Porte aperte a Elon Musk. Dopo la premier Giorgia Meloni nel coro degli amici di mister quasi tutto – da Tesla a X – si accomoda anche Matteo Salvini. Parla da ministro delle Infrastrutture italiane quando, ospite di Agorà su Rai 3, dice che "in Italia serve Musk perché serve la connessione di Starlink in Italia altrimenti ci sono troppe città che non sono perfettamente connesse". A differenza della presidente del Consiglio tiene a precisare di non aver sentito Musk "dopo le dichiarazioni di mercoledì" e ribadendo di avere "grande stima dell'imprenditore. Per poi aggiungere che “finché sosteneva i democratici era un genio, oggi che è al fianco di Trump è diventato un pericolo per tutti".
Non si tira indietro quando viene sollecitato a commentare le bordate di Musk al sistema giudiziario italiano e l’intervento deciso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Per rendersi conto che il sistema giudiziario in Italia non funzioni non occorre essere l'uomo più ricco del mondo. Bene ha fatto Mattarella a difendere la sovranità nazionale", dice il leader della Lega e vicepremier. "Da 40 anni vediamo che qualche giudice fa politica, ammettendolo. Su 9.300 magistrati vi è qualcuno che porta la sua idea politica, come sul tema dell'immigrazione, e senza che me lo ricordi Musk, mi permetto di dire che alcuni giudici in Italia fanno politica", conclude Salvini.
Il vicepremier non è il primo a non nascondere la dipendenza dell’Italia dalla tecnologia in possesso di Musk. In una recente audizione, anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ricordato che al momento il multimiliardario produce i satelliti a bassa quota necessari per la rete di telecomunicazioni, ma possiede anche i vettori aerospaziali necessari per posizionarli in quota.
Boccia (Pd), interrogazione sui rapporti governo-Starlink
Non si è fatta attendere la replica delle opposizioni alle parole di Salvini. "Questa mattina il ministro Salvini ha detto che 'in Italia serve Starlink di Musk, troppe città con problemi di connessione'. Al netto della gara dei 'ruffiani per Musk' tra Salvini e Meloni, ci inquieta la superficialità del Governo italiano su temi così strategici e delicati. In un colpo solo Salvini regalerebbe i dati sensibili italiani a Musk, distruggerebbe aziende pubbliche e private del settore delle reti, altererebbe sia il mercato wholesale degli operatori all'ingrosso (da Open fiber a cui gli americani di KKR voluti dal governo nell'affare Tim hanno girato le spalle) così come quello degli operatori retail (TIM, Vodafone, Fastweb, WindTre, e tutti gli altri). Tutto questo senza alcuna strategia o visione d'insieme. Fanno a gara a chi svende più asset e posizioni strategiche distruggendo il Paese. Prima KKR che uccide TIM e Open Fiber e ora, se questa ruffianata di Salvini fosse vera, sarebbe il colpo di grazia sull'intero sistema". Lo dice il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia.
"Come Pd nelle scorse settimane abbiamo presentato una interrogazione al governo proprio per approfondire la conoscenza dei rapporti dell'esecutivo con l'azienda di Elon Musk. Vogliamo sapere quale sia lo stato delle cose alla luce del fatto che Elon Musk tra qualche settimana sarà un esponente del governo degli Usa. Con la nostra interrogazione, sottoscritta da tutto il gruppo Pd al Senato, chiediamo se il governo italiano sia intenzionato a dare attuazione alla proposta di Elon Musk, finalizzata a ridefinire alcuni capitoli del Pnrr e ad assegnare a Starlink il compito di andare a coprire le cosiddette aree grigie del Paese, dove la copertura a banda larga o tramite fibra ottica è parziale o limitata.
Obiettivo 'Italia a 1 Giga' a rischio?
Nell'interrogazione si fa riferimento alle notizie di stampa relative 'a un accordo tra la Premier Meloni ed Elon Musk che prevedrebbe appunto la revisione del Pnrr e l'affidamento a Starlink della connessione delle aree grigie, laddove la banda dovrebbe arrivare a 1 Giga - continua Boccia - La Presidenza del Consiglio avrebbe incaricato il ministero delle imprese e del Made in Italy di occuparsi della proposta e Cassa Depositi e Prestiti sarebbe stata informata della volontà del Governo di approfondire concretamente questa possibilità'". "Recenti studi sulla performance dei servizi Starlink in Italia - aggiunge il capogruppo Pd al Senato - evidenziano tuttavia alcune criticità. Starlink non rappresenta una sostituzione per la connettività in fibra, ma costituisce una soluzione che risulta valida esclusivamente in aree estremamente remote, dove l'accesso alla rete cablata e' inesistente. La velocità media delle connessioni internet è poco sopra i 100 Mbps, paragonabile ad una connessione in fibra ottica misto rame (Vdsl).
La proposta di Starlink rischia quindi di far 'bucare' all'Italia gli obiettivi di 'Italia a 1 Giga', tutto il Paese connesso a quella velocità entro giugno 2026. Ciò comporterebbe inoltre l'ennesima revisione del Pnrr, con scorporo di risorse in favore di Starlink e l'abbandono dei progetti finalizzati alla copertura fisica delle 'aree grigie'". "Le conseguenze sarebbero la penalizzazione delle aree interne e il mancato sviluppo delle reti 'future proof' in grado di soddisfare, su tutto il territorio nazionale, il fabbisogno di connettività minima per la fruizione di servizi di sempre più avanzati. Per questo - conclude Boccia - chiediamo al governo di conoscere lo stato di avanzamento dei progetti di 'Italia a 1 Giga' e di confermarne i progetti e se abbia valutato i rischi di investire risorse del Pnrr sulla proposta di Starlink, sul conseguente mancato completamento della rete a banda ultralarga su tutto il territorio italiano e sull'assetto del mercato interno e la tenuta delle imprese del settore, anche per il futuro".