Pavel Durov, il fondatore di Telegram arrestato la scorsa domenica all'aeroporto di Le Bourget vicino Parigi, è stato rilasciato dopo il pagamento di una cauzione di 5 milioni di euro. Il miliardario è stato rinviato a giudizio e ha il divieto di lasciare la Francia, costretto a presentarsi due volte a settimana a una stazione di polizia. Intanto la Commissione europea sta indagando se Telegram abbia violato il Digital Services Act (Dsa), ovvero le regole digitali dell'Ue, sottostimando la sua base di utenti per evitare normative più severe applicabili alle grandi piattaforme online.
Dopo un lungo interrogatorio al Palazzo di Giustizia di Parigi, il fondatore di Telegram Durov è stato rilasciato su cauzione ma su di lui pendono ben 12 capi di imputazione per il suo ruolo di amministratore delegato dell'app di messaggistica fondata insieme al fratello Nikolaj. Secondo quello che ha rivelato il sito Politico.eu, in Francia esiste un mandato di cattura anche per Nikolaj Durov, emesso lo scorso marzo. Tutto sarebbe nato per il rifiuto di Telegram di collaborare a un'inchiesta della polizia francese sugli abusi sessuali su minori. Intanto, però, il Wall Street Journal rivela come nel 2018 il presidente francese Macron incontrò Durov e gli propose di trasferire in Francia la sede di Telegram.
Il servizio di messaggistica online che Durov ha lanciato nel 2013 insieme al fratello Nikolai, su cui le comunicazioni possono essere criptate end-to-end e che ha sede a Dubai, si è posto in contrasto con le piattaforme americane, criticate per il loro sfruttamento commerciale dei dati personali. Telegram si è impegnata a non rivelare mai alcuna informazione sui propri utenti. “Telegram rispetta le leggi europee (...), la sua azione di moderazione rientra nella norma del settore”, si è difesa la società sul proprio canale domenica sera, ritenendo “assurdo dire che una piattaforma o il suo capo siano responsabili degli abusi” riscontrati sulla piattaforma.
Ue sta indagando su Telegram per violazioni al Digital Service Act
La Commissione europea sta indagando se Telegram abbia violato il Digital Services Act (Dsa). Lo riporta in prima pagina il Financial Times. I funzionari sospettano che i 41 milioni di utenti dichiarati da Telegram in Ue siano stati volontariamente sottostimati per evitare di superare la soglia per una supervisione più severa fissata dall'Ue a 45 milioni di utenti. "Abbiamo un modo, attraverso i nostri sistemi, per determinare quanto siano accurati i dati degli utenti", ha spiegato Thomas Regnier, portavoce della commissione per le questioni digitali. "E se pensiamo che qualcuno non abbia fornito dati accurati sugli utenti, possiamo assegnarli noi unilateralmente sulla base della nostra stessa indagine". L'indagine coincide con un'indagine francese sulle presunte attività criminali di Telegram, che ha portato all'arresto del suo fondatore, Pavel Durov a Parigi. Se il numero effettivo di utenti di Telegram superasse la soglia, potrebbe dover affrontare gli obblighi di conformità ai sensi delle regole Ue.