Bankitalia: la soglia del contante più alta e pace fiscale favoriscono l'evasione
Bankitalia: la soglia del contante più alta e pace fiscale favoriscono l'evasione
Audizione di Balassone, Capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia, sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato: la congiuntura economica del Paese ha mostrato una sostanizale tenuta, anche se tutti gli indicatori economici vedono un "indebolimento per il trimestre in corso

05/12/2022 10:30

"Soglie più alte per l'uso del contante favoriscono l'economia sommersa, invece l'uso di pagamenti elettronici,permettendo il tracciamento delle operazioni, ridurrebbe l'evasione fiscale". Lo ha detto Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia, durante un'audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Balassone ha inoltre sottolineato come "i limiti all'uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalitá ed evasione". "Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l'introduzione di alcuni istituti che riducono l'onere tributario per i contribuenti non in regola, rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l'esigenza di continuare a ridurre l'evasione fiscale", ha aggiunto per poi sottolineare che "anche il contante ha costi legati alla sicurezza, come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione. Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell'importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito". Balassone ha sottolineato che "i limiti all'uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi - anche condotti nel nostro Istituto su dati italiani - che suggeriscono che soglie piú alte favoriscono l'economia sommersa; c'è inoltre evidenza che l'uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l'evasione fiscale obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti". "La definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici era inclusa tra i traguardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativi al primo semestre di quest'anno", ha riferito Balassone.

Non soltanto. Anche "le misure di pace fiscale previste dalla manovra determinano un aumento dell'indebitamento di 1,1 miliardi nel 2023 e una sua riduzione di circa 0,8 miliardi in media nel biennio successivo. Oltre agli effetti immediati sui conti pubblici, interventi di questo tipo - soprattutto se riproposti in forme molto simili e in tempi ravvicinati - possono generare un effetto negativo sul rispetto delle norme tributarie da parte dei contribuenti", ha detto Fabrizio Balassone. "La manovra prevede la definizione agevolata di alcune violazioni tributarie, riducendo le sanzioni e permettendo la rateizzazione delle somme dovute. Il disegno di legge include alcune misure straordinarie volte a ridurre il contenzioso tributario arretrato presso le Corti di giustizia tributaria e la Corte di Cassazione. Queste disposizioni, alcune delle quali giá adottate in passato, possono facilitare l'avvio della recente riforma della giustizia tributaria". Un ulteriore insieme di interventi "mira ad accelerare lo smaltimento dei crediti tributari di fatto inesigibili ma che comportano rilevanti oneri amministrativi. Questo consentirebbe di liberare risorse umane e materiali e di aumentare l'efficienza della riscossione", ha sottolineato.

"La compresenza della tassa piatta e della tassazione Irpef crea uno svantaggio nei confronti di chi è assoggettato a quest'ultima", ha quindi evidenziato Balassone, secondo il quale "la discrepanza di trattamento tributario tra lavoratori dipendenti ed autonomi, e all'interno di questi ultimi tra contribuenti soggetti a regime forfettario e contribuenti esclusi da questo regime, risulta accresciuta" nella legge di bilancio. "L'ampliamento della platea dei contribuenti che accedono al regime forfetario restringe ulteriormente l'ambito di applicazione della progressivitá nel nostro sistema di imposizione personale sui redditi, che come noto è garantita dall'Irpef. Come giá evidenziato dalla Banca d'Italia, la sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori pone anche un rilevante tema di equitá orizzontale, con il rischio di trattare in modo ingiustificatamente dissimile individui con la stessa capacità contributiva", ha dichiarato Balassone, aggiungendo che "inoltre, in un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta, come quello forfetario, e di un regime soggetto alla progressivitá, come quello dell'Irpef, comporta un'ulteriore penalizzazione per i redditi sottoposti a quest'ultimo in quanto gli eventuali adeguamenti delle retribuzioni alla maggiore inflazione comporteranno una quota piú ampia di reddito assoggettata ad aliquota marginale piú elevata (il cosiddetto drenaggio fiscale), cui invece i contribuenti del regime forfetario non sono sottoposti". "Anche limitandosi all'area del reddito di impresa o da lavoro autonomo, il regime decisamente piú favorevole garantito al di sotto di determinate soglie di giro d'affari può condurre, come le prime evidenze empiriche mostrano, a scelte organizzative subottimali e incentivare l'evasione per evitare l'aggravio fiscale in cui si incorre al superamento delle stesse", ha proseguito.

"Qualora gli interventi a favore di imprese e famiglie dovessero essere rinnovati fino alla fine dell'anno alle stesse condizioni previste per il primo trimestre, il costo complessivo sarebbe dell'ordine del 3,5% del Pil (sostanzialmente in linea con quello del 2022)". E' un altro dei passaggi dell'audizione del capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia. "In questo scenario sarebbe importante rendere le misure ancora piú mirate e selettive nonché finanziarle prioritariamente ricorrendo a risparmi di spesa o a maggiori entrate", ha detto Balassone, spiegando che "circa il novanta per cento degli interventi è a favore di imprese e famiglie; le restanti risorse sono destinate principalmente a finanziare lo stoccaggio e la gestione del gas naturale e a garantire la continuitá dei servizi offerti dagli Enti locali e dei lavori sulle opere pubbliche". È prevista l'estensione al primo trimestre del 2023 - e in taluni casi il potenziamento - di alcuni degli interventi introdotti nei mesi scorsi; in particolare dei crediti d'imposta a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica, gas naturale e carburanti (10 miliardi); della riduzione dell'Iva sul gas naturale e degli oneri generali sul suo consumo e su quello di elettricitá (5,6 miliardi); c) del "bonus sociale" (circa 2,5 miliardi). Non viene invece prorogata la riduzione delle accise sui carburanti.

