Parte il totonomi per il bis di Trump, da Grenell come segretario di Stato a Waltz a capo del Pentagono.
Con l'elezione di Donald Trump gli occhi del mondo sono già puntati sulla squadra della sua seconda Amministrazione che si profila imbottita di falchi e fedelissimi.
A partire dalla nomina più scontata, quella di Robert J. Kennedy a segretario alla Salute e quella di Elon Musk a cui sarà affidata la nuova commissione anti-burocrazia per rendere più efficiente la macchina governativa e snellire il bilancio. Nell''inner circle' dello Studio Ovale potrebbero rientrare Brooke Rollins come capo di gabinetto e il 'campaign manager' Chris LaCivita come portavoce. Possibile un ruolo di rilievo anche per la stratega elettorale Susie Wiles.
Le possibili nomine
Per la poltrona di segretario di Stato tra i favoriti c’è il 58enne Ric Grenell, ex ambasciatore in Germania di Trump che in seguito gli aveva affidato anche la guida 'ad interim' della National Intelligence, facendone il primo ministro apertamente gay di un'amministrazione Usa. Il tycoon lo chiama spesso "il mio inviato" e potrebbe anche scegliere di farne il suo consigliere per la sicurezza nazionale.
Altri nomi caldi per la guida della diplomazia sono Bill Hagerty, il senatore del Tennessee che era stato ambasciatore in Giappone di George W. Bush: è un falco sulla Cina e tiepido sull'invio di armi all'Ucraina.
Sul taccuino anche il più filo-europeo e filo-Nato Robert O'Brien, unico dei quattro ex consiglieri per la sicurezza nazionali a non aver mai litigato con Trump. Era stato l'artefice della liberazione del rapper A$AP Rocky dopo l'arresto in Svezia, una battaglia che l'ex presidente aveva preso a cuore.
Per il nuovo segretario alla Difesa si cercherà di andare sul sicuro dopo lo strappo sanguinoso con Jim Mattis e le divergenze con il successore Mark Esper nel primo mandato trumpiano. In pole per il Pentagono c’è l'ex colonnello delle forze speciali della Guardia Nazionale Mike Waltz, un deputato della Florida che è già stato consigliere di Trump e garantisce fedeltà e presenza mediatica. In alternativa ci sarebbe Tom Cotton, un senatore dell'Arkansas ed ex ufficiale dell'Esercito che ha prestato servizio in Iraq e Afghanistan e ha detto di volere un Pentagono rinnovato e più robusto. Possibile altrimenti un ritorno di Mike Pompeo, ex direttore della Cia e segretario di Stato: diplomato a West Point, filo-israeliano e falco sull'Iran, conosce bene il mondo militare e ha sostenuto senza esitazioni la politica estera trumpiana.
Al Commercio potrebbe tornare Robert Lighthizer, uno dei ministri promossi a pieni voti nel primo mandato, in alternativa LindaMcMahon.
Come segretario all'Interno circola il nome del governatore del Nord Dakota, Doug Burgum (che era già stato in corsa per la candidatura a vicepresidente) e per l'Agricoltura quello del 69enne ex cowboy da rodeo Sid Miller che ora ricopre questo incarico per il Texas.
Secondo la Cnn, Trump potrebbe decidere di licenziare interi livelli degli apparati governativi, per garantire lealtà totale al nuovo presidente ed è improbabile che commetta l'errore del suo primo mandato di nominare funzionari che lo contrastano, come l'ex capo di stato maggiore John Kelly e l'ex segretario alla Difesa Mark Esper.
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