Una pratica per analizzare i recenti casi di accesso abusivo ai sistemi informatici utilizzati negli uffici giudiziari italiani è stata aperta al Consiglio Superiore della Magistratura nell'ambito delle attività della settima commissione. Lo comunicano i consiglieri del Csm e componenti della VII commissione consiliare i togati Marco Bisogni, Ernesto Carbone e Genantonio Chiarelli.
La pratica aperta, sottolineano i consiglieri ha la specifica finalità di verificare "quali siano gli attuali livelli di sicurezza dei sistemi informatici utilizzati negli uffici giudiziari italiani". "Stando alle informazioni rinvenibili sulle fonti aperte, l'accesso abusivo ai sistemi informatici del ministero della Giustizia, che ha interessato gli uffici giudiziari di almeno cinque città - si legge nella nota - sarebbe avvenuto attraverso un'intrusione nei server di alcune società private e della Guardia di Finanza, allo scopo di visionare ed estrapolare documenti riservati relativi a indagini in corso, consentendo, fra le altre cose, di apprendere i contenuti delle email scambiate fra i magistrati addetti alle inchieste".