazioni periodiche Iva per protesta contro la mancata proroga degli adempimenti tributari

21/07/2020 16:40

Commercialisti sul piede di guerra contro la decisione del governo di non concedere alcuna proroga dei versamenti tributari. Le nove sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdec, Unico), nel corso di una conferenza stampa organizzata al Senato, hanno annunciato che si asterranno dal lavoro il prossimo 16 settembre, non trasmettendo all'amministrazione finanziaria i dati dei contribuenti relativi alle liquidazioni periodiche Iva. Lo ha annunciato Marco Cuchel, presidente dell'Associazione Nazionale Commercialisti, come gesto di protesta per il mancato rinvio del tax day fiscale del 20 luglio, nel pieno della crisi economica generata dal Covid-19. “Se il governo non rinvia il pagamento delle tasse al 30 settembre, e se non toglie multe e sanzioni come richiesto dalla Lega, siamo pronti allo sciopero fiscale e a non trasmettere i dati allo Stato». Anche il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, rappresentato dal suo presidente Massimo Miani, ha protestato per l'assenza di interlocuzione con il governo, nel tentativo di cercare una soluzione per salvaguardare le imprese in crisi Miani ha ricordato che, nei giorni scorsi, il Cndcec ha acquistato una pagina sui principali quotidiani per spiegare perché sarebbe servito uno spostamento almeno al 30 settembre del termine per i versamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi e dell'IRAP 2020. "I commercialisti lo chiedono, il buonsenso lo impone", si leggeva nella pagina. “Il Consiglio nazionale dei commercialisti impronta la sua azione alla responsabilità e al dialogo costante con la politica e con l’amministrazione finanziaria, nell’interesse superiore del Paese. Ma se il Governo si mostra del tutto sordo alle ragionevoli richieste che avanziamo ci vediamo costretti a chiamare la categoria alla mobilitazione e a forme di protesta forti. Per questo appoggiamo in pieno le iniziative annunciate per settembre da tutte le sigle sindacali della categoria. È il momento di chiamare a raccolta i 120mila commercialisti italiani. Il loro responsabile impegno quotidiano al fianco di cittadini e imprese merita quel rispetto che la politica ci nega da troppo tempo”, ha detto Miani, nel corso della conferenza stampa organizzata oggi dalla categoria della sala Nassiriya del Senato, nel corso della quale i sindacati dei commercialisti hanno annunciato la proclamazione dello sciopero, nonché la promozione di azioni di disubbidienza, quali l’astensione dall’invio di dati fiscali in occasione delle prossime scadenze di settembre e successive. “Il no alla nostra richiesta di rinvio dei versamenti del 20 luglio – ha spiegato Miani – ha dell’incredibile. Di fronte ad un Paese in sofferenza, ad una categoria come la nostra oberata di lavoro, ad imprese con l’acqua alla gola per la crisi di liquidità che si trovano a fronteggiare, alle richieste di rinvio provenienti anche dal mondo imprenditoriale, l’esecutivo ha preferito alzare un muro. Il mondo delle partite Iva subisce con questa scelta un duro colpo, che dimostra un’imperdonabile disattenzione nei confronti delle sue esigenze. Scelte come questa del Governo dimostrano una sottovalutazione dello stato reale in cui versano le realtà produttive del Paese. Un quadro che ci spinge ad assumere iniziative di protesta importanti e a questo punto inevitabili. Il Consiglio nazionale dei commercialisti sarà pertanto al fianco di tutte le sigle sindacali di categoria quando a settembre i nostri iscritti saranno chiamati ad incrociare le braccia e a mobilitarsi”.

«Questa mancata proroga è uno schiaffo al sistema economico», ha detto Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione finanze alla Camera, che ricorda come una proroga era stata già varata lo scorso anno, e che quindi il problema non era quello di non avere il gettito di 8 miliardi. La Lega ha chiesto e continua a chiedere al governo di togliere almeno sanzioni e interessi a chi paga entro 30settembre. Anche Matteo Salvini, segretario della Lega, presente alla conferenza, ha twittato: «Gli Italiani non possono pagare quello che non hanno, Partite Iva, artigiani, autonomi e professionisti non ce la fanno.#iostoconloro». Proprio un ordine del giorno di Gusmeroli venne approvato in aula alla Camera al decreto Rilancio per eliminare sanzioni e interessi di chi ritarda i pagamenti fiscali da qui a fine settembre. A sostenere l'odg della Lega è Stefano Fassina di Leu, ex sottosegretario al Mef del governo Renzi. «Chiedo scusa alle piccole imprese e alle partite Iva per le dichiarazioni dell'esecutivo di questi ultimi giorni- sottolinea l'esponente della maggioranza prendendo la parola in sala- io penso che gli autonomi stiano oggi peggio di altri. Se non arrivasse lo slittamento di queste scadenze si creerebbe una frattura tra lavoratori e istituzioni, io chiedo al ministro Gualtieri di ricevervi e dare seguito all'ordine del giorno Gusmeroli con il decreto  agosto». A scusarsi è anche Chiara Gribaudo, vice presidente dei deputati  Pd e responsabile lavoro della segreteria dem. Gribaudo critica le parole di Misiani e ai commercialisti dice: «E' doveroso accogliere le vostre istanze, penso che il percorso intrapreso dal mio partito sul lavoro autonomo sia sbagliato e credo che su questo si possa costruire un fronte più largo al di là delle appartenenze».