Valditara: sul reclutamento dei prof serve flessibilità
Valditara: sul reclutamento dei prof serve flessibilità
La richiesta del ministro dell’istruzione alla Commissione Ue per una revisione del sistema di selezione previsto dal PNRR. L’avvio del nuovo anno scolastico «sarà regolare». Educazione civica, « in settimana il decreto»

di di Alessandra Ricciardi 03/09/2024 02:00

Maggiore flessibilità nel reclutamento dei docenti. È la richiesta del ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, alla Ue per contemperare le specificità del sistema italiano con la riforma del reclutamento prevista dal PNRR. Nuovo anno scolastico con il record di 250mila precari? «Le vere supplenze, quelle a tempo pieno e sino al termine delle lezioni o dell’anno scolastico, sono 165mila», replica Valditara. Che assicura: «L’inizio dell’anno scolastico sarà regolare». Tra le novità in arrivo a settembre, le Linee guida per l’educazione civica, «decreto in settimana».

Domanda. È iniziato il nuovo anno scolastico. Partiamo dal tema caldo di ogni settembre: saranno coperte tutte le cattedre sin dal primo giorno di scuola?

Risposta. Nei giorni scorsi ho voluto riunire tutti i direttori scolastici regionali per avere riscontri in diretta sulle criticità registrate e i risultati raggiunti. Ho avuto rassicurazione da parte di tutti che l’anno scolastico partirà regolarmente. Gli Uffici scolastici regionali stanno completando in questi giorni le immissioni in ruolo e da oggi (ieri per chi legge, ndr) hanno calendarizzato le chiamate per le supplenze, che avvengono con procedura informatizzata. Ovviamente dove vi fossero realtà in cui non si manifesti la dovuta efficienza, il ministero prenderà adeguati provvedimenti.

D. Per i sindacati e le opposizioni ci saranno al lavoro 250mila supplenti quest’anno, un record.

R. Sono numeri che non corrispondono assolutamente alla realtà. Anche mettendo assieme supplenze intere e supplenze su spezzoni di cattedre, spesso di poche ore, non si arriva a quelle cifre.

D. E quali sono i numeri veri?

R. Le vere supplenze, quelle a tempo pieno e sino al termine delle lezioni o dell’anno scolastico, sono 165mila. Scenderanno a 155.000 grazie alle ulteriori 10mila assunzioni che si faranno a dicembre. Erano 160 mila supplenze lo scorso anno. Se andiamo poi a vedere su quali cattedre le supplenze vengono date, per 106mila si tratta di cattedre di sostegno.

D. Perché così tante sul sostegno?

R. Perché il numero degli alunni con disabilità negli ultimi dieci anni è salito moltissimo, e quindi è salito il numero delle cattedre in deroga. Nel contempo le università non hanno specializzato un numero adeguato di docenti di sostegno su tutto il territorio nazionale, e il requisito della specializzazione è necessario per l’assunzione in ruolo. La gran parte dei docenti di sostegno su posto in deroga non è specializzato, ne abbiamo contati 85 mila tra quanti hanno già 3 anni di precariato alle spalle. Ecco perché abbiamo deciso di intervenire con Indire, l’ente di ricerca e formazione controllato dal Ministero, per mettere in campo un’offerta formativa di qualità, aggiuntiva a quella universitaria, che colmi il deficit, in particolare dove vi è maggiore fabbisogno, cioè al Nord. L’obiettivo è di incrementare il numero di docenti specializzati per poi trasformare gradualmente i posti in deroga in posti di organico di diritto procedendo così ad assunzioni a tempo indeterminato. Sul sostegno, intanto, le famiglie da questo anno potranno chiedere la conferma del supplente che ha lavorato bene con il proprio figlio, uno strumento per garantire da subito, anche con i docenti precari, quella continuità didattica che è fondamentale in particolare per gli studenti più fragili.

D. I social ribollono delle proteste dei docenti idonei dei vecchi concorsi per avere pochi posti rispetto ai vincitori della selezione PNRR.

