Ue, Metsola rieletta presidente dell'europarlamento con 562 voti. Al via la 10° legislatura
Ue, Metsola rieletta presidente dell'europarlamento con 562 voti. Al via la 10° legislatura
Von der Leyen: attesa per i conservatori . La presidente designata della Commissione europea ha ribadito che non ci sarà nessuna collaborazione strutturale con l'Ecr. La delegazione italiana è invece in attesa della decisione della premier Meloni

16/07/2024 09:13

Roberta Metsola, con 562 voti, è stata rieletta dalla plenaria riunita a Strasburgo alla guida del Parlamento europeo con la maggioranza assoluta dei voti espressi. L'eurodeputata maltese guiderà i Parlamento europeo per i prossimi due anni e mezzo.
È cominciata, dunque, questa mattina - 16 luglio 2024 - a Strasburgo, la decima legislatura del Parlamento europeo. La presidente uscente del Parlamento, Roberta Metsola, ha inaugurato la prima sessione plenaria ricordando l'atto del 1976 sulla elezione degli eurodeputati a suffragio universale, che si tenne per la prima volta nel 1979. Roberta Metsola, presidente uscente dell'Eurocamera, ha diretto l'apertura dei lavori. Dopodiché Pina Picierno, seconda vicepresidente del Parlamento uscente, ha annunciato i candidati alla presidenza dell'Eurocamera: Roberta Metsola del Ppe e Irene Montero di The Left. Prima del voto, entrambe hanno rilasciato brevi dichiarazioni in plenaria. 

Nella sua decima legislatura il Parlamento europeo ha 720 seggi, 15 in più rispetto alla fine della precedente legislatura. Il 54% dei deputati è neoeletto (nel 2019 la quota di nuovi arrivati era del 61%) e la quota di donne è del 39% (era del 40% nel 2019). L'austriaca Lena Schilling (Verdi/ALE), di 23 anni, è l'eurodeputata più giovane, mentre l'italiano Leoluca Orlando (Verdi/ALE), di 77 anni è il più anziano. L'età media dei deputati al Parlamento europeo è di 50 anni. All'inizio della decima legislatura ci sono otto gruppi politici, uno in più rispetto alla precedente legislatura, 33 deputati rimangono non iscritti.

 

Metsola: il futuro è futuro è tutt'altro che prevedibile 


Rivolgendosi alla Camera dopo la sua elezione, la Presidente Metsola ha dichiarato: "Insieme, dobbiamo difendere la politica della speranza, il sogno dell'Europa. Voglio che i cittadini ritrovino la convinzione e l'entusiasmo per il nostro progetto. La convinzione nel rendere il nostro spazio comune più sicuro, più giusto e più equo. La convinzione che insieme siamo più forti e migliori. La convinzione che la nostra sia un'Europa per tutti".

"L'Europa non è mai stata perfetta ma l'emiciclo di Strasburgo è un simbolo di standard, di opportunità, è la nostra garanzia pere lo stato di diritto, l'uguaglianza, la libertà e la democrazia. Questo è ciò che l'Europa significa per me e per milioni di altre persone. La mia passione per il nostro progetto non è scemata, voglio aiutare a costruirla meglio. Sono qui per chiedere la vostra fiducia e il vostro voto, per continuare insieme nei prossimi due anni e mezzo. Le sfide che ci attendono richiedono una leadership forte, dobbiamo essere pronti. Il futuro è tutt'altro che prevedibile ma vorrei poter continuare a lavorare con tutti noi per affrontare le prove che si presenteranno", ha detto la presidente del Parlamento europeo nel discorso per sostenere la propria ricandidatura prima del voto degli eurodeputati in plenaria a Strasburgo, aggiungendo che "il mio predecessore David Sassoli è stato un presidente che ha messo prima di tutto la dignità delle persone, quando ho assunto il mio incarico ho promesso che avrei reso onore alla sua eredità e rinnovo adesso questo pensiero. Continuerò a lavorare per unire le persone".

"Dobbiamo rafforzare e snellire il nostro modus operandi per far sì che il Parlamento sia la potenza politica e legislativa che vogliamo che sia. E dobbiamo mantenere alta la pressione per assicurare il diritto di iniziativa e migliorare i nostri poteri di valutazione e affrontare gli squilibri istituzionali. Questo deve essere un Parlamento forte. Non possiamo accettare che il nostro ruolo come parlamentari sia annacquato. Dobbiamo essere noi a dire quando le proposte non sono abbastanza o sono impossibili da attuare, dobbiamo avere i mezzi per poterlo fare. Questo deve essere un Parlamento fatto di dibattito e di rispetto, in cui la burocrazia venga ridotta, dove si combatta contro gli abusi, dove tutti gli eurodeputati e funzionari si sentano sicuri e protetti. Le persone si rivolgeranno a noi per chiedere indicazioni", ha aggiunto.

Rivolta agli eurodeputati Metsola ha poi aggiunto che "non mi sottrarrò mai dal prendere decisioni anche difficili, la mia porta sarà sempre aperta. Voglio essere un presidente che possa costruire ponti. Se deciderete di darmi la vostra fiducia non vi deluderò".

Von der Leyen aspetta i conservatori

La strategia della presidente designata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per allargare il suo bacino di voti oltre la maggioranza che la sostiene - formata da Popolari, Socialisti e Liberali - e assicurarsi la riconferma da parte della plenaria del Parlamento è chiara: fare appello ai valori comuni contro l'estrema destra che vuole la sua testa.

Questo è il messaggio, scrive il Corriere della Sera, con cui ha concluso il suo intervento ieri pomeriggio a Strasburgo davanti ai 46 deputati del gruppo della Sinistra, durato quasi un'ora e mezza. Già prima dell'incontro la Sinistra aveva annunciato il no. "So che ci sono differenze fra di noi - ha detto la presidente, secondo la ricostruzione di una fonte della Sinistra -. Ma ho visto quello che ha fatto Orbán: è andato a Kiev, Mosca e la risposta è il bombardamento dell'ospedale dei bambini. Questa non è una vera missione di pace. Abbiamo due nuovi gruppi al Parlamento (i Patrioti per l'Europa e L'Europa delle nazioni sovrane, ndr ). Per quanto noi su tante questioni non abbiamo la stessa visione, io sono per un'Europa forte, voi siete pro europei, pro Ucraina, pro Stato di diritto: su questo dobbiamo lavorare insieme". E ha ribadito che "non ci sarà nessuna collaborazione strutturale con l'Ecr".

Del resto von der Leyen non ha scelta: Socialisti, Liberali e anche i Verdi fin da prima delle Europee hanno posto come condizione per sostenerla che non vi fosse alcuna alleanza "strutturale" con i Conservatori e riformisti. La presidente designata incontrerà l'Ecr, di cui fa parte Fratelli d'Italia, prima dell'inizio della plenaria. Le delegazioni polacca, francese e romena hanno già detto che non voteranno per lei. La delegazione italiana è invece in attesa della decisione della premier Giorgia Meloni, ma i cechi del partito del premier Fiala così come i nazionalisti fiamminghi della N-VA dovrebbero sostenerla.

Alla presidente giovedì serviranno per il bis 361 voti su 720 deputati. La maggioranza che la sostiene ne conta 401 ma il voto è segreto e dunque c'è l'incognita dei franchi tiratori, che pesano per il 10-15%.
Von der Leyen non incontrerà i Patrioti, nati dalle ceneri di Identità e democrazia, in cui siedono il Rassemblement national, la Lega e Fidesz di Orbán.