Arcuri: "Entro l'autunno 2021 potremo vaccinare tutti gli italiani"
Arcuri: "Entro l'autunno 2021 potremo vaccinare tutti gli italiani"
Conferenza stampa del commissario straordinario per l'emergenza sulla campagna vaccinale: "L'Italia avrà 202 milioni di dosi e l'87% dei centri di distribuzione del vaccino è già dotato delle celle frigorifere necessarie per mantenere la temperatura a -70 gradi centigradi"

di Giampiero Di Santo 03/12/2020 18:55

"A cavallo tra il secondo e il terzo trimestre del prossimo anno saremo potenzialmente in condizione di vaccinare la totalità della popolazione". Lo ha detto il Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, durante l'audizione nelle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera aggiungendo che "l'Italia ha diritto al 13,46% delle dosi di vaccino che saranno via via distribute dall'Europa. In merito all'immunità di gregge gli esperti scientifici ci dicono che almeno il 60% dei cittadini dovrà essere vaccinato. Noi auspichiamo che anche grazie a una campagna di comunicazione massiva si possano superare le remore che ci sono, non so bene quanto, rispetto alla ritrosia a sottoporsi al vaccino". Arcuri ha detto durante una conferenza stampa in corso che l'Italia avrà 202 milioni di dosi, e che l'87% dei centri di distribuzione del vaccino è già dotato dei frigoriferi necessari per mantenere la temperatura di - 70 gradi centigradi in grado di conservare perfettamente i vaccini Rna e che per il restante 13% si interverrà al più presto.  Il commissario straordinario ha anche osservato che nella campagna di vaccinazione non si terrà in alcun modo conto di eventuali priorità territoriali, cioè non si darà la precedenza ad alcune aree del apese rispetto ad altre. E ha annunciato che l'hub dal quale partirà la distribuzione è già stato individuato, è situato in un luogo pubblico dotato di tutte le caratteristiche necessarie per garantire la massima sicurezza e ha spiegato che unità mobili di vaccinazione (non ancora precisate per numero), agiranno insieme con i medici di famiglia e il sistema di medicina territoriale). Ci saranno anche circa 1.500 drive through attivi su prenotazione, che consentiranno ai cittadini di arrivare con l'automobile ed essere vaccinati, non a bordo delle vetture. 

Era stato anche il presidente del Css, Consiglio superiore della Sanità, Franco Locatelli ad annunciare ad Agorà su Rai 3 che "il 29 dicembre e e 12 gennaio l'Ema si pronuncerà sulla documentazione fornita da Pfizer e Moderna sui vaccini anti Covid. Questo dovrebbe consentire di avere 3,4 milioni di dosi per vaccinare 1,7 milioni di persone. Nella seconda metà di gennaio è previsto l'inizio delle vaccinazioni, poi le dosi disponibili aumenteranno e, entro fine estate o inizio autunno, dovremmo aver completato la somministrazione della più grande campagna di vaccinazione di massa che abbia mai avuto corso nel paese.  Siamo felicemente parte dell'UE e i tempi di valutazione dell'Ema, Agenzia europea dei medicinali, consentiranno di iniziare i percorsi vaccinali più o meno in contemporanea in tutti i paesi europei. Il percorso di valutazione delle informazioni disponibili nel dossier sottomesso a Ema sarà straordinariamente rigoroso e questa è la migliore garanzia di sicurezza" ha aggiunto. 

Locatelli ha confermato che per la somministrazione del vaccino "si partirà dagli operatori sanitari che lavorano negli ospedali e nelle Rsa, cosa che ha il significato non solo di garantire la loro sicurezza personale, ma anche di dare continuità nei luoghi di lavoro e proteggere le persone che a loro si affidano". A seguire sarà estesa a coloro che risiedono in strutture residenziali e over 80, in base al principio di "dare priorità a chi ha maggior rischio di sviluppare forme più gravi, visto che l'età media di coloro che decedono per Covid è di 81 anni".

Il modo per ottenere una copertura di gregge con circa il 70% della popolazione vaccinata, per fermare la circolazione del Sars-Cov-2, ha precisato Locatelli, "è fornire informazioni in modo completo e trasparente per creare una cultura delle vaccinazioni grazie alle quali l'umanità si è liberata di malattie fatali come poliomelite e vaiolo. Ma, per gli operatori sanitari, in considerazione delle osservazioni prima fatte sarebbe giusto prevedere un obbligo vaccinale sin dall'inizio". Su quanto a lungo durerà l'immunità conferita dai vaccini, conclude: "Solo l'osservazione ci darà una risposta solida, compiuta e definitiva".

"Si è riusciti a riportare sotto controllo numeri che mostravano una crescita importante - ha poi aggiunto - . I dati di ieri mostrano che la percentuale dei tamponi positivi rispetto a quelli effettuati è in continuo calo e si riduce il carico nei posti di area medica e nelle terapie intensive". I numero dei deceduti, ancora molto alti nonostante curva dei contagi migliori, "sono quelli che più feriscono, che artigliano le nostre coscienze e le nostre sensibilità, ma è l'ultimo parametro a flettere . Li vedremo ridurre in modo sostanziale dai prossimi dieci giorni".

Su un altro fronte è intervenuto invece il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito: "Chi ha avuto il Covid non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali, semmai dovrà controllare il livello di questi anticorpi. E quando questi dovessero scendere, si può riconsiderare una vaccinazione".