Dpcm, il Tar Lazio respinge il ricorso di Sgarbi: i musei restano chiusi
Dpcm, il Tar Lazio respinge il ricorso di Sgarbi: i musei restano chiusi
Secondo i giudici non è manifestamente irragionevole «la decisione dell’Autorità di comprimere per un periodo di tempo circoscritto un interesse certamente significativo per il benessere individuale e della collettività, quale è quello alla fruizione dei musei e degli altri luoghi di cultura, in ragione della particolare gravità della emergenza sanitaria in atto»

di Roberto Miliacca 03/12/2020 17:00

I musei restano chiusi. Lo ha deciso il Tar del Lazio, con un proccedimento cautelare, respingendo il ricorso del critico d'arte e sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi, che aveva impugnato il Dpcm dello scorso 3 novembre che, tra le varie misure, ha disposto la sospensione di mostre e dei "servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura". La prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (presidente Antonino Savo Amodio, giudice estensore Lucia Maria Brancatelli), cui Sgarbi si era rivolto avvalendosi dell'assistenza legale di Gino Giuliano e Carlo Rienzi, avvocati del Codacons, ha stabilito che "non sussistono le condizioni per accogliere la domanda cautelare non apparendo manifestamente irragionevole, nell’ambito e nei limiti del sindacato consentito al giudice amministrativo, la decisione dell’Autorità di comprimere per un periodo di tempo circoscritto un interesse certamente significativo per il benessere individuale e della collettività, quale è quello alla fruizione dei musei e degli altri luoghi di cultura, in ragione della particolare gravità della emergenza sanitaria in atto’. Secondo il Tar, che in via cautelare è stato chiamato anche chiamato a valutare il cosiddetto "periculum in mora", "si deve ‘considerare prevalente l’esigenza sottostante all’adozione delle misure impugnate di tutelare il diritto alla salute, a seguito della recrudescenza del contagio epidemiologico, attraverso una significativa riduzione delle attività da svolgersi in presenza’. Inoltre, si legge nel testo dell’ordinanza, ‘le misure cesseranno di produrre effetti il 3 dicembre 2020’ e ‘ai sensi dell’art. 34, comma 2, c.p.a. non è consentito a questo giudice di pronunciarsi, come richiesto dalla parte ricorrente, ‘al fine di regolare i comportamenti futuri della pubblica amministrazione”. Ogni valutazione circa la possibilità di consentire nuovamente la fruizione dei musei alla luce del miglioramento del quadro sanitario, hanno concluso i magistrati, "è rimessa alla discrezionalità dell’Amministrazione, chiamata ad adottare la relativa scelta nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente".