Un menu fiscale di oltre 45 miliardi
Un menu fiscale di oltre 45 miliardi
Il Menù fiscale del decreto Rilancio ha un costo di 45,818 miliardi di euro. È la somma degli spostamenti di adempimenti e versamenti o della creazione del contributo a fondo perduto gestito interamente dall’Agenzia delle entrate di 6,19 miliardi di euro

di di Giulia Provino 22/05/2020 08:01

Il menu fiscale del decreto Rilancio (dl 34/2020) ha un conto da 45,818 miliardi di euro (di cui 24,674 miliardi peseranno sulle casse dello Stato nel 2021). È la somma degli spostamenti di adempimenti e versamenti, come ad esempio il differimento della plastic tax che comporta una perdita di gettito pari a 140,6 milioni nel 2020, o della creazione del contributo a fondo perduto gestito interamente dall'Agenzia delle entrate di 6,19 miliardi di euro, previsti dal dl 34/2020. All'interno del ricco pacchetto di misure fiscali è prevista la soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di Iva e accisa, la sospensione del versamento dell'Irap (riguardo al saldo 2019 e al primo acconto 2020) per imprese e professionisti con ricavi o compensi fino a 250 milioni di euro; l'introduzione del tax credit vacanze e le detrazioni per interventi di efficientamento energetico, alla riduzione del rischio sismico e per l'installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

Tuttavia, questo «menu fiscale» costerà allo Stato circa 45,818 miliardi di euro tra il 2020 e il 2021. Ad esempio, dalla sospensione dell'Irap, si prevede una perdita di circa 3,95 miliardi di euro. Inoltre, dei 24,67 miliardi che peseranno sulle casse dello Stato nel 2021, la soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di Iva e accisa, da sola comporta indebitamento netto di 19,8 miliardi. Altri costi da affrontare riguardano il differimento al 16 settembre dei versamenti di imposte e contributi sospesi e il rinvio al 1° gennaio 2021 dell'obbligo del registratore telematico, dell'avvio della lotteria dei corrispettivi e della «plastic tax» e «sugar tax». In particolare, l'entrata in vigore posticipata della «plastic tax» costerà 140,6 milioni nel 2020, mentre dalla «sugar tax» si prevede una perdita di gettito di 58,5 milioni. Dal rinvio della lotteria dei corrispettivi si stima poi una mancata entrata di circa 19,4 milioni. Infine, direttamente dal gettito dell'Erario si stima una perdita di 77 milioni dalle sospensioni dei pignoramenti dell'Agente della riscossione su stipendi e pensioni e delle verifiche ex art. 48-bis dpr n. 602/1973 (per un totale di 137,3 milioni).

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