Brexit, in dogana aumenteranno lungaggini e controlli
Brexit, in dogana aumenteranno lungaggini e controlli
E scatteranno dazi, accise e Iva per i prodotti Uk che arriveranno nel mercato Ue. Dal primo gennaio, infatti, la Brexit sarà realtà: cesserà la partecipazione di Londra al mercato unico, così come all'unione doganale

di Luigi Chiarello 11/07/2020 00:14

Che sia hard Brexit o meno, in Dogana aumenteranno lungaggini e controlli. E scatteranno dazi, accise e Iva per i prodotti Uk che arriveranno nel mercato Ue. Dal primo gennaio, infatti, la Brexit sarà realtà: cesserà la partecipazione di Londra al mercato unico, così come all'unione doganale. Termineranno la libera circolazione di persone, beni e servizi. Eppure, non c'è ancora un accordo per un futuro partenariato tra Ue e Gran Bretagna. I negoziati vanno a rilento, i progressi sui dossier più caldi sono al lumicino. Ieri la commissione ha diramato una comunicazione ad hoc, per spiegare alle imprese e non solo cosa cambierà con l'anno nuovo.

Cosa cambia in Dogana. Oggi le merci arrivano su entrambi i mercati al consumatore, senza bisogno di ri-certificazioni, ri-etichettature o modifiche di prodotto. Dal 2021 torneranno i controlli e le formalità doganali per tutte le merci che dal Regno Unito entrano nell'Ue e viceversa. Dunque, aumenteranno oneri amministrativi e tempi per la logistica. Questo accadrà anche in caso di accordo per la costituzione di un'area di libero scambio. Non solo: le imprese europee che desiderano importare o esportare in Uk dal 2021 dovranno dotarsi di un numero EORI (che registra e identifica l'operatore economico) per le formalità in Dogana. Attenzione: i numeri EORI emessi dal Regno Unito non saranno più validi nell'Unione. E le imprese con sede in Uk che intendono importare nell'Ue dovranno dotarsi di un numero EORI Ue. Oppure nominare un rappresentante Doganale dell'Unione. Sempre dal 2021, le autorizzazioni rilasciate da Londra agli operatori economici non saranno più valide nell'Unione europea. Questi, per operare, dovranno rivolgersi a uno stato Ue.

Dazi. Con Londra fuori dall'Unione doganale, ogni merce scambiata dovrà dimostrare di avere lo status necessario a beneficiare di un trattamento preferenziale, se questo sarà previsto da un futuro accordo tra Uk-Ue. Le merci che non soddisfano i requisiti di origine saranno soggette a dazi doganali. E questo accadrà anche se Londra e Bruxelles stipuleranno un accordo commerciale a tariffa zero e a quota zero.

Anche gli scambi ne risentiranno; le merci Uk non saranno più «originarie» ai sensi degli accordi commerciali preferenziali che l'Ue ha stipulato con i paesi partner; il che costringe ogni esportatori Ue a rivedere la propria catena di approvvigionamento. «Potrebbe essere necessario spostare la produzione o cambiare i fornitori», scrive la commissione europea, «così da continuare a beneficiare degli accordi commerciali preferenziali dell'Unione». Di più. Per mantenere lo status preferenziale per le merci che attraverseranno o faranno scalo in Regno Unito, bisognerà dimostrare che il loro trasporto sia stato diretto e non siano state manipolate .

Iva. Ogni merce importata nel mercato Ue dalla Gran Bretagna sarà soggetta a Iva, all'aliquota applicata alle forniture delle medesime merci all'interno dell'Unione. Le merci esportate dall'Ue in Regno Unito, invece, saranno esenti da Iva, ma il fornitore delle merci esportate dovrà dimostrare che queste hanno lasciato l'Unione.

Accise. Per i prodotti importati dalla Gran Bretagna e soggetti ad accisa (alcolici, prodotti con tabacco ecc.), questa sarà pagata al momento dell'immissione sul mercato Ue. La commissione non esclude che in futuro le importazioni dal Regno Unito siano soggette a misure antidumping, compensative o di salvaguardia della politica commerciale europea.

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