Vinted punta sul lusso di seconda mano e offre ai suoi clienti un servizio di verifica dell’autenticità dei prodotti, nell’ottica di rafforzare la fiducia da parte degli utenti. La piattaforma di compravendita dell’usato, approdata in Italia nel 2020, cerca così di trasformare «il second hand nella prima scelta dei consumatori».
Un percorso che, in realtà, era già stato avviato nel 2022 con l’acquisizione di Rebelle (marketplace dedicato esclusivamente al luxury second hand) e che oggi riscuote particolare successo in Italia, Francia e Regno Unito.
Il servizio è già disponibile in 10 paesi europei
Il servizio, facoltativo, è già disponibile in 10 paesi europei per oltre 6 mila griffe e copre la maggior parte delle categorie di moda, dalle borse ai gioielli, dalle scarpe all’abbigliamento. Ma l’obiettivo della piattaforma resta quello di garantire un’offerta accessibile: da qui, la scelta di fissare a 10 euro il costo dell’autenticazione, che è sempre a carico dell’acquirente.
A occuparsi della verifica, invece, è un team di 22 esperti con base ad Amburgo, in grado di analizzare quotidianamente l’originalità di migliaia di articoli firmati.
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In generale, si tratta di un servizio integrato anche da diverse piattaforme concorrenti, prime fra tutti eBay e Vestiaire Collective.
Un elemento che non stupisce se si guarda ai dati: le stime, infatti, prevedono che il mercato globale del lusso di seconda mano rappresenterà dal 10% al 20% del totale lusso entro il 2030, secondo un recente rapporto di Bcg-Altagamma. A salire, di conseguenza, sarà anche il rischio di contraffazione, con la produzione di repliche sempre più precise e sofisticate.
Non a caso, secondo un’analisi di InsightAce Analytic, tra 2024 e 2031 il mercato dei servizi di autenticazione del fashion luxury registrerà un +10% annuale, grazie alla spinta di nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale che, di fatto, velocizzano il processo di verifica.
Per il marketplace lituano focus sui beni di lusso
Insomma, il marketplace lituano ha giustamente focalizzato la sua attenzione sui beni di lusso, per i quali è stata inoltre creata una categoria ad hoc all’interno di sito e app. Per crescere, però, bisogna anche saper diversificare: «L’Italia per noi è un mercato ancora giovane, ricco di opportunità per migliorare e per raggiungere un pubblico molto più ampio», ha spiegato a ItaliaOggi Cécile Wickmann, senior director luxury di Vinted, «e il nostro piano di sviluppo si basa su un’offerta più varia, che possa far avvicinare alla piattaforma sia il target maschile che i consumatori meno avvezzi all’acquisto di usato». E proprio di recente è stato annunciato un ampliamento nelle categorie di prodotti disponibili, con l’espansione verso segmenti meno esplorati come l'elettronica, i libri o i videogiochi.
In merito all’eventualità di collaborare direttamente con i marchi di alta moda, il management aziendale non esclude la possibilità di avviare partnership future, cavalcando il successo del mercato di seconda mano. Soprattutto se si considera che, attualmente, i guadagni derivano principalmente dai servizi accessori come l’autenticazione dei prodotti firmati, la protezione acquisti e la promozione degli armadi virtuali degli utenti.
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Eppure, al momento le maison non sembrano particolarmente interessate a collaborare con la piattaforma, anzi, «sembra che i brand del lusso stiano ancora cercando di capire come sfruttare al meglio il mercato del second hand e le ultime tendenze. Ma sono convinta che in futuro vedremo un numero sempre maggiore di collaborazioni tra first e second hand», ha concluso Wickmann.
Lo scorso maggio, tra l’altro, Vinted ha rilasciato il suo primo «Luxury Trend Update»: Louis Vuitton, Chanel e Gucci si confermano le tre griffe più richieste nella Penisola.
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