Per confiscare i beni alle mafie un apposito ufficio potrà accedere ai dati fiscali e alle informazioni sui titolari effettivi. La confisca potrà essere attuata anche quando la ricchezza risulta ingiustificata o l’accusato nel processo sia latitante o deceduto.
È quanto prevede la direttiva che stabilisce norme minime a livello Ue per il reperimento, l'identificazione, il congelamento, la confisca e la gestione dei beni di origine criminale approvata in via definitiva dal Consiglio dell'Unione europea venerdì. Gli stati membri avranno 30 mesi di tempo per recepire la direttiva, che entrerà in vigore a seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’Ue e sarà applicabile a una vasta gamma di reati, dalla criminalità organizzata al terrorismo, dalla tratta di esseri umani al traffico di stupefacenti, e anche contro le violazioni delle sanzioni dell'Unione europea (in quest’ultimo caso, quando sarà adottata la direttiva sulla dedizione dei reati e delle sezioni Ue).
Secondo Europol, le organizzazioni criminali generano entrate annue di almeno 139 miliardi di euro e nonostante l'esistenza di una serie di normative Ue sul recupero e la confisca dei beni illeciti, nel 2020 il Consiglio aveva espresso la necessità di rafforzare il quadro giuridico in materia. Anche il Parlamento europeo aveva sottolineato l'importanza di norme più rigorose per garantire il recupero efficace dei beni ottenuti illegalmente.
Il punto centrale della direttiva è la creazione di uffici nazionali per il recupero dei beni, volti a facilitare la cooperazione transfrontaliera nelle indagini. Gli uffici avranno il compito di individuare e recuperare beni strumentali, proventi o beni soggetti a congelamento o confisca, oltre a gestire le informazioni e cooperare con gli uffici di altri stati membri e la Procura europea (Eppo). Avranno accesso a banche dati e registri pertinenti, come il registro dei titolari effettivi, registri commerciali, registri anagrafici o registri centralizzati dei conti bancari, nonché dati fiscali o doganali.
Per quanto riguarda il congelamento e la confisca, gli stati membri dovranno adottare le misure necessarie per garantire il congelamento dei beni, quando richiesto, al fine di facilitare una possibile confisca. La direttiva, quindi, amplia il concetto di confisca non limitato ai soli proventi di reato, ma consentendo agli stati di confiscare beni di valore corrispondente ai proventi del reato, incluso il potere di confiscare beni trasferiti a terzi se si sospetta un tentativo di evitare la confisca.
Gli stati membri, inoltre, dovranno adottare misure per la confisca dei beni "ingiustificati". L’azione potrà essere intrapresa se il tribunale nazionale è convinto che tali beni derivino da attività criminali all'interno di un'organizzazione criminale e che queste attività possano portare a un significativo vantaggio economico, sia direttamente che indirettamente. Nella valutazione per determinare se i beni devono essere confiscati, verranno considerate tutte le circostanze del caso, inclusi gli elementi di prova disponibili e i fatti specifici, come la discrepanza significativa tra il valore dei beni e il reddito legittimo dell’interessato, la mancanza di una fonte lecita plausibile per i beni, e il legame dell'interessato con persone associate a un'organizzazione criminale.
La direttiva introduce anche disposizioni per la confisca in assenza di condanna, limitata ai casi in cui il procedimento penale non possa procedere per circostanze particolari, come malattia o fuga dell’indagato, una misura che ha lo scopo di garantire una risposta efficace alle attività criminali, anche quando il percorso giudiziario tradizionale risulta impraticabile.
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