E’ partita la petizione "Salviamo il ceto medio" lanciata da CIDA, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, promossa su change.org e indirizzata alla Presidenza del Consiglio, al ministro dell'Economia e al ministro del Lavoro. L’obiettivo è quello di salvaguardare il ceto medio dai "ripetuti interventi iniqui che ormai da anni colpiscono ingiustamente coloro che rappresentano il motore dell’ economia e la reale fascia produttiva del Paese. Ci riferiamo a tutti i contribuenti da lavoro o da pensione da 35 mila euro lordi in su, che pagano il 63% di tutta l’Irpef e che anche in quest’ultima ultima legge di bilancio sono stati penalizzati". Si legge in un comunicato della confederazione.
“La categoria dirigenziale si fa portavoce della difesa di tutte le forze produttive e intraprendenti del Paese, presenti negli ambiti socioeconomici, pubblici e privati, che generano PIL, posti di lavoro e muovono l’economia e che nonostante ciò si sentono orfane di attenzione politica. Da troppi anni - denuncia Stefano Cuzzilla, Presidente CIDA - la classe media è colpita da reiterate vessazioni e ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi che mettono seriamente a repentaglio i valori della professionalità e del merito. Il rischio è un progressivo assottigliamento della categoria con conseguente instabilità sociale. E’ con questa consapevolezza che abbiamo sentito l’urgenza di lanciare una petizione - spiega Cuzzilla - per chiedere un Paese più equo e giusto, che punti su lavoro, crescita, imprese produttive, stipendi più elevati e pari opportunità per giovani e donne senza sottrarre altre risorse a chi ha pagato onestamente tasse e contributi in un’economia alterata e inquinata dall’evasione. Se perdiamo il ceto medio perdiamo l’equilibrio di tutto il sistema e ipotechiamo il nostro futuro”.
La petizione, che in poco più di 24 ore ha già raccolto più di 10mila firme, si pone i seguenti obiettivi:
Link alla petizione https://chng.it/BqMygYymLB