Deforestazione, slitta la stretta sul commercio delle materie prime
Deforestazione, slitta la stretta sul commercio delle materie prime
Gli obblighi di tracciabilità dal 2026. Cambia il rating del rischio paese. Sei mesi in più per le pmi. L’ok alla proroga dall’Europarlamento (senza maggioranza Ursula)

di di Ermanno Comegna e Luigi Chiarello 15/11/2024 02:00

L’obbligo di tracciabilità e di diligenza dovuta da parte degli operatori attivi nel commercio di materie prime agricole (bovini, cacao, caffè, palma da olio e soia) ed altre commodity (gomma e legno), per contrastare la deforestazione, è stato prorogato di 12 mesi. La nuova scadenza è il 30 dicembre 2025, posticipata al 30 giugno 2026 per le piccole e medie imprese. Oltre alla proroga, sono state approvate nuove disposizioni che modificano il sistema di valutazione del rischio dei paesi, aggiungendo alle tre categorie già previste (alto, basso e standard), una nuova tipologia di paesi virtuosi (rischio zero), dove gli obblighi di due diligence sono ridotti al minimo. Tale decisione è stata assunta ieri dal Parlamento europeo, su proposta dell’esecutivo. Il testo (proposta di regolamento della commissione Ue n. 452 final del 2/10/2024) dovrà ora essere approvato anche dal Consiglio Ue, per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

La proroga consentirà di avere tempo prezioso per applicare disposizioni complicate, contestate dalle imprese europee e da quelle dei paesi terzi produttrici di tali merci.

Cambio di maggioranza

Il voto segna la spaccatura della cosiddetta “maggioranza Ursula”, che deve sorreggere il varo della prossima commissione Ue, visto che il rinvio dell'attuazione della legge contro la deforestazione è passato attraverso modifiche al testo proposte dal Ppe, con il sì di popolari, conservatori, patrioti e dell'ultra destra dell'Europa delle nazioni sovrane (“maggioranza Venezuela”, 371 voti a favore, 240 contrari e 30 astenuti). Socialisti, Verdi e Sinistra hanno votato contro sia ai due emendamenti del Ppe che modificano il testo sia nello scrutinio finale. I liberali di Renew si sono invece spaccati sul voto finale, mentre sugli emendamenti ha prevalso la componente contraria, in linea con i Socialisti.

Le cause della stretta

Le norme europee contro il fenomeno della deforestazione (regolamento 2023/1115) sono state pubblicate a giugno 2023 e da allora le istituzioni comunitarie e nazionali sono alle prese con la difficile partita di assicurare una corretta e rigorosa applicazione. Pare però che non siano stati fatti i conti con le tante complicazioni tecniche e il forte impatto in termini amministrativi e economici sulle imprese e sul mercato dei prodotti interessati. Sono state frequenti le proteste da parte degli operatori europei che temevano un aumento del costo delle materie prime importate ed una lievitazione degli oneri burocratici da mettere in atto. Non solo, a protestare sono stati pure i paesi terzi dove le materie prime interessate sono ottenute.

Il presupposto sul quale si basa l’iniziativa europea è la necessità di porre un freno ai fenomeni della deforestazione e del degrado forestale che, secondo le stime della FAO e delle Nazioni Unite, hanno raggiunto un livello allarmante con 420 milioni di ettari di foreste scomparse tra il 1990 e il 2020. Il consumo nell’Unione europea contribuisce alla deforestazione, attraverso l’acquisto dal mercato mondiale di materie prime e prodotti derivati. Nella valutazione di impatto eseguita dai servizi comunitari prima della presentazione della proposta legislativa, è stato calcolato che l'economia dell’Ue comporta una deforestazione di circa 248.000 ettari all’anno entro il 2030.

Da qui l’iniziativa legislativa finalizzata a ridurre al minimo il disboscamento e il degrado forestale attribuibile all’Unione europea, attraverso delle disposizioni tali da promuovere il• consumo di prodotti che non contribuiscono all’espansione dei terreni agricoli a discapito delle foreste.

Il pacchetto normativo

Oltre al regolamento n. 2023/1115, composto da 86 considerando, 38 articoli e 2 allegati, si aggiungono successivi documenti ufficiali della Commissione europea, come le linee guida per gli operatori e le autorità competenti, le FAQ, la comunicazione pubblicata lo scorso 13 novembre degli orientamenti al fine di favorire una applicazione armonizzata e, infine, i regolamenti di esecuzione ancora in via di elaborazione.

Vincoli al commercio e all’export

Le materie prime ed i prodotti interessati sono immessi in commercio o esportati fuori dall’Unione europea nella misura in cui rispettano tre condizioni:

• sono a deforestazione zero,

• sono ottenuti nel rispetto della legislazione pertinente del Paese produttore,

• sono oggetto di una dichiarazione di dovuta diligenza da parte dell’operatore responsabile, il quale è tenuto anche a geolocalizzare tutti gli appezzamenti nei quali sono state prodotte le materie prime e il prodotto interessato.

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