Giustizia, no alla norma ammazza-cause in manovra
Giustizia, no alla norma ammazza-cause in manovra
Rivolta contro l’articolo secondo cui il processo civile si estingue se non risulta pagato in tutto o in parte il contributo unificato. Per gli avvocati è incostituzionale 

di di Dario Ferrara 29/10/2024 02:00

Avvocati in rivolta contro la norma “ammazza-cause” inserita nel disegno di legge di bilancio 2025: il processo civile si estingue se non risulta pagato in tutto o in parte il contributo unificato, con la verifica affidata al giudice in prima udienza. «Sarebbe incostituzionale: la giustizia non si compra», attacca l’Unione nazionale delle camere civili. «Viola la convenzione europea dei diritti dell’uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, che assicurano il diritto a un ricorso effettivo», notano i magistrati di Area Dg; mentre l’Organismo congressuale forense si dice pronto a «ogni iniziativa» per evitarne l’approvazione. Un’analoga disposizione della manovra 2022 fu cancellata in commissione Bilancio al Senato: subordinava l’iscrizione a ruolo al pagamento del tributo per motivi di lotta all’evasione, che si definiva «aumentata a dismisura col processo telematico» nella relazione illustrativa di allora.

No limits

Con l’articolo 307 bis Cpc il giudice assegna alla parte un termine di trenta giorni per provvedere al versamento o all’integrazione: diversamente alla successiva udienza è dichiarata l’estinzione del giudizio o l’improcedibilità della domanda cui si riferisce l’inadempimento. Il principio vale anche per il rito del lavoro e il processo esecutivo e non per i procedimenti cautelari e possessori. «L’articolo 24 della Costituzione garantisce il diritto di agire in giudizio e non lo subordina ad alcun adempimento di carattere fiscale», ricordano i civilisti, mentre il mancato pagamento parziale del contributo unificato potrebbe essere solo «inesatto» rispetto al valore della causa. Il tutto mentre il diritto di difesa «va garantito a tutti» senza frapporre «ostacoli ingiustificati», come ha spiegato la stessa Corte costituzionale nell’ordinanza 20/04/2011 n. 143. «È inaccettabile soprattutto per coloro che versano in condizioni economiche disagiate», protesta l’Associazione italiana giovani avvocati. «La lotta all’evasione si fa organizzando un sistema in grado di recuperare tempestivamente i tributi», osserva l’Associazione nazionale forense. La relazione tecnica della manovra non definisce «per ragioni prudenziali» il gettito che la misura potrà produrre.

Riproduzione riservata