Proteste a La Sapienza, studenti incatenati e in sciopero della fame
Proteste a La Sapienza, studenti incatenati e in sciopero della fame
Dopo gli scontri con la Polizia di ieri 16 aprile, oggi si manifesta "contro il genocidio" a Gaza e per bloccare gli accordi di cooperazione scientifica tra Università e Israele. Meloni: "Protestare non è delinquere

di redazione Roma 17/04/2024 14:23

Torna libera la ragazza di 28 anni arrestata martedì 16 aprile nel corso degli scontri tra studenti Polizia avvenuti all'Università La Sapienza, a Roma .Lo ha deciso il giudice per direttissime che ha convalidato l'arresto senza disporre misure cautelari. Nei suoi confronti l'accusa è di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il processo ci sarà il 22 maggio: in aula ha respinto ogni addebito. E' invece ancora in corso l'udienza per l'altro arrestato, un giovane di origini libiche a cui è contestato il danneggiamento. I collettivi degli studenti si sono dati appuntamento in presidio al Tribunale di Roma per manifestare contro l'arresto di due ragazzi.

Ragazzi incatenati e da oggi, 17 aprile, in sciopero della fame 

Si sono incatenati e sono in sciopero della fame da oggi le ragazze e i ragazzi dei collettivi che da tre giorni sono in presidio con le tende all'interno dell'università La Sapienza. "Il nostro paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c'è più tempo", si legge in un appello scritto dagli studenti. Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d'Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento". "Saremo in sciopero della fame fino a quando la rettrice Antonella Polimeni non ascolterà le nostre richieste", dice Francesca di Cambiare Rotta. La studente è incatenata davanti al rettorato della Sapienza insieme a Leonardo della stessa organizzazione. "Continuiamo a chiedere lo stop agli accordi. E forse a questo punto la mossa giusta sarebbe anche dimettersi. 

Meloni:"Devastazioni, aggressioni, scontri. Questo è delinquere, non manifestare"

La premier Giorgia Meloni, dopo gli scontri tra Polizia e ragazzi, ha dichiarato: "Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere".