Mattarella: "Io sono un arbitro, più volte ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate"
Mattarella: "Io sono un arbitro, più volte ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate"
Il presidente della Repubblica all'evento "25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori" ha risposto alle domande degli studenti

di redazione 15/11/2024 18:24

“Io sono un arbitro fuori da contesa politica. Il mio compito è di invitare alla coesione nazionale, al confronto civile e rispettoso e di invitare al rispetto delle regole, oltre che rispettare i limiti che ho io stesso". A dirlo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'evento '25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori', presieduto da Andrea Ceccherini, rispondendo alla domanda di uno studente.

L’arbitro non ha armi ed indica imparzialità, sono queste le due caratteristiche che sottolinea Mattarella. “Sono stato 25 anni in Parlamento, ho avuto posizioni politiche, ma il Presidente della Repubblica deve essere assolutamente fuori dalla competizione politica, accantonare i comportamenti conseguenti alle sue idee", ha detto ai ragazzi.

"Sì, ho adottato decisioni che non condivido"

"Sì, ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità” ha anche detto Mattarella che aggiunge “in quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a farlo".

Il Presidente della Repubblica ha anche parlato di tecnologia e informazione. Sempre rivolgendosi ai giovani presenti all’evento ha spiegato “la tecnologia non metta in discussione la democrazia. C'è una distinzione fondamentale tra utente e cittadino”. “Dobbiamo fare in modo che la democrazia non venga messa in discussine, ridotta da strumenti tecnologici che non si governano; perciò, l'Ue ha introdotto misure per tenere conto di valori e diritti". 

"L'informazione è un bene essenziale"

Passando al diritto all’informazione e al pericolo costituito dalle fake news ha detto: “L'informazione non è un prodotto, ma un bene essenziale. Saper distinguere il vero dal falso è indispensabile, così come scongiurare il rischio che, per i nativi digitali, l'informazione coincida con flussi ininterrotti di notizie senza analisi critica della consistenza di ciascuna”. “Non esiste il Ministero "della verità". L'invito che viene da questa assemblea è "dubita e dibatti", vale a dire quello di confrontarsi con le diverse idee e opinioni”, ha concluso il capo dello Stato.

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