Nel 2024-28 mancheranno tra i 26 mila e i 51mila diplomati tecnici e professionali l’anno. Mancheranno ogni anno anche 66-83.000 giovani in uscita dall’IeFp, l’istruzione e formazione professionale regionale. Sono le stime del fabbisogno occupazionale che le associazioni di categoria hanno messo nero su bianco e che, con una lettera ai genitori, il ministro dell’Istruzione ha comunicato ieri in vista delle prossime iscrizioni e del piano di orientamento che deve partire in questi giorni. Da questo anno il ministero dell'istruzione metterà a disposizione anche un modello nazionale per il consiglio orientativo alla fine della III media, che sarà utilizzato dai docenti per fornire un supporto concreto agli alunni e alle loro famiglie sull'indicazione del possibile percorso scolastico «da intraprendere alle superiori in linea con le propensioni e le potenzialità di ogni singolo studente». Aiutare a coniugare predisposizioni e aspirazioni dei giovani con prospettive di studi, con la scelta tra licei, istituti tecnici e professionali, e di lavoro sarà compito dei docenti. «È importante», sottolinea Valditara, «che i giovani dispongano di informazioni il più possibile complete e aggiornate per riflettere sulle loro vocazioni e attitudini e declinarle in modo che siano foriere di una piena realizzazione».
Così, emerge che, in base alle previsioni dei bisogni occupazionali e professionali delle imprese, nel periodo 2024-28 ci sarà una carenza di diplomati tecnici e professionali che potrà variare tra 26mila e 51mila unità all'anno, interessano trasversalmente quasi tutti i percorsi, anche se con diversa intensità. Saranno infatti tra 182mila e 207mila i posti da coprire con un diploma tecnico professionale, a fronte di 156mila giovani in uscita da questi indirizzi e che si metteranno alla ricerca di un lavoro. In termini assoluti, la carenza di diplomati sarà più marcata nell’indirizzo amministrazione, finanza, marketing (mancheranno 7-12mila unità), in quello della meccanica, meccatronica ed energia (8-10mila unità) e in quello sociosanitario (6-8mila unità).
Mentre i posti da occupare con un diploma liceale vengono stimati tra 25mila e 30mila unità annue, di cui oltre la metà (13-16mila diplomati) provenienti da classici, scientifici, scienze umane, made in Italy, 7-8mila dagli artistici e 5-6mila dai linguistici, confermando che i diplomi liceali di per sé non rivestono una forte attrattività per il mercato del lavoro e richiedono piuttosto una prosecuzione all'università.
Anche con riferimento ai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFp) triennali e quadriennali, nel periodo 2024-2028, si prevede una carenza di lavoratori significativa: mancheranno tra 66mila e 83mila giovani in uscita dai percorsi di qualifica/diploma professionale in media ogni anno, a fronte di posti di lavoro da coprire tra 136mila e 153mila che è circa il doppio dei 70mila giovani che si affacceranno al modo del lavoro. La carenza di lavoratori in possesso di una qualifica o un diploma di IeFp interesserà tutti i principali indirizzi formativi e sarà particolarmente accentuata nel caso di quello edile ed elettrico, dove ogni anno mancheranno 17-20mila giovani. Altri indirizzi per i quali sono attese discrepanze rilevanti tra domanda e offerta, compresi tra 11mila e 14mila unità all’anno, sono quello meccanico, quello amministrativo e dei servizi di vendita, nonché quello agricolo/agroalimentare.
Per Confartigianato e Cna, poi, nelle imprese artigiane il 55,2 % delle professionalità è difficile da reperire e in 14 regioni la difficoltà di reperimento interessa oltre la metà del personale. Unione Artigiani, invece, evidenzia che per solo il territorio di Milano e Monza Brianza si cercano oggi circa 50mila lavoratori nei diversi comparti dell'artigianato.
Tra le categorie professionali che saranno più richieste dal mercato del lavoro in Italia nel 2024-2028 il 40,3% è di dirigenti con elevata specializzazione e tecnici, il 33,5% impiegati e professionisti dei settori commerciali e in genere dei servizi, il 17% operai specializzati e conduttori di impianti e di macchine e il 9,2% professioni non qualificate. Mentre l'andamento dei primi 10 settori economici in termini di assunzioni programmate vede al primo posto con il 13,9%ila sanità, assistenza sociale e servizi sanitari, al secondo posto istruzione e servizi formativi (11,6%), al terzo il commercio (11,4%). Seguono i servizi avanzati di supporto alle imprese (8,6%) e quelle generali della pubblica amministrazione e assicurazione sociale obbligatoria (8,5%). Poi, costruzioni (7,5%), servizi alloggio e ristorazione, servizi turistici (7,3%).
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