Secondo Bankitalia "si può altresì valutare che circa il 40 per cento delle risorse stanziate per mitigare l'impatto della crisi energetica sui bilanci di imprese e famiglie sia destinato al finanziamento di misure "mirate". L'importanza di concentrare le risorse su interventi di questa natura è stata piú volte sottolineata, anche al fine di contenere l'onere per la finanza pubblica. Andrebbe valutata con attenzione la possibilitá di collegare meglio il sostegno alle imprese all'effettivo impatto dello shock energetico sul loro conto economico. È auspicabile che i segnali di prezzo siano preservati, entro limiti ragionevoli, in modo tale da incentivare l'adozione di comportamenti virtuosi di risparmio energetico, laddove possibile". "Complessivamente, a partire dal secondo trimestre del 2021, agli interventi volti a mitigare l'impatto della crisi energetica sono state destinate risorse pari a circa il 5% del Pil del 2022, di cui circa un terzo per il contenimento dei costi delle bollette di famiglie e imprese e altrettanto per crediti di imposta per le imprese", ha concluso Balassone.

"La congiuntura economica del Paese ha mostrato una sostanizale tenuta, anche se tutti gli indicatori economici vedono un "indebolimento per il trimestre in corso", ha poi evidenziato il capo del servizio struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia. Il quadro macro, ha proseguito, è "coerente" con le stime della Banca d'Italia secondo cui ci sará una "attivitá in espansione nella media del 2023, ma con un forte rallentamento dei tassi di crescita rispetto agli ultimi due anni". Balassone ha messo in evidenza come, "in un contesto come quello attuale proiezioni economiche sono puramente indicative". Quindi potrebbero verificarsi "sviluppi drasticamente meno favorevoli con cambiamenti repentini" del quadro.

Inevitabile, infine, un'analisi sulla prima delle di bilancio presentata dal governo Meloni. A detta di Balassone "nel difficile contesto attuale la politica di bilancio si trova a conciliare due esigenze: sostenere le famiglie e le imprese a fronte dello shock energetico e consolidare la fiducia di risparmiatori e investitori, creando così le premesse per la crescita dell'economia. Proseguire nel sentiero di riduzione del peso del debito pubblico è necessario per riportare le condizioni finanziarie del Paese in linea con quelle dei principali paesi dell'area euro". "Anche per il livello già molto elevato del debito pubblico in rapporto al prodotto, gli spazi per una politica espansiva sono molto limitati. D'altro canto un impulso significativo alla crescita economica verrà dalla realizzazione degli interventi previsti dal Pnrr, in parte senza costi immediati per il bilancio (per i trasferimenti), in parte con costi inferiori a quelli di mercato (per i prestiti)", ha aggiunto. "In linea con i ristretti margini di manovra, il disegno di legge di bilancio prevede un aumento del disavanzo rispetto al suo valore tendenziale quasi esclusivamente per gli interventi a sostegno di famiglie e imprese connessi con l'emergenza energetica". Balassone ha spiegato che "tali misure tuttavia riguardano solo il primo trimestre del 2023: qualora gli effetti dello shock energetico dovessero proseguire anche nei trimestri successivi le eventuali nuove misure dovrebbero rimanere di natura temporanea ed essere prioritariamente finanziate ricorrendo a risparmi di spesa o a maggiori entrate. Si potrebbe compiere uno sforzo ulteriore per renderle ancora più mirate e selettive".

"La legge di bilancio prevede l'abolizione dal 2024 del reddito di cittadinanza e, utilizzando larga parte dei fondi che così si renderebbero disponibili, prospetta un riordino delle politiche di contrasto alla povertà. Nel complesso per effetto di queste misure è prevista una riduzione delle spese di 0,7 miliardi il prossimo anno e di un miliardo in ciascuno dei due anni successivi", ha osservato Balassone. Pur riconoscendo che "ha rappresentato una tappa significativa nell'ammodernamento del nostro sistema di welfare, in questi anni il sussidio ha contribuito dapprima a contenere gli effetti negativi dell'epidemia di Covid-19 sul reddito disponibile delle famiglie più fragili e poi a sostenerne il potere d'acquisto, particolarmente colpito dal recente shock inflazionistico". La Banca d'Italia ha segnalato che "l'attuale assetto del reddito di cittadinanza non è privo di aspetti critici. Questi sono per lo più legati alla duplice natura dello strumento, che è al contempo misura assistenziale e di politica attiva per l'accompagnamento e il reinserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. La riforma complessiva annunciata dal governo potrebbe essere un'occasione per risolvere questa ambiguità e rafforzare l'efficacia delle misure nel raggiungere le situazioni di bisogno.Non va peraltro dimenticato che i radicali cambiamenti dei paradigmi produttivi in corso a livello globale potrebbero rendere obsolete le competenze di molti lavoratori, richiedendo un rafforzamento delle misure di sostegno al reddito".