Verso il voto: nel centrosinistra è tutti contro tutti
Verso il voto: nel centrosinistra è tutti contro tutti
Il M5s continua a respingere una possibile alleanza con il Pd. Conte: mi sembra abbastanza improbabile. Si sono messi in un calderone e non so cosa ne possa uscire. I nostri programmi invece sono chiari. Scambio di battute tra Fratoianni, Cento e Calenda. Anche Di Maio contro il leader di Azione

05/08/2022 09:07

"Mi criticano perché da giorni vado in giro da una parte all'altra per provare a tenere unito il centrosinistra. Ma con questa legge elettorale, che è la peggiore della storia, ci obbliga a stare insieme. Ed è un mio dovere quindi fare di tutto, perché io so cos' è la destra di Meloni e so cos'è la destra di Salvini. Se - periodo ipotetico dell'impossibilitá - vincessero, il governo italiano sposterebbe il proprio asse in Europa per allinearsi con Polonia e Ungheria. Il Paese sarebbe in mano alle destre contrarie ai diritti civili". Lo afferma in un'intervista al Messaggero il segretario del Pd, Enrico Letta, spiegando che sul tema delle alleanze "nel patto c'è scritto autonomia programmatica, ci sono questioni sulle quali possono esserci posizioni diverse. Non è che su tutti i temi si deve essere d'accordo su tutto".

L'obbligo di stare assieme passa per l'abbraccio con Azione di Carlo Calenda e alle sue condizioni. "Tutti i giorni vedo dichiarazioni di Bonelli e Fratoianni contro l'agenda Draghi. Se questa è la loro posizione il Pd dovrà decidere se mantenere l'accordo con noi, oppure stravolgerlo, oppure buttare dentro tutto o il contrario di tutto. Ma avrebbe un problema con noi a quel punto", ha detto Carlo Calenda, ospite di Radio24. "A me conveniva andare da solo, ma avrei fatto vincere la destra. Ma c'è un limite, la chiarezza degli obiettivi di questa coalizione, e che nessuno dei nostri voti vada a Di Maio a Fratoianni che sarebbe meglio tornassero a fare la loro occupazione precedente, cioè il nulla", ha aggiunto.

Ma c'è chi non accetta ultimatum. "Noi abbiamo la responsabilità di segnalare un disagio sociale nel Paese, e dobbiamo dire cose nette e chiare su questo. A noi non è indifferente il fatto che se l'alleanza Verdi e Sinistra si sposta fuori dall'alleanza del Pd, fa vincere alla destra tra i 14 e i 22 seggi
nell'uninominale. Ma questa responsabilità non può essere solo nostra, lo dico anche a Calenda. Assuma un attegiamento responsabile, non additi sempre noi come il nemico. Serve più responsabilità in questo momento", ha detto il leader di Europa Verde Angelo Bonelli, ospite a SkyTg24.

“L'agenda Draghi non esiste. Lo ha detto Draghi stesso. Povero Calenda, deve correre in cartoleria a comprarsene un’altra. Noi intanto lavoriamo per un'Italia più giusta e più verde”, è stata, invece, la risposta di Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, su Twitter. Immediata la replica di Calenda: "Con Nicola Fratoianni che dice che l'agenda Draghi non esiste, per Carlo Calenda si è fatta chiarezza: a queste condizioni per quanto ci concerne non c'è spazio per loro nella coalizione". La replica del leader di azione su Twitter fa capire che il clima è tutt'altro che sereno. "Direi che abbiamo raggiunto un punto di chiarezza. Mi pare del tutto evidente che c'è una scelta netta da fare per il Pd che ha siglato un patto chiaro con noi che dice l'opposto", ha scritto Calenda.

Contro Calenda arrivano anche gli strali di Luigi Di Maio. "Dopo essere partito dal grande centro, Calenda è diventato un 'gregario' della coalizione di centrosinistra. Di conseguenza, capisco le sue difficoltà a spiegare, anche ai nuovi arrivati del suo partito e al suo elettorato, che alla fine si candida nel centrosinistra. Sorprende, però, che alla fine proprio Calenda - che si innalza a paladino dell'anti-grillismo - nelle sue dichiarazioni e nei suoi tweet sia diventato il piú estremista di tutti", così in una nota il capo politico di Impegno Civico. "Con questo atteggiamento sta solo disgregando la coalizione di centrosinistra prima ancora che si formi, facendo un regalo alle destre. Ovviamente Calenda può fare quello che vuole, ma con meno arroganza e piú rispetto", aggiunge.

Intanto il Movimento 5 stelle continua a tenersi alla larga dal Pd. "In questo momento mi sembra abbastanza improbabile. Si sono messi in un calderone e non so cosa ne possa uscire. I nostri programmi invece sono chiari. Con tre pilastri: la giustizia sociale, dal reddito di cittadinanza al salario minimo. La transizione energetica: no termovalorizzatori. E la transizione digitale. Il voto al Pd rischia di essere sprecato. C'è un cartello che va da Gelmini a Calenda e arriva fino a Speranza e immagino Fratoianni. Con Nicola ci siamo telefonati. Ma se stanno discutendo di seggi, con noi non c'è alcuna valutazione da fare", afferma il leader del M5s Giuseppe Conte a proposito di una possibile alleanza con il Pd in un'intervista a Repubblica.

"Gli ultimi sondaggi ci danno intorno o sopra alla soglia, sono convinto che potremmo arrivare al 5%". E' quanto afferma a Radio Uno invece il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, spiegando che "trovo nelle ultime ore un entusiasmo incredibile, siamo invasi di mail di gente delusa dal Pd e da Forza Italia". Per Renzi "c'è un solo modo per riavere Draghi presidente del Consiglio ed è quello che non vinca le elezioni la destra. Ma per prendere i voti della destra e dei riformisti di sinistra non puoi proporre come ha fatto Letta l'aumento delle tasse, l'imposta di successione. Non puoi fare una coalizione che
tiene insieme chi Draghi ha combattuto". Il leader di Iv spiega che "in questa campagna elettorale Letta è il migliore alleato della Meloni. La destra oggi è nettamente in vantaggio, la sinistra per fermarla avrebbe dovuto fare delle proposte serie e una alleanza seria, invece si è messa in testa di costruire una marmellata indistinta con delle proposte che non vanno contro la Meloni ma la blindano".