R. Guardi, i docenti idonei avrebbero dovuto fare di nuovo i concorsi per sperare di essere assunti e questo in base a una norma decisa dal precedente esecutivo che prevedeva che le loro graduatorie avessero validità solo biennale. Siamo stati noi a prevedere che invece le loro graduatorie siano a esaurimento e che dunque siano gradualmente assunti tutti, in parallelo alle assunzioni da PNRR. Quest’anno ne assumiamo circa 5000, poi seguiranno gli altri. L’impegno lo abbiamo messo per iscritto in una norma.

D. Perché assunti gradualmente?

R. Perché esistono precisi vincoli europei, il cui mancato rispetto comporta tagli alle rate del PNRR. L’impegno assunto dal precedente governo prevedeva che fossero fatte addirittura 70mila assunzioni solo con il nuovo sistema di reclutamento voluto da Bruxelles e in un solo anno, più delle reali capacità assunzionali della scuola. Noi, dopo una intensa e proficua interlocuzione con la Commissione europea, siamo riusciti ad ottenere una rimodulazione di quell’obiettivo su 3 anni e a recuperare i docenti idonei.

D. Al di là delle polemiche, il sistema di reclutamento è da anni che non funziona, con il risultato che ci sono tante categorie di aspiranti docenti che si contendono un posto con diverse procedure e graduatorie e a cui il nuovo reclutamento del PNRR sembra non dare risposte.

R. Fin dall’atto del mio insediamento ho rappresentato l’esigenza, in ogni occasione di confronto avuta con la Commissione Europea, che il sistema di reclutamento dei docenti, definito dal precedente Governo nell’ambito del PNRR, avesse una maggiore flessibilità, in ragione della oggettiva complessità del sistema italiano derivante da un succedersi, negli anni, di diversi tentativi di riforma, peraltro mai del tutto realizzati. In occasione dello scorso anno scolastico, dopo un approfondito confronto con la Commissione, siamo riusciti ad ottenere che almeno per i posti sul sostegno si procedesse con un sistema di reclutamento diverso, che ci ha consentito di conseguire il più alto numero di nomine in ruolo, su questa tipologia di posto, degli ultimi anni.

D. E quest’anno?

R. Quest’anno, anche alla luce della effettiva attuazione delle nuove misure previste dalla riforma del reclutamento del PNRR, di cui si stanno registrando gli effetti in occasione dell’avvio di questo anno scolastico, continuo a ritenere che sussistano le esigenze di maggiore elasticità che avevo già evidenziato in precedenza. Il 26 agosto ho segnalato al Ministro Fitto, anche in ragione del confronto sindacale avuto al riguardo, la necessità di richiedere una rivalutazione da parte della Commissione Europea delle esigenze di modifica del sistema di reclutamento dei docenti già rappresentate alla stessa Commissione in precedenza.

D. Per arrivare a quale sistema?

R. Prima vediamo che margini ci concede la Commissione europea e poi ne parliamo.

D. Tra le novità attese, le nuove Linee guida sull’educazione civica. Il Cspi nel suo parere non è stato affatto tenero, chiedendo molteplici modifiche al decreto finale.

R. Alcune osservazioni del Cspi mi sembrano viziate da pregiudizio ideologico, come quelle inerenti la opportunità del riferimento all'iniziativa economica privata e alla proprietà privata: anche queste norme fanno parte della Costituzione e la Costituzione va valorizzata tutta. Vi sono poi alcune osservazioni senz'altro ragionevoli che saranno accolte nel decreto finale che conto di firmare in settimana. Il Cspi è statutariamente un organo di consulenza del Ministero, ricordiamoci sempre che questo deve essere il suo compito.

D. A quasi due anni dall’inizio del mandato, com’è la scuola italiana vista da viale Trastevere?

R. Una scuola caratterizzata da grande competenza e passione da parte dei docenti, ricca di sperimentazioni grazie anche all’autonomia, con giovani molto diversi, e in meglio, dall’immagine che spesso esce sui media. Bisogna fare ancora passi avanti, da una parte per ridare autorevolezza ai docenti, dall’altra per saper accendere l’entusiasmo di tutti i giovani. Così si vince la dispersione e l’insuccesso scolastico.

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