Le adesioni al concordato preventivo biennale atterrano sul 15%. E prende forma concreta la riapertura al 10 dicembre dei termini del concordato con un decreto legge.
Confermate quindi le anticipazioni di ItaliaOggi sui dati legati alla percentuale contribuenti che hanno accettato la scommessa del calcolo anticipato sulle imposte da versare.
I dati del concordato e la riapertura dei termini
Una platea di circa 705 mila contribuenti che avrebbe blindato le imposte da versare per i prossimi due anni, se si danno corrette le stime della maggioranza della platea di possibili interessati intorno ai 4.700.000 (tra soggetti Isa e forfettari). E per scaldare anche chi non ha accettato la scommessa con il fisco si è già al lavoro per un decreto legge ad hoc che, secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare, riaprirà i termini del concordato fino al 10 dicembre. Altro discorso l’impatto a livello di gettito: per quelle elaborazioni occorrerà attendere l’Agenzia delle entrate che, una volta ricevuti i dati da Sogei farà i conteggi. Ma non c’è solo questa novità.
Il cantiere sulla nuova rottamazione
Aperto il cantiere di una nuova rottamazione. La sveglia per il viceministro dell’economia è suonata nel fine settimana dopo che i leghisti Claudio Durigon e Federico Freni, sottosegretari rispettivamente del Lavoro e dell’Economia hanno ventilato l’ipotesi di una nuova rottamazione. Il dossier è aperto sul tavolo del viceministro Leo da almeno quest’estate. Dovrebbe vedere una formula uguale nei valori applicati a quelli della rottamazione quater ma estesa alle cartelle notificate fino al 31 dicembre 2023. I veicoli per far decorrere la nuova rottamazione dal 2025 ci sono: la legge di bilancio e la legge di conversione del dl fiscale (155/2024). Su quest’ultimo provvedimento si potrebbe aprire la breccia degli interventi in tema di riscossione in quanto è lo stesso presidente della commissione finanze del Senato Massimo Garavaglia a non far mistero di voler ripresentare un emendamento per la gestione del magazzino delle cartelle, di recente stimato dal viceministro Leo a 1.247 mld di euro.
Il magazzino in outsourcing
L’ipotesi allo studio è quella di affidare il magazzino a una società partecipata dal ministero dell’economia o alla cartolarizzazione a soggetti privati, come proposto in passato dall’Istituto Milton Friedman e come peraltro già tentato in sede di esame del dlgs di riforma della riscossione. E proprio su questa riforma arriva la nomina del comitato che dovrà occuparsi di proporre soluzioni sulla gestione delle giacenze. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto di nomina dei componenti della Commissione per l’analisi del magazzino in carico all’Agenzia delle entrate-Riscossione e per la conseguente proposta al Mef di soluzioni per il suo discarico, in tutto o in parte, da attuare con successivi provvedimenti legislativi. La Commissione è composta da Roberto Benedetti, presidente di sezione della Corte dei conti a riposo, che la presiede, Silvia Artemi (Ragioneria generale dello Stato), Veneto D’Acri (Dipartimento delle finanze), Andrea Sabbadini, rappresentante delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, Antonino Gentile, rappresentante degli enti locali. La Commissione si avvale del supporto istruttorio delle Entrate, nonché, relativamente ai profili giuridici, organizzativi e segretariali, del Mef, che provvede con soggetti qualificati individuati con atto dell’Autorità delegata per la materia tributaria e fiscale, cioé il viceministro Leo.
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