In Italia, il 63% dei lavoratori e delle lavoratrici ha una percezione positiva del proprio posto di lavoro. Nonostante ciò, il 53% delle persone afferma di sentirsi stressato dal lavoro, tanto che più di uno su tre (36%) ha in programma di abbandonarlo entro i prossimi sei mesi. Sono queste le conclusioni del primo global talent barometer di ManpowerGroup, svolto in 16 Paesi su un campione di oltre 12.000 intervistati.
Per il nostro Paese, il global talent barometer indica che il 63% delle persone ha una percezione positiva del proprio lavoro, leggermente al di sotto del dato medio globale che si attesta al 67%. Questo valore deriva dall'analisi di tre indici: benessere, soddisfazione lavorativa e fiducia. In Italia, in particolare, il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici registra un livello di benessere complessivamente positivo nel proprio ambiente di lavoro (rispetto a un indice benessere globale del 64%). Inoltre, il 58% si ritiene soddisfatto a livello lavorativo (indice soddisfazione lavorativa globale 63%) e il 70% ha fiducia nelle proprie competenze e nel proprio posto di lavoro (indice fiducia globale 74%).
L'analisi registra varie differenze anche tra le diverse generazioni. In particolare, la generazione Z si dichiara la più stressata (57%) e di gran lunga la più incline a cambiare impiego per propria scelta nei prossimi mesi (49%). Sono anche coloro che hanno più difficoltà a trovare significato e scopo nel proprio lavoro (63%). La generazione dei Millennial invece (28-43 anni) è quella che intravede più possibilità di carriera (60%).
Nei servizi i lavoratori più stressati
Per quanto riguarda i singoli settori, la percentuale di persone stressate più alta si registra nei beni di consumo e servizi (61%) e nella sanità e life sciences (59%), mentre la più bassa è nei trasporti, logistica e automotive con il 38%. I lavoratori e le lavoratrici di quest'ultimo settore sono anche i meno intenzionati a cambiare lavoro a breve (15%), mentre nei beni di consumo e servizi intende farlo uno su due (50%).
"Il rapporto tra persone e aziende si sta evolvendo rapidamente. Per trattenere le migliori collaboratrici e collaboratori, in una situazione di crescente talent shortage e mismatch di competenze, il solo stipendio non è più sufficiente. Le persone si aspettano che il lavoro offra loro qualcosa di più: maggiore equilibrio, più opportunità, più empatia", ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. "Le persone sono alla ricerca di ambienti di lavoro che offrano servizi su più fronti, dal supporto per la salute mentale e l'equilibrio tra vita privata e lavoro allo sviluppo della carriera e alla formazione delle competenze. Le organizzazioni che riescono a creare questi ambienti a misura d'uomo non solo tratterranno i migliori talenti, ma guideranno anche l'innovazione nel dinamico mercato odierno".