Una sforbiciata ai sussidi fiscali dannosi per l’ambiente
Una sforbiciata ai sussidi fiscali dannosi per l’ambiente
Il tesoretto complessivo ammonta a 19,3 mld di euro. Tra questi, i più costosi per l’erario riguardano i diversi trattamenti fiscali fra gasolio e benzina alla pompa e l’aliquota Iva agevolata per l’elettricità a uso domestico.

di di Luigi Chiarello 08/10/2019 07:13

Una sforbiciata graduale ai sussidi fiscali, considerati dannosi per l'ambiente. Tra questi, i più costosi per l'erario riguardano i diversi trattamenti fiscali fra gasolio e benzina alla pompa e l'aliquota Iva agevolata (10%) per l'elettricità a uso domestico. Il tesoretto complessivo, secondo le ultime stime del ministero dell'ambiente, che censisce annualmente gli aiuti, ammonta a 19,3 mld di euro. È questo il cuore del decreto legge «clima», oggi al vaglio del preconsiglio e atteso sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri. La bozza di provvedimento è stata già discussa in seno all'esecutivo (si veda ItaliaOggi del 19 settembre 2019), ma dal confronto a palazzo Chigi ne era uscita falcidiata. Infatti, in origine lo schema di decreto prevedeva anche: sconti del 20% sul prezzo di vendita dei prodotti sfusi e alla spina; crediti d'imposta fino al 20% del costo del servizio erogato per chi pratica sconti equivalenti ai clienti, che chiedono la consegna a domicilio (con mezzi ecologici) dei prodotti acquistati; un bonus fiscale da 2 mila euro da spendere entro cinque anni per abbonamenti di trasporto pubblico o sharing mobility, per chi abita nelle città metropolitane e rottama la propria auto con motore Euro 1, 2, 3 o 4. Le prime due misure, però, sono sparite, la terza è stata ridimensionata a 1.500 euro da spendere entro tre anni in abbonamenti di trasporto pubblico e bici a pedalata assistita, ma solo per chi rottama veicoli con motorizzazione fino all'Euro 3. Anche in relazione ai sussidi fiscali dannosi per l'ambiente, la bozza di decreto ha corretto il tiro; se prima il testo imponeva una sforbiciata del 10% l'anno, a partire dal 2020 e sino al progressivo annullamento dell'incentivo entro il 2040, ora il testo parla di una generica riduzione progressiva «al fine di raggiungere gli obiettivi fissati dal programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria». Toccherà quindi alla legge di bilancio annuale decidere, di volta in volta, ove tagliare; i risparmi conseguenti, in base allo schema di decreto, resteranno per il 50% in capo all'erario e per il rimanente 50% saranno destinati ad alimentare un nuovo specifico fondo per interventi di tipo ambientale, istituito presso il ministero dell'economia. Questo fondo, recita lo schema di decreto, servirà a finanziare «sussidi ambientalmente favorevoli», «la transizione ecologica di imprese e consumatori», «tecnologie e prodotti a basso contenuto di carbonio e modelli di produzione e consumo sostenibili». A gestire il catalogo dei sussidi dannosi e favorevoli per l'ambiente, come detto, è il dicastero guidato da Sergio Costa. L'ultimo censimento analitico disponibile, relativo al 2017, scheda aiuti dannosi per 19,291 mld di euro: 279 mln in agricoltura e pesca; 12,23 mld nel comparto energia; 1,43 mld nei trasporti, 655 mln in altri settori e 4,68 mld frutto di aliquote Iva agevolate.

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